Sanremo, Salvini e Pinguini Tattici Nucleari: quando la polemica è strumentale
Dopo Junior Cally anche la band bergamasca finisce nel mirino, per il testo di «Irene». E ci vuole fantasia. Ma l’obiettivo è l’ad Rai Salini
di Francesco Prisco
3' di lettura
È Sanremo, ma sembra il bowling del centro commerciale il Globo: si mira al centro e l’intento è evidentemente far cadere tutti i birilli, quelli che stanno dietro come quelli ai lati. Si tira sul cantante e/o sul direttore artistico Amadeus, ma l’obiettivo vero è l’ad Rai Fabrizio Salini, nominato dal governo giallo-verde in quota M5S, adesso sgradito alla Lega e a quanto pare neanche difeso più di tanto dal Pd. E la polemica su Junior Cally lascia il posto a quella sui Pinguini Tattici Nucleari.
«Irene» nel mirino
Una polemica piuttosto strumentale, rilanciata via Twitter niente meno che dal leader della Lega Matteo Salvini. «“Questa sera la faccia te la strapperei via, così faresti paura al mondo ma resteresti sempre mia” e “Le mie mani Brigate Rosse accarezzano te che sei Aldo Moro”. Ma dove sono usciti i “Pinguini tattici nucleari”?», scrive l’ex ministro degli Interni, taggando Red Ronnie, primo a sollevare la questione del gruppo bergamasco.
Junior Cally e Pinguini, trova le differenze
Tanto per cominciare, andrebbe fatto un discorso preliminare: né Irene dei Pinguini, né Strega di Junior Cally andranno al Festival di Sanremo. Stiamo parlando dei trascorsi degli artisti in questione. È come se l’Accademia di Svezia nel 1997 avesse negato a Dario Fo il Nobel per la militanza nella Repubblica sociale risalente a quando aveva 17 anni. Quindi entriamo nel merito. Il brano Strega e il relativo video potranno forse essere equivocati da chi non è fan del rapper romano (non dai fan, perfettamente a conoscenza delle sue posizioni anti-sessiste). Per equivocare Irene , brano del 2017 tirato in ballo da Salvini e Red Ronnie, occorre invece una fervida immaginazione: è una canzone d’amore che utilizza metafore iperboliche, non lo sfogo di un pazzo che vuole sfregiare la compagna con l’acido o un inno alle Br. È come se stessimo inchiodando Francesco Petrarca al verso «E duro campo di battaglia il letto», accusandolo di chissà quali pratiche perverse.
Guardando il dito, piuttosto che la luna
Irene è un pezzo sull’impossibilità dell’amore e, insieme, l’impossibilità del non amore che contiene una dichiarazione dei propri sentimenti perfettamente in linea coi tempi («Il futuro che ti potevo dare/ L’ho barattato per i vinili che ho in soffitta/ Te li regalerò quando avrai perso le speranze/ E ti sentirai sconfitta») e insieme un avvertimento a chiunque si avventuri in letture troppo superficiali del testo («Irene non fidarti mai/ Dei testi delle mie canzoni/ Soprattutto di quelle da parafrasare/ Che sono le peggiori»). Versi che sembrano scritti proprio per chi - come Salvini e Red Ronnie in questa circostanza - guardano il dito piuttosto che la luna.
Red e la chitarra di Hendrix
Per quanto ci riguarda, è la migliore canzone italiana degli ultimi 20 anni. Se pretendiamo di leggerla con un occhio bendato, come quando si fa l’esame della vista, facciamo un torto più a noi stessi che a chi l’ha scritta. A Salvini, che in un tweet contro Junior Cally invoca i tempi di Vasco a Sanremo, potremmo ricordare alcuni trascorsi del suo idolo all’insegna della gender discrimination («Ho perso un’altra occasione buona stasera/ È andata a casa con il negro, la tr...»). A Red Ronnie potremmo ricordare che una volta possedeva una Fender appartenuta a Jimi Hendrix. Si è mai chiesto di cosa parla il testo di Hey Joe? Un aiutino glielo possiamo dare: è la storia di un uomo che per gelosia spara alla propria donna. Non faremo né l’una né l’altra cosa, perché ci sembra sempre più evidente che le polemiche su Junior Cally e Pinguini Tattici Nucleari sono pretestuose. Tutto il resto è campagna elettorale.
Per approfondire:
● Vedrai, anche tu diventerai un Pinguino
● Sanremo, Amadeus porta Clerici, Leotta e Georgina: «Il festival è di tutti»
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