La cronaca della quarta serata

Sanremo, ascolti mai così alti dal 1999. Ultimo vince tra i Giovani

di Francesco Prisco

(ANSA)

5' di lettura

Tempo di primi verdetti per il Sanremo di Claudio Baglioni. Per la categoria Nuove proposte, vince la 68esima edizione del Festival della canzone italiana Ultimo con Il ballo delle incertezze. Seguono Mirkoeilcane con Stiamo tutti bene e Mudimbi con Il mago.
Il premio della critica «Mia Martini» va semprea Mirkoeil cane, mentre il riconoscimento della sala stampa «Lucio Dalla» se lo aggiudica Alice Caioli (Specchi rotti). «Grazie a tutti, veramente di cuore. Grazie. Dedico questa vittoria a mio fratello che vincerà la sua battaglia sicuramente», ha detto Ultimo, ritirando il riconoscimento. Romano, 22 anni, vero nome Niccolò Moriconi, Ultimo si è formato studiando pianoforte al conservatorio di Santa Cecilia, ma si è fatto notare con i contest di musica hip hop. Il brano Il ballo delle incertezze, che ha vinto all’Ariston, è incluso nell’album Peter Pan uscito proprio ieri. Quando si dice sotto una buona stella.

Boom di ascolti
Si conferma il trend da record degli ascolti di Sanremo. La media del 51.1% di share centrata ieri dalla quarta serata è la migliore dal 1999: bisogna infatti risalire al festival condotto da Fabio Fazio con Renato Dulbecco
e Laetitia Casta per trovare un risultato più alto (54.06%). La media dei telespettatori è stata di 10 milioni 108 mila telespettatori, l’anno scorso erano stati 9 milioni 886 mila.

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Gianna Nannini, «Amore bello»
La quarta serata del Festival è stata comunque anche serata di ospiti «rock». A cominciare da Gianna Nannini che irrompe sul palco dell’Ariston intorno alle 22.30 completamente vestita di bianco ed esegue Fenomenale.
Ad accoglierlo ci pensa Claudio Baglioni, cui la rockeuse si rivolge ironicamente come al «futuro della musica italiana». I due non hanno «mai cantanto insieme. Eppure abbiamo tante cose in comune», sottolinea Baglioni. «Abbiamo avuto gli stessi grandi collaboratori, un grande regista come Pepi Morgia e un grande produttore come David Zard». E allora perché non cantare per la prima volta insieme? L’occasione è data da Amore bello, dal corpus baglioniano. L’esecuzione si conclude con un ballo abbracciati di fronte al pubblico osannante dell’Ariston. A notte inoltrata Baglioni duetta anche con Piero Pelù, sulle note de Il tempo di morire di Lucio Battisti. Premio speciale alla carriera a Milva, ritirato dalla figlia della grande «Pantera di Goro».

La notte dei duetti e le Vibrazioni di Skin
Ma è stata soprattutto la notte dei duetti, con i Big in gara impegnati a re-interpretare i pezzi presentati con ospiti speciali. Il primo a esibirsi è Renzo Rubino che si accompagna a Serena Rossi per eseguire una versione ancora più compassata della ballad pianistica Custodire. Le Vibrazioni si affidano a Skin, front leader degli Skunk Anansie e qui da noi ex giudice di X Factor, per restituire carica emotiva a Così Sbagliato. E la serata accelera. Noemi si affida a Paola Turci per riarrangiare in chiave vagamente lo-fi, pianoforte e chitarra elettrica, Non smettere mai di cercarmi. Esaltazione bossa nova per Rivederti, non proprio il migliore pezzo di Mario Biondi, nella circostanza specifica supportato da Ana Carolina e Daniel Jobim, eredi del grande Tom Jobim. Esperimento tutto in habitat talent show quello che affianca Annalisa (Il mondo prima di te) a Michele Bravi. Fuochi d’artificio per lo Stato Sociale che si fa accompagnare da Paolo Rossi e dal Piccolo Coro dell’Antoniano (in versione baby pensionati) per Una vita in vacanza. La butta sul jazz Max Gazzè che sale sul palco con il basso elettrico e l’accompagnamento illustre di Roberto Gatto (batteria) e Rita Marcotulli (piano), per ri-arrangiare La leggenda di Cristalda e Pizzomunno.

Il «Duca» con Midge Ure
A tutto rock l’ospitata dei Decibel che per la loro Lettera dal Duca tirano fuori dal cilindro Midge Ure degli Ultravox (peccato per una falsa partenza determinata da problemi tecnici), mentre Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico punta sulla teatralità di Alessandro Preziosi. Diodato e Roy Paci innestano rap sulla loro Adesso con il contributo di Ghemon, mentre Roby Facchinetti e Riccardo Fogli (Il segreto del tempo) si affidano ai gorgheggi di Giusy Ferreri. Enzo Avitabile e Peppe Servillo (Il coraggio di ogni giorno) hanno portato sul palco una suggestiva reunion degli Avion Travel. Non mi avete fatto niente, tormentone pacifista di Ermal Meta e Fabrizio Moro che fino a qualche ora fa rischiava la squalifica, trova manforte in Simone Cristicchi. Giovanni Caccamo chiama a testimone Arisa per la sua idea di Eterno, Ron (Almeno pensami) gioca sul sicuro con il ritorno di Alice, Red Canzian con Marco Masini rallenta la corsa di Ognuno ha il suo racconto. Con Tullio De Piscopo ed Enrico Nigiotti Frida dei The Kolors ne guadagna in dinamica. Tutta teatrale Passame er sale di Luca Barbarossa, accompagnato da Anna Foglietta, tutta musicale Senza appartenere di Nina Zilli, rivitalizzata dalla cura di Sergio Cammariere. Elio e le Storie Tese incontrano in ultimo i Neri per caso per una versione a capella di Arrivedorci.

La classifica parziale
A fine puntata è stata resa nota anche la graduatoria parziale dei Big, sulla base dei giudizi emessi dalla giuria di qualità. Nella fascia blu, la più alta, Max Gazzè, Luca Barbarossa, Giovanni Caccamo, Ermal Meta e Fabrizio Moro, Ron, Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico, Diodato e Roy Paci. Nella zona gialla, quella intermedia, le Vibrazioni, Annalisa, The Kolors, Enzo Avitabile e Peppe Servillo, Red Canzian, lo Stato Sociale. Nella zona rossa, la più bassa, Decibel, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, Noemi, Renzo Rubino, Mario Biondi, Elio e le Storie Tese e Nina Zilli.

Nel segno di «Anima mia»
Quanto a trovate sceniche, la quarta puntata di Sanremo si è aperta sulla stessa falsariga di Anima mia, la trasmisssione cult che il cantautore romano condivise con Fabio Fazio negli anni Novanta: sul palco in versione rock, chitarra elettrica in braccio, Baglioni, Pierfrancesco Favino e Michelle Hunziker hanno eseguito una curiosa cover della sigla di Heidi, popolare cartone animato giapponese anni Settanta ambientato sulle Alpi svizzere. Con tanto di corpo di ballo abbigliato in stile grunge alle spalle. «In verità questo era un omaggio a una persona che viene dalla Svizzera», spiega Baglioni. «Era un omaggio a Michelle».
Baglioni ha giocato con ancora maggiore determinazione sul ruolo del «dittatore artistico», rivendicando più volte la volontà di fare tutto da solo e addirittura inscenando un finto litigio con il maestro Peppe Vessicchio, conclusosi con una bacchetta spezzata. Una disperata «operazione simpatia» per un plenipotenziario dagli innegabili conflitti d’interesse, le scelte piuttosto opinabili ma irisultati difficilmente discutibili. Almeno sul piano dell’Auditel.

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