La “black list” Ue contro il cerchio magico di Putin
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue operativo il pacchetto di pesanti sanzioni “ad personam”, dirette a colpire 26 figure di spicco dell'”inner circle” del potere putiniano
di Vittorio Nuti
4' di lettura
Guerra o pace, la burocrazia Ue non cambia. L'aggravarsi dell'”operazione militare speciale” (come la definisce eufemisticamente Vladimir Putin) o guerra Russia-Ucraina (come correttamente la chiamano le autorità di Kiev) ha indotto l'Unione Europea ad avviare il più vasto programma di sanzioni della storia contro l'economia russa: blocco mirato delle transazioni Swift, blocco dei beni personali del presidente, divieto di esportare tecnologie e attrezzature, e così via.
A corollario, il Consiglio europeo ha disposto un pesante pacchetto di pesanti sanzioni “ad personam”, dirette a colpire 26 figure di spicco dell'”inner circle” del potere putiniano, a cui sono demandate in particolare le leve del potere economico interno alla Russia organizzato in grandi conglomerati economici. Si tratta dei cosiddetti oligarchi, i favoriti del regime, molto noti anche nei Paesi occidentali per il loro peso economico e le loro bizzarrie da supericchi, tra cui spiccano Igor Sechin, Mikhail Fridman, e Petr Aven, In lista anche diversi ministri di primo piano e personalità politiche come il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, e diversi giornalisti e registi responsabili della propaganda russa.
Nel mirino 26 magnati e una società
Per diventare operativa, la lista dei sanzionati deve però seguire le regole Ue. Ecco quindi la regolare (e tempestiva) pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 59/1 del 28 febbraio 2022, come “atto non legislativo”, della relativa Decisone del Consiglio europeo 2022/337 che elenca 26 persone (e la società per azioni Sogaz), considerati fiancheggiatori e sostenitori di Putin, e finiti per questo nel mirino di Bruxelles. In 15 pagine, la Gazzetta riassume in maniera ordinata il Curriculum vitae di ologarchi di grido, elencando nome (anche in cirillico), “informazioni identificative”, come data e luogo di nascita, sesso e cittadinanza, e motivo per l'inserimento nella “lista nera”.
Per ciascuno, una fotografia sintetica in una quarantina di righe che spiega la vicinanza al leader russo: i favori reciproci, il sostegno economico, in alcuni casi il comune servizio nel Kgb, l'assistenza e la collaborazione ai piani di controllo sull'economia statale russa, il “sostegno attivo” alle azioni che negli ultimi anni hanno compromesso la sovranità ucraina. I 26 si aggiungono ad altre 670 tra persone a vario titolo già sottoposte a sanzioni europee (ma la lista è destinata al allungarsi ulteriormente). Per loro scatta il congelamento dei beni e il divieto di entrare o transitare nel territorio dei Paesi Ue.
Il Ghota del potere economico favorito da Putin
Vediamola dunque questa lista. Ci trovate Igor Sechin, amministratore delegato di Rosneft, compagnia petrolifera statale russa e uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio greggio. È considerato uno dei membri più potenti dell’élite politica russa e uno dei consiglieri più fidati Putin, nonché suo amico personale, in contatto quotidiano con il presidente. I suoi legami con Vladimir Putin sono lunghi e profondi: ha lavorato con il presidente nell’ufficio del sindaco di San Pietroburgo negli anni ’90 e da allora ha dimostrato la sua lealtà. Il suo cursus honorum rispecchia tutto questo: nel 1999 vice capo dell'amministrazione Putin, nel 2008 vice primo ministro, nel 2012 il ruolo di Ceo in Rosneft.
Mikhail Fridman è il fondatore e uno dei principali azionisti del Gruppo Alfa, di cui fa parte la grande banca russa Alfa Bank. È riuscito a coltivare forti legami con l’amministrazione di Vladimir Putin ed è stato indicato come uno dei massimi finanziatori russi e abilitatore della cerchia ristretta di Putin. A suo tempo, riuscì ad acquisire beni statali attraverso collegamenti con il governo. La figlia maggiore di Vladimir Putin, Maria, ha gestito un progetto di beneficenza, Alfa-Endo, finanziato da Alfa Bank. Vladimir Putin ha premiato la fedeltà del Gruppo Alfa alle autorità russe fornendo aiuto politico ai piani di investimento estero del Gruppo Alfa.
Altro nome di spicco è quello di Petr Aven, uno degli oligarchi più vicini a Putin. Importante azionista del Gruppo Alfa, che comprende una delle maggiori banche russe, Alfa Bank, è uno dei 50 uomini d’affari russi supericchi che si incontrano regolarmente con il presidente. La sua amicizia con Putin risale ai primi anni ’90: quando era ministro degli Affari economici esteri, e aiutò l'allora vicesindaco di San Pietroburgo nelle indagini della Commissione Sal’ye. La figlia maggiore di Putin, Maria, ha gestito un progetto di beneficenza, Alfa-Endo, finanziato da Alfa Bank.
Tra i 26 oligarchi individuali dalla “black list” Ue figura poi Dmitri Peskov, il noto addetto stampa del presidente russo. Peskov ha sempre difeso la politica aggressiva della Russia contro l’Ucraina, inclusa l’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Federazione Russa. In numerose dichiarazioni ha sottolineato che il territorio della Crimea e di Sebastopoli è parte integrante della Russia e che il suo recupero da parte dell’Ucraina non è possibile. E definito le azioni ucraine volte a porre fine all’occupazione russa della penisola di Crimea una rivendicazione territoriale contro la Russia.
Oltre ai 26 oligarchi nel pacchetto di sanzioni Ue (il terzo, in ordine di tempo) è inclusa anche la società ’Gas Industry Insurance’. La società per azioni «Gas Industry Insurance Company Sogaz» - spiega la Decisione del Consiglio Ue - ha assicurato la costruzione dell’infrastruttura ferroviaria che collega il ponte sullo stretto di Kerch e il porto di Taman e ha riassicurato la costruzione del ponte sullo stretto di Kerch. Ha pertanto sostenuto il consolidamento della penisola di Crimea annessa illegalmente nella Federazione russa, che a sua volta ha ulteriormente minato l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.
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