Sanzioni Ue, slitta ancora l’accordo sull’embargo al petrolio russo
La quarta riunione in pochi giorni dei rappresentanti diplomatici dei Ventisette è terminata senza esiti domenica 8 maggio
di Beda Romano
2' di lettura
BRUXELLES - Continua a rivelarsi incredibilmente difficile la messa punto di un sesto pacchetto di sanzioni europee contro la Russia, sulla scia dell'invasione dell'Ucraina. La quarta riunione in pochi giorni dei rappresentanti diplomatici dei Ventisette è terminata senza esiti domenica 8 maggio. I negoziati proseguiranno nei prossimi giorni con l'obiettivo di stemperare l’impatto dell'embargo petrolifero su alcuni paesi dell'Est Europa, particolarmente dipendenti dal greggio russo.
I contatti proseguono
«Dobbiamo ancora finalizzare, in uno spirito di solidarietà, le garanzie necessarie di approvvigionamento dei paesi membri in una situazione molto particolare, poiché dipendono da un oleodotto proveniente dalla Russia», hanno spiegato la presidenza francese dell'Unione europea e la Commissione europea. «Proseguiranno contatti a tutti i livelli all'inizio della settimana con l'obiettivo di raggiungere un accordo il più velocemente possibile su un sesto pacchetto di sanzioni».
Il pacchetto presentato a inizio settimana dalla Commissione europea prevede numerose misure, quasi tutte accettabili per gli Stati membri, salvo in particolare l'embargo contro il petrolio russo. Alcuni paesi dipendenti dal greggio proveniente dalla Russia – come l'Ungheria, la Slovacchia o la Repubblica Ceca, hanno chiesto una moratoria e possibili compensazioni. Secondo le informazioni circolate qui a Bruxelles, i Ventisette stanno quindi discutendo anche di «riconversione infrastrutturale».
Diplomatici bruxellesi insistono per definire tecniche le difficoltà nelle trattative: «Il Consiglio è unito sulla necessità di adottare il sesto pacchetto di sanzioni», spiega un diplomatico. «Non vi sono divisioni tra gli Stati membri, solo questioni tecniche legate alla sicurezza degli approvvigionamenti e alla riconversione industriale».
Ipotesi moratoria per i paesi più dipendenti fino al 2024
Sul tavolo c'è l'ipotesi di una moratoria dell'embargo fino al 2024 per i paesi più dipendenti dal petrolio russo.È vero che finora l'Ungheria si è dimostrata particolarmente unita al resto dei paesi europei nel sanzionare la Russia, nonostante il rapporto politico che lega il premier ungherese Viktor Orbán al presidente russo Vladimir Putin. Al tempo stesso, come non ricordare che l'Ungheria si è rivelata negli ultimi mesi ostica nella ricerca di compromessi a Ventisette?
Nel mirino per via di una deriva dello stato di diritto, il paese è ancora in attesa del benestare di Bruxelles al suo piano di rilancio economico. Le altre misure proposte dalla Commissione europea prevedono l'esclusione di tre banche russe dal sistema di messaggeria finanziaria, fra le quali la Sberbank. Tra le sanzioni presentate da Bruxelles, lo stesso divieto di trasportare petrolio russo verso paesi terzi non è piaciuto ad alcuni membri Ue, tra cui la Grecia, Cipro e Malta, i quali hanno chiesto di poter godere anche loro di qualche forma di moratoria.
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