ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl bilancio del Festival

Sanremo 2023, raccolta pubblicitaria a oltre 50 mln. Instagram sul palco non è partnership (per ora)

La finale è stata vista da 12 milioni e 25mila spettatori in media, per uno share del 66%. Nel complesso è l’edizione col maggiore share medio dal 1995

di Andrea Biondi e Francesco Prisco

Sanremo, Marco Mengoni fa il bis e vince con Due vite

5' di lettura

Il Festival di Sanremo Amadeus quater, vinto da Marco Mengoni, chiude con oltre 50 milioni di raccolta pubblicitaria. L’edizione dell’anno scorso aveva registrato ricavi da 42 milioni. Stesso dato anticipato dal Sole 24 Ore lo scorso 26 gennaio. Crescono le componenti Raiplay e Radio 2 che diventa il segmento a maggiore incremento di raccolta all’interno del bouquet dei canali Rai. Il quadro emerge dalla tradizionale conferenza stampa di fine manifestazione, nella quale Rai Pubblicità come ogni anno ha giocato un ruolo centrale.

Pubblicità in overbooking

La concessionari è andata in overbooking con largo anticipo, nonostante l’incremento dei listini frutto delle ottime performance di ascolti delle passate edizioni. La programmazione di lunga gittata – già alla fine del Sanremo 2022 Amadeus aveva in cassaforte altri due festival – ha ispirato gli investitori, alla luce della grande fiducia che hanno nei confronti del direttore artistico sotto contratto ancora per un’edizione. Nulla ha potuto la controprogrammazione effettuata dal Mediaset, circostanza che non si verificava dal 2006.

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Prossima partnership Instagram-Rai?

Tra i temi toccati nell’ambito della conferenza stampa, la grande esposizione per Instagram sul palco dell’Ariston quest’anno: per chi volesse saperlo, non è stata frutto di una partnership con Meta, quanto piuttosto una scelta autoriale. «Comandano le scelte autoriali», spiega l’ad di Rai Pubblicità Gian Paolo Tagliavia, «e avere sul palco Chiara Ferragni senza citare Instagram sarebbe stata una grande limitazione sul piano autoriale. È chiaro che, se questo utilizzo dovesse continuare negli anni, si potrebbero studiare forme di collaborazione».

Intanto però, come detto, Rai Pubblicità si gode un risultato non scontato, con un aumento di raccolta superiore agli 8 milioni rispetto allo scorso anno. «Abbiamo per la prima volta superato la cifra fatidica dei 50 milioni di raccolta pubblicitaria, è chiaro che il fatto che Amadeus abbia avuto l’incarico molto presto sia stato fondamentale, lavorare un anno insieme ha permesso di organizzare meglio tutto e sviluppare bene i progetti condivisi», ha spiegato Tagliavia.

Serata finale al 66% di share

Per il 2023 Rai Pubblicità potrà contare sulle ottime performance di ascolto di quest’edizione. La serata finale di Sanremo è stata seguita in media su Rai 1 da 12 milioni 25 mila telespettatori pari al 66% di share. La media va dalle 21:25 all’1:59 e quindi non comprende né la proclamazione del vincitore, né il momento della lettura della lettera del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La prima parte dell’ultima serata del festival (dalle 21:25 alle 23:54) è stata seguita da 14 milioni 423 mila telespettatori pari al 62,7% di share; la seconda (dalle 23:58 all’1:59) da 9 milioni 490mila con il 73,7%. I dati dei 40 minuti non esaminati saranno disponibili dal 13 febbraio. Picchi di ascolto con i Depeche Mode e la lettura della cinquina di artisti finita al ballottaggio.

L’anno scorso la serata finale del festival era stata seguita in media da 13 milioni 205mila telespettatori pari al 65% di share. La prima parte aveva raccolto 15 milioni 660mila telespettatori con il 62,1% di share, la seconda 10 milioni 153 mila con il 72,1 per cento. È complessivamente l’edizione più vista dal 1995 (63,1% di share medio). Sul target dei laureati gli ascolti medi sono i più alti della storia del festival «e questo vorrà pur dire qualcosa», ha sottolineato il direttore di Rai Intrattenimento prime time Stefano Coletta.

Amadeus: «Se mi mandano via, vado via»

Squadra che vince non si cambia, tanto più che Amadeus ha un contratto per un altro Sanremo. Come la mettiamo con i venti di cambiamento che soffiano su Viale Mazzini? «Se mi mandano via, vado via. Che devo fare?», il direttore artistico risponde così a chi gli chiede se, sulla scia delle polemiche di questi giorni, si aspetti che gli chiedano di lasciare l’incarico. «Sono consapevole», aggiunge, «che qualsiasi allenatore è esonerabile. Con il 15-20% di share in meno sarei giustamente esonerato. Per questo devo sempre essere molto convinto di quello che faccio. Perché se devo sbagliare, devo poter dire ho sbagliato con le mie idee e non con le idee o le imposizioni di qualcun altro».

L’ad Rai Carlo Fuortes: nostro ruolo fondamentale

Lo status quo di Viale Mazzini si gode il risultato. «Il ruolo della Rai» per il Festival di Sanremo secondo l’ad della Tv di Stato Carlo Fuortes «si conferma fondamentale. Il patrimonio costruito in oltre settant’anni di lavoro sta dando, ancora una volta, come e meglio di ciò che è accaduto nella storia del Festival, frutti notevoli per effetto del lavoro dell’azienda, la quale ha sempre reso Sanremo uno dei punti centrali della sua programmazione. Non è solo intrattenimento, non sono solo canzoni e divertimento: è un’industria che dimostra cosa la Rai è in grado di realizzare attraverso la televisione, la radio, Raiplay e i social media perfettamente equilibrati nell’offrire al pubblico contenuti sempre diversi, puntuali e approfonditi. È un’impresa che nessun’altra azienda di comunicazione al mondo compie con la stessa forza e lo stesso impegno».

Orario di Zelensky scelta condivisa

C’è stato più di qualche caso politico intorno a quest’edizione, a cominciare dal contributo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Tutto ciò che avete visto e che è andato in onda è stato proposto dall’ambasciatore Melnyk che abbiamo avuto piacere di avere in sala, mentre sulla modalità abbiamo solo ascoltato e cercato insieme con lui di capire quale fosse il momento congruo. La richiesta più rigorosa che ci è stata fatta è che il messaggio di Zelensky fosse linkato con l’esibizione degli Antytila e che questo avvenisse nel momento in cui la competizione era terminata, prima che si sapesse dell’esito della classifica finale. Questo in grande armonia e fiducia reciproca», ha spiegato Coletta a proposito della scelta di mandare in onda la lettura del messaggio del presidente ucraino dopo le 2.

Gli attacchi di Fdi e Lega

Anche dopo la serata finale non sono mancate valutazioni critiche da parte della compagine di Governo. «Ho scoperto chi ha vinto stamattina. Auguri a chi ha vinto: non commento altro, sicuramente una riflessione sulla gestione Rai nel suo complesso andrà fatta», ha detto Matteo Salvini, vicepremier e ministro per le Infrastrutture, a margine delle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di Franco Zeffirelli, a Firenze. «Non ho le competenze, ci sono stati effettivamente un po’ di errori, ma io lo difendo il Festival come prodotto, il problema è che vogliono rovinare il prodotto della canzone italiana, è un peccato», ha aggiunto il ministro del Turismo Daniela Santanché riguardo all’ipotesi di intervenire sui vertici Rai, a margine dell’inaugurazione della Bit.

Il futuro dei vertici Rai

A questo punto si apre tutto il capitolo sul futuro del vertice Rai dopo un Festival bersaglio di forti polemiche politiche in particolare, come visto, da Lega e FdI. La gestione dei casi Zelensky e Mattarella, va detto, non è stata esemplare, portando a una lettera di dissenso da parte degli stessi consiglieri d’amministrazione. Va ricordato poi che all’interno del cda manca un rappresentante di Fratelli d’Italia. Per rimediare a questa «penalizzazione», per il partito della premier Giorgia Meloni da tempo si fa il nome di Giampaolo Rossi, ex consigliere d’amministrazione Rai ed esperto di Tv e mass media, come di possibile direttore generale da affiancare a un (così depotenziato) Carlo Fuortes. Si vedrà. Il prossimo cda Rai è previsto per mercoledì 15 febbraio.

Mediaset: bene ascolti e pubblicità

Fuori dalla porta, in questa settimana di Festival, c’era la controprogrammazione di Cologno Monzese. Il gruppo Mediaset in un comunicato stampa ha tirato le somme. Lo stesso ad Pier Silvio Berlusconi nei giorni scorsi aveva confermato la strategia del gruppo puntualizzando però di non considerare la mossa come una vera e propria controprogrammazione, quanto piuttosto contro una segnale di mancato «disarmo» per le reti del Biscione. «Bilancio molto positivo per la raccolta pubblicitaria e per gli ascolti Mediaset nella settimana 7-11 febbraio 2023», recita la nota. «Ha premiato la scelta di offrire un’alternativa al mercato pubblicitario e ai telespettatori italiani anche durante la settimana di Sanremo. Infatti, continua la nota, «i ricavi pubblicitari delle reti Mediaset sono incrementati del +27% rispetto allo stesso periodo del 2022».

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