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Sanofi rinnova il sito di Anagni e punta sui farmaci biotech

In occasione dei 50° di attività inaugurato un nuovo reparto digitale e automatizzato. IInvestimenti di oltre 37 milioni di euro nell’ultimo triennio, supportati dal Mimit e dalla Regione Lazio

di Ernesto Diffidenti

2' di lettura

Innovazione tecnologica e farmaci biotech di ultima generazione: punta su questo binomio lo sviluppo dello stabilimento Sanofi di Anagni (Frosinone) che l’11 ottobre ha inaugurato un reparto di liofilizzazione hi-tech caratterizzato da forte automazione e integrazione digitale. «Oggi confermiamo lo stabilimento di Anagni fiore all’occhiello per Sanofi – ha detto Marcello Cattani, presidente e ad di Sanofi Italia & Malta e presidente di Farmindustria -. Da 50 anni rappresenta un centro di eccellenza per la produzione di farmaci sterili iniettabili, per l’80% destinati all’esportazione in più di 90 Paesi del mondo».

Investimenti per 37 milioni

Il processo di modernizzazione e digitalizzazione è stato avviato grazie a investimenti di oltre 37 milioni di euro nell’ultimo triennio, supportati dal Mimit e dalla Regione Lazio. L’evoluzione del sito di Anagni, dunque, è anche frutto di una crescente collaborazione tra pubblico e privato. Un lavoro congiunto, tra decisori politici e protagonisti dell’industria farmaceutica, «nell’interesse del paziente e della competitività di un settore, quello dell’industria farmaceutica italiana che costituisce un’eccellenza europea».

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«Questa evoluzione – ha aggiunto Cattani - ci permette di guardare al futuro con nuove produzioni di farmaci biotech, vaccini e terapie enzimatiche sostitutive per le malattie rare frutto della ricerca Sanofi, che rendono il sito di Anagni ancora più strategico per il gruppo».

Riforma dell’Aifa

All’evento ha partecipato anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci. «Per rispondere ai cambiamenti intervenuti – ha sottolineato – ed essere al passo con le innovazioni e le sfide che ci attendono dobbiamo guardare con favore anche alla sinergia tra tutti gli attori coinvolti nell’ambito farmaceutico». La finalità è quella «di condividere conoscenze, risorse e competenze per promuovere la scoperta e la disponibilità di nuovi farmaci che consentono di ridurre la mortalità, migliorare la qualità di vita delle persone e consentire significativi risparmi al Servizio sanitario nazionale».

In questa direzione il ministro ha ricordato la riforma dell’Aifa che spera di portare a compimento entro il 1° dicembre e la prossima legge di Bilancio con il «sicuro incremento» del Fondo sanitario. Dal canto suo il sottosegretario per il Lavoro e le Politiche sociali, Claudio Durigon ha parlato di sinergie tra pubblico e privato ritenendole «una leva strategica indispensabile per lo sviluppo degli attori coinvolti», mentre la vicepresidente della Regione Lazio e assessore allo Sviluppo economico, Roberta Angelilli ha ricordato che «la centralità del settore farmaceutico e biomedicale è nell’ecosistema produttivo laziale: nel 2022 con 12,7 miliardi di export, il Lazio si è confermato prima regione nel Paese per valore delle esportazioni di prodotti farmaceutici».

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