Sarah Jessica Parker spiega come creare new business sviluppando partnership
Notorietà vs impresa: ci sono personaggi-azienda capaci di capitalizzare il successo e la riconoscibilità della propria immagine in prodotti e brand.
di Alessandra Mattanza
4' di lettura
La si incontra, di tanto in tanto, nella piccola pasticceria Magnolia Bakery vicino alla sua townhouse nel Greenwich Village a New York. Negli ultimi mesi, però, Sarah Jessica Parker è soprattutto nella sua boutique SJP, dove vende scarpe made in Italy, realizzate su suo disegno. Intanto ha annunciato il revival, con HBO Max, della serie tv che l'ha resa famosa in tutto mondo: Sex and the City. Un'occasione per incontrarla e farsi raccontare come si possa capitalizzare il successo di pubblico e di immagine reinventandosi imprenditrice, attraverso partnership mirate, con un patrimonio valutato oltre 100 milioni di dollari e un'abilissima gestione di social media e marketing digitale.
Lei ha cominciato a lavorare a tempo pieno fin da bambina. Sì, a otto anni già facevo le mie prime audizioni. Venivo da una famiglia povera. In casa mia non è mai mancato l'affetto, ma regnava il caos. Lavorare, ed essere pagata per farlo, mi faceva sentire bene. Nel 1976 debuttai a Broadway, ero una ragazzina, così ci trasferimmo da Cincinnati a New York. Da allora questa è sempre stata la mia città. Oggi faccio parte del Partnership for New York City, un'organizzazione senza scopo di lucro composta da un gruppo selezionato di amministratori delegati di società che operano in città. Sono anche vicepresidente del New York City Ballet: ho sempre amato la danza classica perché mi ha insegnato il valore della disciplina e l'importanza di una forte etica lavorativa.
Come si è avvicinata al mondo del business? Tutto è cominciato quando sono diventata produttrice della serie tv Sex and the City. È stato in quell'occasione che mi sono resa conto quanto mi piacesse avere più responsabilità. Lì ho scoperto anche di avere un buon senso per gli affari. Sono sempre stata una grande risparmiatrice, perché, con il mio passato, ho avuto costantemente paura di rimanere senza risorse. Ma, in quel momento, mi si è aperto un mondo: la prospettiva di una nuova carriera. Me ne resi conto ancora di più quando lanciai il mio primo profumo, nel 2005: Lovely. Due anni dopo è arrivato Covet e, poi, Covet Pure Bloom. Nel 2009 ho creato altre tre fragranze: Dawn, Endless e Twilight. Da allora la crescita in questo settore è stata continua. Mi piaceva occuparmi personalmente dei costi e dei ricavi, di come incrementare i guadagni. Sapevo che essere famosa mi avrebbe aiutato, ma il mercato era ed è molto competitivo. Ho dovuto lavorare duro, per acquisire credibilità e mi ha aiutato lavorare in un team con persone intelligenti che mi hanno seguito e insegnato a conoscere meglio il settore.
Il personaggio che interpreta in Sex and the City , Carr ie Bradshaw, è un'icona moda e, come lei, è una fan delle scarpe di Manolo Blahnik. Io e Carrie ci assomigliamo per certi versi, ma non per altri: penso di essere molto più razionale e pratica. Ho lanciato la mia prima linea di moda, Bitten, nel 2007, ma è stato nel 2014 che ho investito di più in questo settore, con la mia SJP Collection, una collezione di scarpe co-realizzata con George Malkemus, il presidente di Manolo Blahnik Usa. Ora ho aperto le mie boutique in diverse città americane e ne vado fiera. Non voglio che i miei prodotti siano solo eleganti, ma che siano adatti a tutti i giorni, per essere indossati con piacere da una donna che lavora.
Come sta andando in questo periodo? Non è un momento facile, cerchiamo di vendere principalmente online, di fare virtual shopping, quando siamo chiusi. Ma con Partnership for New York City stiamo cercando di promuovere e supportare le attività locali, quei negozi e quelle piccole boutique di proprietà di singoli designer, artisti, artigiani, che da lungo tempo forniscono servizi e prodotti alla città. Naturalmente è importante trovare un equilibrio con i grandi magazzini e le boutique dei brand internazionali, ma, soprattutto in questo periodo, è fondamentale fare shopping localmente. Anch'io ho sempre amato i mercatini e i posti che si sanno distinguere, con una loro personalità.
Nel 2019 ha deciso di avviare una collaborazione con la cantina neozelandese New Zealand Winery Invivo & Co. Ogni anno producete un vintage Invivo x SJP Sauvignon Blanc, con uve da Marlborough, in Nuova Zelanda, e Invivo x SJP Rosé dalla Provenza. Fino a pochi anni fa non ero una grande appassionata di vini, ma ho imparato ad apprezzarli viaggiando. Ho conosciuto i vini Invivo, grazie a un viaggio in Irlanda con mio marito, e ho subito capito che avevano una potenzialità. Io preferivo lo Chardonnay, ma sono stati i proprietari di questa azienda, Rob Cameron e Tim Lightbourne, a farmi conoscere meglio il Savignon Blanc, un vino che mi ha conquistato. Mi sono applicata in questo campo con la stessa dedizione con cui ho seguito il mondo delle fragranze: se in quel caso mi affidavo all'olfatto, qui mi sono basata sul gusto.
Come decide di investire su un progetto? Mi affascinano le sfide e i prodotti nuovi, mi piace avventurarmi in settori che non conosco, rischio e imparo, lavoro solo con persone che mi ispirano e che ammiro. Il mio consiglio? Non temere mai di fare domande, di chiedere, di telefonare. Anche se la risposta è negativa, si impara qualcosa.
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