Sanremo 2022, tutte le canzoni ascoltate in anteprima (con pagelle)
Dall’1 al 5 febbraio andrà in scena il terzo Sanremo diretto da Amadeus. Da Morandi a Sangiovanni ecco i 25 brani in gara. Niente rock ma tanta dance
di Francesco Prisco
6' di lettura
«Non sarà il Sanremo del ritorno alla normalità, ma neanche quello dell’anno scorso. Diciamo che mi augurerei una via di mezzo». Se lo immagina così il direttore artistico Amadeus il suo terzo Festival della canzone italiana, in programma dall’1 al 5 febbraio. Il senso dei 25 brani in gara, ascoltati per voi in antemprima, sembra un po’ essere quello. Stesso dicasi per il cast, in equilibrio tra supergiovani (Sangiovanni, Rkomi, Mahmood e Blanco) e immortali (Gianni Morandi, Iva Zanicchi, Massimo Ranieri). Di sicuro si ballerà: un quinto delle canzoni è ascrivibile al genere dance. Niente rock, alla faccia di quanti s’illudevano che la vittoria dei Måneskin l’anno scorso rappresentasse l’inizio di una stagione. E il mondo là fuori - che da due anni vuol dire pandemia - s’affaccia soltanto accidentalmente nei testi. Ecco quello che, fin qui, ci abbiamo capito.
Achille Lauro, «Domenica» 5.5
Prendi Rolls Royce, togli il distorsore alla chitarra e otterrai Domenica, il pezzo che il trapper romano presenta quest’anno in concorso. Non esattamente una prova d’originalità. Effetto tranquillizzante: quando in una canzone c’è di mezzo il concetto di domenica (da Sunday Morning dei Velvet Undeground a Buona domenica di Venditti), il senso di solito è quello di trasmettere ottimismo a chi ascolta. Lauro De Marinis lo fa a suo modo: «’Sta vita è un roller coaster/ romanzo rosa/ no piuttosto porno».
Giusy Ferreri, «Miele» 5.5
Colei che rappresenta tutto ciò che rimane della prima edizione di X Factor si prende una pausa dai tormentoni estivi per tentare un pezzo acustico che nel giro armonico ricorda non poco Please don’t let me be misunderstood. Le alziamo il voto per rispetto nei confronti dell’altissimo modello di riferimento. Glielo ri-abbassiamo dopo la lettura del testo («Certe volte non c’è un perché/ E spero ti porti da me»).
Michele Bravi, «Inverno dei Fiori» 4.5
Poppettino sintetico, parecchio sofisticato e poco orecchiabile. Al testo collabora Mogol figlio: «Se fossimo dei suoni, sarebbro canzoni/ E se fossimo stagioni verrebbe l’inverno/L’inverno dei fiori». Per citare il grande poeta Brunello Robertetti: «Se fossi foco, bruciav’/ Se fossi acqua, bagnav’/ Se fossi saponetta, strofinav’/ Se fossi acqua n’altra volta, sciacquav’».
Rkomi, «Insuperabile» 6
Cosa resta del rock a Sanremo dopo la vittoria dei Måneskin? Giusto il riff di chitarra del pezzo di Rkomi. Ritornello furbetto («Percepisco sangue freddo/ a cento ottantamila giri su una coupé») per il rapper di Calvairate alle prese con la mission impossible di mettere d’accordo i suoi fan con quelli che ne capiscono di musica. Roba da ascoltare in streaming, ma non è poi così malaccio.
Irama, «Ovunque sarai» 4
Ballad pianisica e orchestrale che può essere intesa come una specie di omaggio al «se» congiunzione: «Se sarai vento canterai/ Se sarai acqua brillerai/ Se sarai ciò che sarò/ E se sarai tempo ti aspetterò per sempre». Come succede in almeno 38 milioni di altre canzoni d’amore.
Noemi, «Ti amo non lo so dire» 6-
Una delle più belle voci soul che abbiamo in Italia sottoposta alla cura dell’accoppiata Mahmood-Durdust. Un tentativo di ringiovanimento su una scena musicale in cui bastano due anni e ti riscopri vecchio. Ritornello percussionistico alla Florence and the Machine («Scusa se/ Non ho niente da perdere/ Più mi guardi più credo che/ La parola sia l’unico proiettile») di quelli che vogliono farsi notare.
Massimo Ranieri, «Lettera di là dal mare» 6.5
«Partono gli emigranti per terre assai lontane», recita un pezzo sacro del canzoniere napoletano. Erede di quella tradizione, Massimo Ranieri torna a Sanremo dopo 25 anni e aggiorna il concetto con un pezzo inattuale: ballata piano e archi su un emigrante che in piroscafo viaggia verso l’America. Ritornello da romanza: «Amore vedi così buio è/ Questo mare/ Troppo grande per/ Non tremare». Operazione di grande gusto che si candida al premio della critica.
Aka 7even, «Perfetta così» 4
Se esistesse un galateo della Generazione Zeta, questo pezzo giovanilistico di Aka 7even finirebbe nel capitolo su come un lui può incoraggiare l’autostima di una lei: «Sei bella così così così/ Nei tuoi difetti/ Nelle imperfezioni/ Baby giuro che tu sei perfetta così». Non possiamo dire lo stesso della canzone.
Emma, «Ogni volta è così» 5
Tutto passa, anche le più belle storie d’amore finiscono e la povera Emma, con un pezzo scritto da Davide Petrella e Dardust, si intristisce. Ritornello rivendicativo («Io per appartenere alle tue mani/ non c’ho messo niente/ E ti credevo quando mi giuravi che eri pazzo di me») che vorrebbe mettere d’accordo genitori e figli.
Highsnob & Hu, «Abbi cura di te» 5-
«Io provo piacere nel sentir dolore come lo Shibari». Oppure: «Io perdo la testa come Oloferne». Parecchio impegnativo l’immaginario di riferimento del rap/pop di Highsnob & Hu confezionato per piacere ai gggiovani.
Iva Zanicchi, «Voglio amarti» s.v.
In ogni Sanremo di Amadeus c’è una quota retro-cringe. Dopo Rita Pavone e Orietta Berti, tocca a Iva Zanicchi, unica artista ad aver vinto tre volte il Festival. La canzone sembra pescata dagli anni Sessanta, messa in ghiacciaia e scongelata nel 2022. L’«acqua di mare» che si utilizza per dare senso di freschezza al pescato è l’arrangiamento contemporaneista. Testo come piaceva a mammà: «Voglio amarti, voglio amarti per amore/ per sentirmi ancora viva in te». In Italia tutto cambia, l’Iva resta una certezza.
Dargen D’Amico, «Dove si balla» 6.5
Il «cantauto-rap» si gioca il passaggio sanremese con un pezzo techno che è un omaggio alla club culture, in un’epoca in cui le discoteche sono chiuse. «Dove si balla/ Fottitene e balla/ Tra i rottami/ Balla per restare a galla». Autoironica e centrata.
Sangiovanni, «Farfalle» 5.
Il ragazzo è una macchina da stream e questo è il pezzo perfetto per ben figurare all’Ariston. Ritornello acchiapponico con quel tanto di autotune per far sentire a casa i fan: «Non volano farfalle/ Non sto più nella pelle/ Ho perso le emozioni me le ritrovi tu?». Il nostro Regno, però, non è di questo mondo. E allora il voto è 5.
Yuman, «Ora e qui» 6.5
Arriva da Sanremo Giovani e va tenuto d’occhio: un pezzo soul di gran classe, voce prodigiosa che ricorda quella del compianto Alex Baroni, pettinatura afro, lineamenti che ricordano Ronaldo il fenomeno. I presupposti per fare bene ci sono tutti.
La Rappresentante di Lista, «Ciao ciao» 7.5
Dopo i manierismi di Sanremo 2021, finalmente vedremo la Rappresentante di Lista all’Ariston con un brano all’altezza della loro bravura. Ciao ciao è come se riaprisse lo Studio 54, nel senso dell’idea platonica della disco anni Settanta: un dancefloor grande quanto la fine del mondo che «è una giostra perfetta. Mi scoppia nel cuore la voglia di festa».
Mahmood & Blanco, «Brividi» 5
Abbiamo un vincitore di Sanremo e un hitmaker abituato a dominare la classifica Fimi Gfk. Insieme escogitano una ballata trap furba al punto giusto. «Ho sognato di volare con te su una bici di diamanti». L’importante, quando fai certi sogni, è non guardare mai di sotto.
Gianni Morandi, «Apri tutte le porte» 7
Il vero tutore di Gianni Morandi è Jovanotti: Lorenzo ha scritto Apri tutte le porte, brano del grande ritorno in gara dell’ex Ragazzo di Monghidoro. Ed è un pezzo godibilissimo, soul stile Motown con le trombe prese in prestito da Sexx Laws di Beck. «A forza di credere che il male passerà/ sto passando io e lui resta». Chissà perché i testi di Jovanotti suonano più credibili quando li canta Morandi.
Matteo Romano, «Virale» 4
Virale, nel senso del web, il pezzo di questo ex concorrente di Sanremo Giovani. Tentato tormentone che non sa bene dove andare a parare.
Le Vibrazioni, «Tantissimo» 6-
Sarcina e soci guardano in direzione dei Franz Ferdinand in questo rocchettino che tanto promette nella strofa e troppo si semplifica nel ritornello. Un pezzo su «quello che chiamiamo amore, per quante volte facciamo finta di non ricordarci il nome».
Fabrizio Moro, «Sei tu» 5
Un habitué del festival, uno che di solito in Riviera frequenta il podio, stavolta si gioca una ballata che è il correlativo oggettivo di A te di Jovanotti. «Sei tu che attraversi il mio ossigeno quando mi tocchi, sei tu il mondo che passa attraverso i miei occhi».
Elisa, «O forse sei tu» 6.5
Ballad pianistica con ritornello dalla melodia epica: «Sarò tra le luci di mille città/ Tra la solita pubblicità/ Quella scusa per farti un po’ ridere». Dieci/quindici anni fa un pezzo così avrebbe vinto. Oggi è più difficile fare pronostici.
Ditonellapiaga e Rettore, «Chimica» 7
La strana coppia composta dalla giovane cantautrice romana e dalla quintessenza del punk italiano propone un pezzo dance dal testo ammiccante: «E non m’importa del pudore/ E delle suore me ne sbatto totalmente/ E non mi fare la morale/ Che alla fine, se Dio vuole,/ è solamente/ una questione di chimica». Trenta secondi e la imparerete a memoria.
Giovanni Truppi, «Tuo padre, mia madre, Lucia» 6.5
Quando un grande cantautore va a Sanremo ha due strade: giocarla facile per conquistare pubblico nuovo, restare profondamente coerente con sé stesso. Giovanni Truppi, probabilmente il miglior cantautore italiano della sua generazione, opta per la seconda scelta. Niente sconti: si parla d’amore, il pezzo è bello, ma non è fatto per piacere a tutti.
Tananai, «Sesso occasionale» 3
Sfruculiamento danzereccio che usa la malizia per non passare inosservato. Non sappiamo ancora dire quale sia la canzone migliore di quest’anno. La peggiore, in compenso, l’abbiamo già trovata.
Ana Mena, Duecentomila ore 6-
Viaggia a tutta dance il pezzo scritto da Rocco Hunt per la cantante spagnola Ana Mena. E attraversa paesaggi imprevedibili: la melodia del ritornello ricorda il Carlo Buti di Reginella campagnola.
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