Saras si allea con Air Liquide e vara il piano emissioni zero
Firmato dai due grandi gruppi energetici presenti in Sardegna un memorandum che prevede la realizzazione di progetti per la cattura e il confinamento dell’anidride carbonica
di Davide Madeddu
3' di lettura
Energia a zero emissioni. Anche partendo dalla raffineria ma con un accorgimento in più: catturando e confinando l’anidride carbonica.
A intraprendere questo viaggio, all'insegna del processo di decarbonizzazione, è la Saras, azienda che nel polo di Sarroch ha una delle più importanti raffinerie del Mediterraneo. Proprio per raggiungere questo risultato l’azienda petrolifera ha siglato un protocollo d'intesa con Air Liquide, il gruppo presente in 78 paesi, operativo nell'ambito dei gas, tecnologie e servizi per l'industria e sanità , con circa 64.500 collaboratori, oltre 3,8 milioni di clienti. L’intesa è finalizzata a «esplorare le opportunità per ridurre l’impronta di carbonio della raffineria di Sarroch».
Lo studio in corso, come chiariscono dal gruppo che conta circa 1.690 dipendenti al 31 dicembre 2020 e ricavi per 5,3 miliardi di euro, «è mirato a verificare la sostenibilità industriale del processo di cattura con una tecnologia a freddo licenziata da AL». A valle dello studio di fattibilità si prevede poi lo sviluppo di una seconda fase per la «valutazione degli aspetti legati alla logistica incluso trasporto e stoccaggio della CO2 compatibilmente con l’evoluzione delle normative in tale settore». Per Bruno Ponson, direttore generale di Air Liquide Italia, attraverso l’accordo «entrambe le società rafforzeranno una partnership esistente da oltre 30 anni estendendola alla lotta contro il cambiamento climatico». Il memorandum prevede, in una prima fase, «uno studio volto a considerare diverse soluzioni di cattura del carbonio, tra cui la soluzione ideata e brevettata da Air Liquide CryocapTM, e la loro applicabilità». In una seconda fase, i due partner prevedono «di effettuare uno studio di fattibilità più approfondito che includerà anche soluzioni di trasporto e stoccaggio della CO2». Soluzioni che, a sentire gli addetti ai lavori, consentirebbero una «riduzione dell’impronta di carbonio della raffineria e delle forniture di energia elettrica alla comunità circostante».
Il progetto porta appresso anche altri interventi: con la modifica gli impianti esistenti «per adattarli alle nuove unità cattura della CO2». Non solo, come ribadiscono dal gruppo «sono richiesti anche interventi di tipo logistico per il confinamento della CO2 in forma liquida in serbatoi da realizzarsi in situ e necessario per il caricamento navi verso lo stoccaggio geologico».
A vantaggio del programma poi la presenza, nel sito industriale sardo, di un impianto Igcc acronimo che sta per Integrated Gasification Combined Cycle, una centrale integrata a ciclo combinato che utilizza prodotti pesanti della raffineria per produrre energia elettrica destinata a rifornire, in tutta la Sardegna, industrie e abitazioni.
Si tratta di un «passo importante nell'impegno di Saras – dice Dario Scaffardi Ceo Saras – per affrontare la sfida della transizione energetica garantendo la sostenibilità del nostro sito produttivo nel medio- lungo periodo». Quanto ai tempi, l’ipotesi è di 4-5 anni «considerando le fasi di Basic/Feed Design, iter autorizzativo, ingegneria, delivery delle apparecchiature critiche (stimata pari a 18 mesi), fasi di construction e avviamento». Tempi necessari perché i siti siano pronti contenere l'anidride carbonica catturata.
Il protocollo firmato da Saras con Air Liquide non è che l'ultimo passo di un percorso avviato da tempo dal gruppo petrolifero nell'ambito della decarbonizzazione. Tra questi il piano di espansione delle fonti rinnovabili, che, tramite la controllata Sardeolica, prevede un aumento della capacità installata, tra eolico e solare, che traguardi i 500 Mw nel 2024 (dall'attuale capacità di 171 Mw dei parchi eolici del Gruppo situati in Sardegna).
Poi gli investimenti per lo «sviluppo di soluzioni innovative e complementari alle fonti tradizionali: nell’ambito dei bio-combustibili». E poi lo studio di fattibilità, avviato lo scorso anno in partnership con Enel Green Power, sulla produzione di idrogeno verde attraverso elettrolisi con energia elettrica da rinnovabili, da utilizzare nella raffineria nei processi di “Desolforazione - Idrogenazione” di combustibili liquidi, o per l'Iniezione nella rete del gas naturale della Sardegna (riducendone il contenuto di carbonio).
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