ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa prima serata

Sanremo, Blanco e Mahmood primi. Miglior ascolto da 17 anni

La Rappresentante di Lista al secondo posto, terzo Dargen D’Amico. Ai Måneskin la prima standing ovation dell’edizione. Fiorello: «Io come Mattarella»

dall'inviato Francesco Prisco

Aggiornato il 2 febbraio 2022, ore 13.41

Noi non ci Sanremo 2022: La Rappresentante di Lista

5' di lettura

Fiorello fa l’ospite, non più il co-conduttore: è «il Mattarella dell’intrattenimento», se lo può permettere. E parla «con i poteri forti» attraverso il braccio su cui ha ricevuto il vaccino. I Måneskin si beccano la prima standing ovation della 72esima edizione. Amadeus si commuove di fronte al pubblico dell’Ariston, lasciandosi definitivamente alle spalle l’edizione quaresimale del 2021. Gianni Morandi, a fine esibizione, lo imita. Pure Damiano dei Måneskin si commuove.

Boom di ascolti: Sanremo piace ai giovani

Riparte da qui il Sanremo della «speranza» e della (quasi) normalità, la cui prima serata è andata in onda martedì 1 febbraio su Rai 1. Con questi numeri, migliori dei due anni precedenti: la prima parte ha avuto il 54,5% di share con 13 milioni 805 mila spettatori, la seconda il 55,4% con 6 milioni 412 mila spettatori. Nel 2021 la prima parte della prima serata del festival aveva fatto segnare 11 milioni 176 mila spettatori con il 46.4%, la seconda 4 milioni 212 mila con il 47,8 per cento. Questo Sanremo piace soprattutto ai giovani: durante l’esibizione di Mahmood e Blanco era sintonizzato l’85% della platea. Miglior ascolto da 17 anni a questa parte. L’ad della Rai Carlo Fuortes parla di «grande soddisfazione per la Rai». La presidente Marinella Soldi sottolinea come «ascolti e successo dimostrano l’unicità del Festival». Poi si entra nel merito. «Il merito è della selezione musicale», sottolinea il direttore di Rai 1 Stefano Coletta. «E anche del patto che Amadeus è riuscito a instaurare con il pubblico» della rete ammiraglia della Tv di Stato. Ha pagato «anche la grandissima ritmica della scaletta. Grande lavoro degli autori in questa direzione», secondo il direttore di Rai 1. Amadeus parla di «vittoria della musica italiana».

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Il Paese ha voglia di evadere, voltare pagina dopo il biennio pandemico, l’evento clou della Tv di Stato ne prova a interpretare le intenzioni. Intanto si volta dietro le spalle e gli scappa di piangere. Di felicità o disperazione? I due sentimenti sono più affini di quanto potremmo immaginare.

La classifica della sala stampa

Ma intanto guardiamo la classifica della prima serata di Festival, determinata dal voto della sala stampa (33% per carta stampa e tv, 33% per il web, 34% per le radio): primi Blanco e Mahmood, secondi La Rappresentante di Lista, terzo Dargen D’Amico, poi Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Noemi, Michele Bravi, Rkomi, Achille Lauro, Giusy Ferreri, Yuman e Ana Mena.

Mahmood e Blanco primi in classifica (Ansa)

Fiorello, «Mattarella dell’intrattenimento»

L’Italia del Festival si commuove, ma vuole soprattutto ridere. Il lungo teaser «vengo-non vengo» legato alla partecipazione di Fiorello è stato l’oggetto del suo monologo comico. Siccome è alla terza partecipazione al Festival, Rosario si definisce la nostra «terza dose». E se la prende affettuosamente con l’amico di una vita: «Spero di rivederti al funerale, tanto se nostro Signore fa l’appello tu sei con la A. Porto io il feretro, con Jovanotti, Antonacci e Nicola Savino», dice ad Amadeus. Che «ormai sta al Tg1 dalla mattina alla sera - insiste Fiorello - la gente lo ha scambiato per un virologo. Non gli credete quando dice che il quarto festival non lo farà, vertici Rai non gli credete: vi do un consiglio per il prossimo anno, chiamate il generale Figliuolo. Dal teatro Astrazeneca di Sanremo, prima cantano gli over 80», scherza. «Amadeus mi ha rotto tutti i giorni: devi venire. Una sera, pioveva, ho visto un bambino fuori della mia finestra: era il figlio Josè con un cartello “Non abbandonare papà”», continua Fiore.

Amadeus e Fiorello con Matteo Berrettini (Ansa)

«Se insisti ti mando i Jalisse, e sono fiumi di legnate. I Jalisse (esclusi dalle ultime 25 edizioni consecutive di festival, ndr) hanno un bambolotto con le sue sembianze, quando ti fa male la spalla sono loro». Fiorello si sente come Mattarella («lui voleva fare “The Voice Senior” e invece no: ancora presidente della Repubblica») e lancia l’ovazione dell’Ariston per l’inquilino del Quirinale. Poi ironizza anche su Draghi: «Ci voleva andare al Quirinale, aveva già preparato il discorso di fine anno a banche unificate». Ci sarà il tempo per un bacio apotropaico, da lui organizzato, tra Amadeus e il direttore di Rai 1 Stefano Coletta, e uno scambio di battute con il tennista Matteo Berrettini, reduce dalle semifinali degli Open d’Australia e sesto nel ranking Atp.

Standing ovation per i Måneskin

La prima standing ovation di questa edizione del festival l’Ariston la tributa ai Måneskin. La band romana che dopo la vittoria di undici mesi fa è andata alla conquista del mondo ha riproposto Zitti e Buoni, con la quale hanno anche vinto l’Eurovision Song Contest. «A noi sembra l’altro ieri di essere stati su questo palco. È bellissimo, questa accoglienza è meravigliosa e lo rende ancora più speciale», ha detto Damiano a nome di tutta la band. Si faranno rivedere sul palco per eseguire il nuovo singolo Coraline.

Amadeus abbraccia Damiano dei Maneskin (Ansa)

L’omaggio al cinema di Ornella Muti

Ornella Muti, alla vigilia, aveva alimentato il più sanremese possibile dei tourbillon di polemiche tra dichiarazioni sulla cannabis (legale) e sulla Russia (ma non se si parla di repressione della comunità Lgbt). Sul palco, però, si è limitata a presentare i cantanti e a interpretare un monologo sui grandi del cinema con cui ha lavorato. Una carrellata degli attori e registi con cui ha lavorato in 50 anni di carriera e oltre 200 film: è l’omaggio al cinema che Ornella Muti fa sul palco dell’Ariston.

Amadeus e Ornella Muti (Lapresse)

Sullo sfondo scorrono i volti, «Ugo Tognazzi sapeva che ero timida, spaventata, mi ha fatto da fratello maggiore, era molto ironico, generoso, divertente, cucinava per tutta la troupe»; Alberto Sordi «allegro, simpatico, ironico, stare con lui era come stare con uno di noi»; Paolo Villaggio «favoloso, molto intelligente, spiritoso, anche molto cinico»; Massimo Troisi «aveva fame di vita, era come se avesse un tempo che sapeva poteva scadere da un momento all’altro». E poi Tony Musante, «sospettoso», Alain Delon, «bello», Gerard Depardieu, «un vortice», Sylvester Stallone, «unico», Francesco Nuti, «un ragazzo molto semplice, legato alle sue radici, lo saluto con tanto amore». In ultimo l’appello dell’attrice: «Mi raccomando, andate a cinema, a teatro, ci regalano emozione e magia». Ci sarà il tempo per un messaggio ecologista con l’attrice che «regala» una quercia ad Amadeus.

Veronica de La Rappresentante di Lista (Ansa)

Le esibizioni dei cantanti in gara

Che dire delle esibizioni dei primi 12 artisti in gara? Di Achille Lauro accompagnato dall’Harlem Gospel Choir più che la canzone (Domenica) ricorderemo la tenuta alla Iggy e l’autobattesimo acchiappa-polemiche. Yuman (Ora e qui) viene da Sanremo Giovani e merita un posto da protagonista. Il brano Noemi (Non ho paura) conferma le perplessità dei pre-ascolti. Anche Gianni Morandi (Apri tutte le porte) si commuove all’applauso dell’Ariston. Bello il pezzo firmato da Jovanotti e Gianni è una garanzia.

L’auto-battesimo di Achille Lauro (Ansa)

Degna dello Studio 54 la performance de La Rappresentante di Lista (Ciao Ciao), il migliore dei tormentoni possibili. Da avanti veloce Michele Bravi (Inverno dei fiori). Poi un Massimo Ranieri emozionato e non in giornata di grazia (Lettera di là dal mare), Mahmood e Blanco in odore da podio con la canzone sanremese 4.0 (Brividi), il Latin tamarro di Ana Mena (Duecentomila ore), il tiratissimo trap-rock di Rkomi (Insuperabile), il manifesto politico danzereccio di Dargen D’Amico (Dove si balla) e una trascurabile Giusy Ferreri che parte da un tema che sviluppa la strofa di Please don’t let me be misunderstood (Miele). La serata offrirà anche una ribalta dance ai Meduza e un momento di commemorazione (alle 00:40) per Franco Battiato scomparso il 18 maggio 2021. Amadeus, sul palco, dice 28 maggio. E meno male che il titolo della canzone scelta per omaggiare il Maestro era La Cura.

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