Sanzioni alla Russia, l’Europa insiste: congelati gli asset di Putin e Lavrov
Via libera anche alle altre misure finanziarie ma Mosca non è ancora esclusa da Swift. Zelensky:sentito Draghi, favorevole a Russia fuori da Swift
di Beda Romano
4' di lettura
Il pacchetto di sanzioni contro la Russia, adottato giovedì 24 febbraio dai Ventisette in piena invasione russa dell’Ucraina, prenderà di mira, oltre i settori finanziario e bancario, anche il Cremlino: il presidente Vladimir Putin e il ministro degli Esteri Serghej Lavrov. Nuove misure sanzionatorie sono già sul tavolo. Intanto, i ministri delle Finanze europei hanno sostenuto che la strategia comunitaria avrà un impatto certo sull’economia russa e quindi presumibilmente sulle azioni del governo russo.
«A questo punto il presidente Putin e il ministro Lavrov si aggiungono ad altri leader sanzionati dall’Unione europea: Bashar al-Assad e Aleksander Lukashenko – ha osservato in una conferenza stampa a Bruxelles il 25 febbraio l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell –. Vogliamo isolare la Russia dalla comunità internazionale, ma non vogliamo pesare sulla popolazione». Nel frattempo, la Russia è stata anche esclusa dal Festival dell’Eurovisione e le è stata ritirata l’organizzazione della finale della Champions League di calcio.
Il pacchetto-bis di sanzioni
Il secondo pacchetto di sanzioni è assai più variegato del primo, adottato martedì 22 febbraio. Oltre a riguardare due massimi dirigenti della Russia e varie altre persone, va a colpire il settore finanziario, quello petrolifero (nel campo della raffinazione), quello dei trasporti (il 75% delle parti di aereo proviene dall’Europa e dal Canada), e quello high-tech (blocco all’export dei semiconduttori).
L’Unione europea «vuole tagliare tutti i legami tra la Russia e il sistema finanziario globale», ha commentato il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire. Parlando alla stampa prima di una riunione dei ministri delle Finanze a Parigi, ha aggiunto: «Vogliamo isolare finanziariamente la Russia (...) Vogliamo prosciugare i finanziamenti» dell’economia russa.
Secondo i Ventisette, le sanzioni decise il 24 febbraio, e adottate formalmente il 25 dai ministri degli Esteri, colpiranno il 70% del settore finanziario russo. A Parigi, il governo ha annunciato che è già iniziato un censimento dei cittadini russi che hanno averi in Francia con l’obiettivo di congelare gli attivi.
Vi è consenso per sostenere che le sanzioni peseranno sull’economia russa, magari non con effetti immediati, ma a lungo andare. I Ventisette hanno deciso per ora di non escludere la Russia dal circuito interbancario Swift. C’è chi ha notato che la scelta potrebbe penalizzare coloro che per esempio acquistano gas da Mosca; altri si sono chiesti se non valesse la pena tenere munizioni da parte per rispondere a eventuali contro-sanzioni russe.
Swift sul tavolo dei 27
Il 25 febbraio a Parigi, il ministro Le Maire ha assicurato che «Swift è sul tavolo», confermando che alcuni Paesi sono restii a escludere la Russia dalla rete interbancaria, ma ha sottolineato che «la Francia non è tra questi». Ha anche lasciato intendere che dopo una attenta valutazione una decisione positiva potrebbe essere presa. Lo stesso ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ha detto che «tutte le opzioni sono sul tavolo»; e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha assicurato che «non c’è alcun veto italiano».
Era corsa voce che l’Italia volesse ostacolare questa specifica sanzione. Smentita sabato 26 febbraio, quando il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sentito telefonicamente il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Questo è l’inizio di una nuova pagina nella storia dei nostri Stati, Ucraina e Italia - ha scritto su twitter il presidente ucraino Zelensky - . Il presidente del Consiglio Mario Draghi in una conversazione telefonica ha sostenuto l’uscita della Russia da Swift, la fornitura di assistenza alla difesa. L’Ucraina deve entrare a far parte dell’Ue».
Sempre a questo riguardo il ministro dell’Economia Daniele Franco aveva precisato a Parigi che «la preoccupazione riguarda la possibilità di continuare a pagare il gas naturale russo». È una preoccupazione, ha detto il ministro, che concerne l’Italia e altri Paesi. «Non vi è nessuna divergenza d’opinione. Dobbiamo solo stare attenti» a non bloccare con eventuali sanzioni i pagamenti e quindi le forniture di gas russo.
Anche Cipro - come annunciato in un tweet il 26 marzo dal ministro degli Esteri ucraino Dymtro Kuleba, non bloccherà la decisione di mettere al bando la Russia dal sistema internazionale dei pagamenti Swift. E anche la Germania pare orientata nella stessa direzione.
Ungheria, nessun veto su Swift, suo ok non dipende da noi
«L’Ungheria è al 100% allineata con l’Ue nei suoi sforzi congiunti. Non stiamo facendo nulla di meno di quello richiesto dalla posizione europea. E fare di più non dipende dall’Ungheria». Lo scrive il portavoce del premier Viktor Orban, Zoltan Kovacs definendo una “fake news” la notizia secondo la quale Budapest sarebbe l’unica capitale in Ue rimasta contro le sanzioni alla Russia sul sistema Swift.
Quanto a ulteriori sanzioni, preannunciate anche dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, i ministri delle Finanze ministri delle Finanze hanno affermato sempre il 25 febbraio: «Attueremo immediatamente queste sanzioni finanziarie ed economiche. Queste sanzioni dureranno per tutto il tempo necessario e saranno integrate da ulteriori decisioni». Il tentativo è di mantenere la pressione sulla Russia perché interrompa le operazioni militari in Ucraina e torni al tavolo delle trattative con Kiev.
Usa valutano sanzioni contro Banca Centrale russa
Oltreoceano gli Stati Uniti stanno valutando sanzioni contro la Banca Centrale russa, in una mossa che farebbe finire nel mirino americano 643 miliardi di dollari di riserve che il presidente Vladimir Putin ha accumulato prima della pianificata invasione dell’Ucraina. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti.
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