ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùEconomia di guerra

Così Mosca prepara da anni le sue finanze per resistere alle sanzioni

Mosca ha rafforzato le difese finanziarie: oggi ha riserve per 630 miliardi, poco debito, grandi introiti da materie prime e più autonomia

di Morya Longo

Ucraina, Biden: Putin ha scelto la guerra, pagherà le conseguenze

4' di lettura

Ha un debito pubblico quasi inesistente, pari al 17% del Pil. Ha 630 miliardi di dollari di riserve, di cui 150 miliardi in oro. Ogni singolo giorno, secondo i calcoli di Bloomberg, vende 3,5 milioni di barili di petrolio e 275 milioni di metri cubi di gas a Europa, Stati Uniti e Gran Bretagna, incassando qualcosa come 700 milioni di dollari. Ogni 24 ore. E negli anni ha ridotto i suoi legami finanziari con l’Occidente, anche quelli che dipendono dal famigerato sistema Swift. La Russia è da anni che lavora per rafforzare le sue difese finanziarie: mentre l’Europa pensava ad altro, tra una crisi del debito e una pandemia, Vladimir Putin ha posizionato i “carri armati” finanziari ed economici molto prima di quelli veri e propri.

Così oggi che invade l’Ucraina, la Russia sembra avere le spalle abbastanza larghe per resistere a sanzioni e ostilità. Almeno per un po’ di tempo. Soffre, certo, per le sanzioni, per il crollo della Borsa di Mosca (-39,4%) e per la caduta del rublo (-6,7% sul dollaro), ma ha la forza nel bilancio pubblico per resistere. Il vaso di coccio, attualmente, è più l’Europa: quella che maggiormente soffre dal punto di vista economico la guerra in Ucraina. «Le sanzioni del 2014 sono state un colpo duro per Mosca, anche perché coincisero con un prezzo del petrolio basso - osserva Eleonora Tafuro, ricercatrice Ispi per l’area russa -. Da allora la Russia lavora per diventare più resiliente». Così oggi inizia una guerra con molti più “carri armati finanziari” in campo.

Loading...
COME SONO COMPOSTE LE RISERVE RUSSE
Loading...

L’air bag delle riserve

Un punto di forza importante è costituito dalle riserve valutarie: la Russia ne detiene attualmente per 630 miliardi di dollari. Si pensi che nel 2014 erano scese a 300 miliardi. Non solo: a partire dal 2018 Mosca ha ridotto drasticamente la quantità di riserve investite in titoli di Stato Usa, azzerandole quasi. In compenso ha aumentato le riserve in oro, arrivando a detenere 145 miliardi di dollari di metallo giallo, cifra che fa della Russia il quinto detentore di oro al mondo.

Questo costituisce un “cuscinetto” finanziario per far fronte a momenti difficili. Calcolando il rapporto tra riserve ed esportazioni, si evince che la Russia potrebbe ipoteticamente sopravvivere 1,3 anni senza esportare ma solo attingendo alle riserve. Oppure, guardando all’import, emerge che la Russia ha oltre due anni di importazioni praticamente già pagate. Insomma: Mosca ha un cuscinetto, un “air bag” finanziario, molto grosso.

L’arma di petrolio e gas

Ma il vero punto di forza della Russia sta nelle materie prime: petrolio e gas, innanzitutto, ma anche grano e altri materiali di cui è grande produttrice ed esportatrice. Con i prezzi alle stelle, la Russia non fa altro che aumentare le sue entrate. Pensiamo, per fare un esempio, al petrolio. Calcola JP Morgan che, con il barile a 100 dollari, ci sarà nel 2022 un travaso di ricchezza dai Paesi consumatori (tra i quali l’Europa) a quelli produttori (tra i quali la Russia) di 2.200 miliardi di dollari. E dato che la Russia è un grande esportatore di petrolio all’Europa, si può dire che la guerra in Ucraina gliela stiamo pagando in buona parte noi europei.

Si pensi che il bilancio pubblico russo è in pareggio quando il petrolio quota a 43 dollari al barile: ora che sta oltre i 100, Mosca continua ad aumentare il surplus e dunque le riserve. Per un Paese che ha pochissimo debito pubblico da rifinanziare (cosa che riduce la sua dipendenza dagli investitori internazionali) è tutto grasso che cola. Discorso opposto per l’Europa, che invece il rincaro delle materie prime lo subisce. E lo paga in termini di inflazione e di rallentamento economico.

La lenta diversificazione degli acquirenti di gas

La situazione potrebbe cambiare se si colpissero le sue esportazioni di materie prime. Per l’Europa sarebbe un colpo durissimo, dato che - per esempio - dipende dal gas russo per il 40% dell’import totale. Anche Mosca soffrirebbe: come notano gli economisti di Natixis, la capacità della Russia di deviare i flussi di gas dall’Unione Europea verso la Cina è per ora molto limitata. Mosca è da anni che sta allargando le esportazioni fuori dai confini europei, ma ancora la diversificazione è a metà del guado. Un blocco delle forniture di materie prime sarebbe insomma un duro colpo per entrambi. A prescindere da chi lo decida.

Il tentativo di «smarcamento» da Swift

Ma la Russia si sta preparando anche a questo. Soprattutto se il blocco arrivasse di fatto, con una delle sanzioni che è sul tavolo da tempo: l’esclusione della Russia dal sistema di pagamenti internazionali Swift, un consorzio di banche che collega attraverso una rete informatica circa 11mila istituzioni finanziarie in tutto il mondo. Insomma: l’infrastruttura che rende possibili i pagamenti transfrontalieri, senza la quale diventa complicato pagare il gas o il petrolio o altro.

In realtà Mosca è da anni che sta cercando di affrancarsi da questo sistema: come spiega il professor Luca Fantacci della Bocconi per l’Ispi, nel 2014 la Russia ha creato un sistema alternativo (chiamato SPFS), che nel 2021 ha intermediato circa 13 milioni di messaggi tra i più di 400 intermediari finanziari aderenti al sistema per un totale pari al 20% dei trasferimenti nazionali. Nel caso in cui le banche russe fossero disconnesse da Swift - continua Fantacci -, il sistema finanziario russo potrebbe appoggiarsi anche al sistema di pagamento interbancario transfrontaliero cinese (Cips). Inoltre buona parte del gas viene pagato dall’Europa in euro. Certo che questa misura farebbe male, ma anche in questo caso Mosca prepara da anni le alternative.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti