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Sardegna, gli autisti dei Tir bloccano i porti

Appello di Confindustria regionale a Prefetti, Regione e autorità: si intervenga per non mettere a rischio l’economia dell’isola

di Davide Madeddu

(ANSA)

2' di lettura

Una protesta dopo l’altra. Con, da una parte, gli autotrasportati mobilitati contro il caro carburante, e dall’altra il mondo produttivo impossibilitato a spedire i prodotti o approvvigionarsi di materie prime. Per affrontare l’emergenza che investe l’isola, Confindustria Sardegna ha inviato una lettera ai prefetti, regione e autorità portuale in cui esprime preoccupazione e chiede un intervento sul campo. «Senza entrare nel merito delle ragioni di una protesta, comprensibile nelle motivazioni ma assolutamente inaccettabile e da contrastare con fermezza nelle sue modalità di espletamento - si legge - Confindustria Sardegna esprime forte preoccupazione per il pericolo concreto che, già dalle prossime ore, persistendo comportamenti che impediscono alla Sardegna, unica regione italiana in queste condizioni, l’approvvigionamento di materie prime e l’inoltro di prodotti finiti, centinaia di realtà e filiere manifatturiere e industriali dell’isola, di tutti i comparti economici, dall’agroalimentare al meccanico, dal lapideo al chimico, dalle costruzioni al sugheriero, saranno costrette al blocco dell’attività».

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Corridoi di imbarco

Dall’organizzazione datoriale la preoccupazione per quella che viene definita una «inevitabile e immediata sospensione o fortissima contrazione delle attività produttive». Quindi l’invito affinché possano esserci dei «corridoi di imbarco» per garantire approvvigionamento e sbarco delle merci. A rischio anche i posti di lavoro collegati al settore produttivo. Perché, in caso di ulteriori disagi, scrivono gli industriali «sarebbe inevitabile la necessità di porre in campo dolorosissime misure di cassa integrazione, preludio probabilmente a soluzioni ancora più drastiche per perdita ulteriore di competitività e di quote di mercato difficilmente recuperabili».

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L’appello di Confindustria alle istituzioni

Da qui l’appello «ai diversi livelli di responsabilità e competenza affinché, ferma restando l’auspicata positiva definizione del confronto tra il governo nazionale e le legittime rappresentanze dell’autotrasporto che Confindustria Sardegna stessa rappresenta e che correttamente si rapportano in tale vicenda si adottino subito tutte quelle iniziative, a partire dalla non autorizzazione dei presidi nei porti fino alla salvaguardia dei corridoi di imbarco e sbarco. Ciò per riportare la Sardegna, le sue imprese ed i suoi lavoratori nella condizione di operare, almeno alla pari delle altre regioni italiane, restituendo piena ed effettiva funzionalità agli hub portuali, che hanno già visto e rischiano di vedere annullate da parte dei vettori le tratte di collegamento marittimo e la saturazione delle aree disponibili per la sosta dei mezzi bloccati nei porti sardi».

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Lasciapassare per merci deperibili

A chiedere, rivolgendosi agli autotrasportatori, un lasciapassare per l’ortofrutta e per la merce deperibile è anche un gruppo di 69 operatori del mercato agroalimentare della Sardegna «una corsia preferenziale per i prodotti freschi, facilmente deteriorabili, in arrivo e in partenza da e per la Sardegna». Che la protesta degli autotrasportatori, ai quali manifesta la solidarietà, possa avere ripercussioni sull’intero sistema produttivo lo sostiene anche il consorzio per la tutela del Pecorino che sottolinea: «se continua così, c’è il forte rischio che si debba bloccare la produzione dei prodotti freschi e che dunque il latte non possa più essere ritirato, con danno enorme anche per i pastori che a quel punto potrebbero essere addirittura costretti a buttarlo».Una situazione che crea forti difficoltà operative anche ai corrieri espresso che si occupano delle spedizioni da e per la Sardegna. Davide Madeddu

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