Sanremo, Elisa in testa. Con Zalone share più alto dal ’95
Prima classifica generale: Mahmood & Blanco secondi, la Rappresentante di Lista al terzo posto. Le lacrime anti-razzismo di Lorena Cesarini
dall'inviato Francesco Prisco
I punti chiave
5' di lettura
Fiorello non c’è, ma ce ne facciamo una ragione. Il mattatore della seconda serata del festival di Sanremo Amadeus-ter si chiama Checco Zalone. Era l’ospite più atteso e non ha tradito le aspettative col suo inconfondibile stile irriverente e quelle gag sempre sul filo del politicamente scorretto. Prima re-inventa Cenerentola in calabrese, ma è una Cenerentola Lgbt che si risolve in un elogio del diverso. Poi sfotte i trapper «all’ossobuco» con Poco ricco, tormentone che spiega il fenomeno meglio di quanto potrebbero fare cento saggi sociologici. E quindi diventa il dottor Carrisi, improbabile virologo pugliese cugino di Al Bano, alle prese con un brano perfetto per i tempi: Pandemia, ora che vai via.
Elisa prima dopo il voto della stampa
Ma intanto guardiamo la classifica generale, determinata dal voto della stampa delle prime due serate: prima Elisa, secondi Mahmood & Blanco, terzi La Rappresentante di Lista. Dietro di loro Dargen D’Amico, Gianni Morandi, Emma, Ditonellapiaga & Rettore, Massimo Ranieri, Irama, Fabrizio Moro, Giovanni Truppi, Noemi, Sangiovanni, Michele Bravi, Rkomi, Achille Lauro, Matteo Romano, Highsnob e Hu, Giusy Ferreri, Iva Zanicchi, Aka 7even, Le Vibrazioni, Yuman, Tananai e ultima Ana Mena. Questa invece la classifica della sola seconda serata: in testa Elisa, poi Emma, Ditonellapiaga e Rettore, Irama, Fabrizio Moro, Giovanni Truppi, Sangiovanni, Matteo Romano, Highsnob e Hu, Iva Zanicchi, Aka 7even, Le Vibrazioni e Tananai. Quando ascoltammo il brano di Elisa ai pre-ascolti, c’era la consapevolezza che un brano così, 10/15 anni fa, avrebbe vinto facile ma oggi chissà. Sentito di nuovo alle prove e risentito in seconda serata di Festival, si può dire che anche quest’anno è papabilissimo per la vittoria. Generazione trap, permettendo.
Share più alto dal ’95
Se, anche grazie a Fiorello, la prima serata di Sanremo 2022 ha registrato il migliore share degli ultimi 17 anni, la seconda porta a casa uno share medio del 55,8% con 11 milioni 320mila spettatori. Per trovare cifre superiori tocca tornare indietro al 1995, quando il festival di Pippo Baudo con Anna Falchi e Claudia Koll centrò il 65.42%. Con il risultato di mercoledì la seconda serata del festival supera gli ascolti della prima (10 milioni 911 mila, pari al 54,7% di share) evitando il tradizionale calo fisiologico. I risultati migliorano anche quelli del 2020, quando la seconda serata del festival aveva avuto in media 9 milioni 693 mila spettatori e il 53.3% di share.
Zalone e la Cenerentola (trans) calabrese
Merito in gran parte di Checco Zalone che parte dal loggione («Io sono del popolino»), poi raggiunge il palco e si commuove: «Visto che qua piangono tutti, piango anch’io. Mi sento un Maneskin» (l’allusione è alle lacrime di Damiano nella prima serata, ndr). Singhiozza e sospira: «A volte penso che non merito tutto quello che ho avuto dalla vita. Poi ved’ a te», si rivolge ad Amadeus, «e dico: sì, me lo merito. Grazie, a nome di tutti gli italiani, perché ci fai sentire dei geni». Di lì a poco se la prenderà con il famigerato maschilismo del direttore artistico (due anni fa la gaffe sulle donne che devono restare un passo indietro, ndr). E la risolve raccontando la favola in rima in calabrese sulla diversità: una Cenerentola transgender che culmina in una parodia di Almeno tu nell’universo di Mia Martini in cui tale «Oreste d’o Brasil», un trans, descrive usi e soprattutto abusi dei suoi clienti chiedendosi: «E poi quello strano sarei io?»
La trap di Ragadi e «Pandemia ora che vai via»
Più avanti si esibirà nella parte di un trapper dal nome eloquente: Ragadi. «Mi porto dietro i demoni del passato», dice. Tanto da non riuscire a sedersi al piano senza un cuscino a ciambella. Lo accompagnano due producer dai nomi altrettanto eloquenti: Cisty e Fellea. Come tutti i trapper, si porta dietro un disagio. Nato povero? No, «poco ricco». E canta: «Che ne sai di me, della mia Playstation 2 quando era uscita la 3». Migliore fenomenologia di una certa scena urban italiana - che millanta disagio come pretesto narrativo - non si poteva fare. E ancora sarà il dottor Carrisi, virologo di Cellino San Marco, cugino di Albano. Che spiega: «Nel patto di Ippocrate c’è scritto che ’nu virologo nun pò sta d’accordo cu n’atu virologo». Canterà Pandemia, ora che vai via, pezzo firmato da tutti i virologi, da Brusaferro a Burioni, da Pregliasco a Rezza. Motivo: «Ho voluto dividere la Siae con tutti, perché qua quando finisce la pandemia siamo rovinati».
Pausini, Mika e Cattelan al timone di Eurovision
L’altra ospite d’eccezione è habitué dell’Ariston: Laura Pausini. Presenta il nuovo singolo, Scatola, firmato con Madame e Shablo, colonna sonora del nuovo film Amazon Original Laura Pausini - Piacere di conoscerti, per la regia di Ivan Cotroneo. Poi duetta con Mika su I have a dream degli Abba e dall’orchestra sputa Cattelan. E lì volevamo arrivare: c’è finalmente l’ufficialità della triade di presentatori dell’Eurovision Song Contest che si terrà a Torino il 10, 12 e 14 maggio. Il palco dell’Ariston è anche il luogo di lancio del contest che porterà alla scelta della colonna sonora dei giochi di Milano-Cortina 2026. Malika Ayane canta Un po’ più in là, composta dal Cpm di Milano, Arisa esegue Fino all’alba candidata dal Corpo Musicale La Cittadina San Pietro Martire di Seveso.
Le lacrime anti-razzismo di Lorena Cesarini
La serata, partita con l’omaggio di Amadeus alla grande Monica Vitti («Una grande donna, una grande attrice»), ha avuto un altro momento clou nel monologo di Lorena Cesarini, l’attrice nativa di Dakar lanciata da Diego Bianchi e volto di Suburra. «Mi sono sempre sentita italiana», ha detto. «Quando Amadeus ha annunciato che sarebbe stata co-conduttrice, ho scoperto che sono nera», leggendo alcuni post razzisti su Facebook. «Perché alcuni sentono la necessità di scrivere alcune cose sui social? Perché c’è chi si indigna per la mia presenza all’Aritston? Perché c’è gente che ha un problema con il mio colore della pelle? Non sono qui per darvi una lezione, ma sono una persona che, quando non sa una cosa, va ad informarsi». Legge un passo de Il razzismo spiegato a mia figlia di Tahar Ben Jelloun e si commuove: «Un uomo è uguale a un uomo».
Le esibizioni
Quanto al concorso, il primo a esibirsi è stato il supergiovane Sangiovanni (Farfalle) che, considerando la portata della sua fanbase, può fare molto bene. Intenso ed emozionante Giovanni Truppi con Tuo padre, mia madre lucia. Non proprio precisissima l’esecuzione di Francesco Sarcina, cantante de Le Vibrazioni nel rock alla Franz Ferdinand Tantissimo. Performance con omaggio finale a Stefano D’Orazio, compianto batterista dei Pooh il cui volto è impresso sulla grancassa della band. Grande l’interpretazione di Emma diretta da Francesca Michielin, ma la canzone (Ogni volta è così) è così così. Da avanti veloce Matteo Romano (Virale). Standing ovation per Iva Zanicchi (Voglio amarti) in quota retro cringe. Si conferma divertente l’ammiccante italo disco di Ditonellapiaga e Rettore (Chimica) così come Elisa (O forse sei tu) avanza legittime pretese per il gradino più alto del podio. Solito Fabrizio Moro (Sei tu). Imbarazzante, oltre che impreciso, Tananai (Sesso occasionale), trascurabili Irama (Ovunque sarai), Aka7even (Perfetta così), Highsnob e Hu (Abbi cura di te).
loading...