Sanzioni alla Russia, oltre 4 italiani su 5 disponibili a ridurre i consumi energetici
Oltre 6mila follower della pagina LinkedIn del Sole 24 Ore in larga maggioranza si sono detti disposti ad abbassare le temperature di casa, ridurre la corrente elettrica e usare di meno la propria auto
di Marco lo Conte
3' di lettura
Oltre 4 italiani su cinque sono disponibili a ridurre in misura rilevante i propri consumi energetici, come conseguenza delle sanzioni alla Russia. L'83% di chi ha partecipato al sondaggio pubblicato sulla pagina LinkedIn del Sole 24 Ore si è detto risposto a ridurre i consumi in tema di energia elettrica, il carburante per la propria auto oltre che il riscaldamento o il raffrescamento della propria abitazione. Nel dettaglio, il 43% si dice disponibile a ridurre i consumi energetici del 30% circa, mentre un altro 40 per cento asserisce di esser disposto a tagliarli del 10%. Il 16% delle persone che hanno partecipato al sondaggio ha invece dichiarato di non avere in previsione una modifica dei propri consumi energetici, mentre il 2% prevede di aumentare nel prossimo futuro l’uso dell’auto, della corrente elettrica e dei consumi per riscaldamento o raffrescamento della propria abitazione.
Un risultato che, almeno negli intenti, conferma come gli italiani siano pronti ad accettare di adattarsi alle conseguenze che il conflitto in Ucraina sta generando per l'approvvigionamento energetico, in ragione delle crescenti sanzioni che l'Ue ha imposto a Mosca.
Le intenzioni espresse
Anche se è appena il caso di sottolineare che l'espressione della propria intenzione non corrisponde direttamente a un conseguente comportamento. E alla prova dei fatti è probabile che una fetta di quell'83%, messa alle strette, non partecipi davvero a un “sacrificio energetico”. Ma l’esito del sondaggio proposto dalla redazione del Sole 24 Ore alla propria community di follower che ci leggono su LinkedIn, non lascia adito a dubbi:
Alla rilevazione hanno partecipato 6.466 follower della nostra pagina, è stata vista da circa 250mila lettori e ha generato diverse decine di commenti ad opera di una community che si è espressa in materia. Numeri che confermano come venga percepito il legame tra i comportamenti individuali e dipendenti dalle esigenze personali e il contesto in cui ci si muove, condizionato dalle conseguenze del conflitto in Ucraina che, com'è noto, ha portato la Ue a imporre diversi pacchetti di sanzioni per quanto riguarda il gas proveniente dalla Russia, con inevitabile dibattito interno sulle conseguenze del caso.
I commenti dei lettori
E i commenti riflettono una pluralità di atteggiamenti sul tema. C’è chi interviene sull’importanza della riduzione dei consumi ma resta perplesso sugli aspetti a cascata: «Resto sempre colpito del fatto che i sistemi di controllo e monitoraggio dei consumi non siano obbligatori e incentivati. Se pensiamo al 110%, lo stato si accolla tutto il costo e non controlla poi l'effetto a efficacia demandando il tutto a controlli sulla carta: non è efficienza energetica ma presunzione di efficienza. Ma dico io…è tanto difficile obbligate l'installazione di sistemi di monitoraggio?».
E chi ritiene di far già la “propria parte”: «Io credo sia giusto, anzi avrei dovuto pensarci prima. Ma la cruda verità è che è facile abituarsi alle comodità, arrivando anche ad abusarne. Io non guido, uso i mezzi pubblici o la bicicletta. In famiglia, abbiamo una sola macchina. Però mi piace avere la casa calda, a volte mi capita di lasciare il caricabatterie attaccato alla presa...solo soletto...Insomma, penso che sia mio dovere fare la mia parte per migliorare la condizione del nostro pianeta, al di là di tutto».
In molti, poi, sottolineano il tema della diversificazione energetica: «Che ci siano degli sprechi senza dubbio e che ciascuno possa cercare di ridurre i propri consumi (per quanto possibile) sono d'accordo. Però questi sono solo dei palliativi. Se avessimo dato il via libera alle centrali nucleari forse non ci troveremo in questa situazione. Perché se noi come paese dobbiamo sempre dipendere dagli altri (energia, materie prime, smaltimento rifiuti, etc…), vuol dire trovarsi sempre in svantaggio competitivo». Insomma commenti diversificati e complessivamente preoccupati per gli scenari che si stanno definendo in questa fase.
L’opzione nucleare
Gli esiti del sondaggio lanciato su LinkedIn dal Sole 24 Ore rispecchiano altre analoghe rilevazioni effettuate di recente e rilanciano l’attenzione degli italiani per i consumi energetici, sopita fino ai rincari dei mesi scorsi. Gli stessi analisti si dicono stupiti dall’alta disponibilità degli italiani a riconsiderare il livello dei propri consumi energetici, almeno per quanto rilevato dalle loro interviste. L’attenzione per la materia passa anche dalla ridiscussione dell’approvvigionamento energetico che negli ultimi anni aveva portato a una riduzione dei fossili. Incrociando diversi sondaggio, in pochi mesi gli italiani favorevoli al nucleare sono passati dal 33 al 51%.
H @mindloconte
loading...