Sardegna, l’isola «bianca» teme l’assalto alle seconde case
La regione guarda con preoccupazione alle vacanze pasquali. L’Anci: adottare il modello Valle d’Aosta per bloccare gli spostamenti dalle zone rosse
di Davide Madeddu
4' di lettura
Non solo test o certificati di negatività per chi arriva in Sardegna. Nell’unica regione “bianca” parte il pressing sulle istituzioni per una stretta su chi sbarca nell’isola. E, oltre a chiedere maggiori controlli c’è chi pensa al modello Valle D’Aosta, perché la paura è che con gli arrivi, motivati dalla necessità di raggiungere le seconde case, possa esserci una nuova ondata di contagi. Un’ulteriore stretta che andrebbe a sommarsi a quanto previsto dall’ordinanza in vigore. Ossia obbligo di registrazione sul portale o app della Regione, certificato di vaccinazione o negatività da presentare all’imbarco o, in alternativa, tampone allo sbarco, test cui sottoporsi entro 48 ore o quarantena per 10 giorni.
Costa Smeralda
Il primo a sollevare il problema è stato il sindaco di Arzachena Roberto Ragnedda. Nel Comune della Costa Smeralda, che conta oltre duemila seconde case la paura è di un “assalto” ai borghi di Cannigione, Baja Sardinia, Porto Cervo, Liscia di Vacca. «In questo momento delicato - dice Ragnedda che si fa portavoce del timore degli amministratori locali - la rete dei controlli agli ingressi dai maggiori scali dell’isola deve essere infallibile, perché il rischio è altissimo e dobbiamo difendere con tutte le nostre forze la zona bianca». Il primo cittadino chiede quindi un «forte senso di responsabilità». «Sarebbe ingiusto condannare chi decide di spostarsi in questi giorni dalle zone rosse per occupare le seconde case nelle località turistiche - argomenta il sindaco -. In questo momento delicato, però, la rete dei controlli agli ingressi dai maggiori scali dell'Isola deve essere infallibile, perché il rischio è altissimo e dobbiamo difendere con tutte le nostre forze la zona bianca”.
L’Anci e il modello Valle d’Aosta
Emiliano Deiana, presidente regionale dell’Anci, l'associazione dei comuni italiani, va oltre. E sollecita anche provvedimenti più restrittivi. «Mi auguro che la Regione Sardegna prenda una posizione contraria chiara, forte e unitaria sul tema e che si adotti un’ordinanza sulla scorta di quanto già fatto dalla Valle D’Aosta - dice - . Il virus si muove con le persone. Se le persone si fermano in un luogo è più semplice controllare i cluster e non attivarne di nuovi». Non solo: «Io penso che da una zona rossa debba essere vietato spostarsi verso una zona bianca se non per salute e per lavoro (e per chi ha già fatto il vaccino)». Da qui l’auspicio: «In questa fase servirebbe che il Governo facesse propria questa scelta di assoluto buonsenso e prospettiva. Alla Regione Sardegna chiediamo di prendere questa posizione e al contempo rafforzare il sistema di controlli in entrata: vaccinati, persone che si sono sottoposte a un test antigenico rapido in porti e aeroporti».
Guardando a quanto accaduto anche la scorsa estate e davanti alla continua crescita, sopratutto nello scenario nazionale, di contagi, Deiana prosegue: «Alla luce della possibilità che mi auguro venga sventata che dalle zone rosse si trasferiscano nelle seconde case in Sardegna penso che vada rivista, nell’ordinanza regionale, la previsione che possano sottoporsi a test nelle 48 ore successive all’ingresso: devono obbligatoriamente sottoporsi al test prima della partenza (se passasse l'ipotesi governativa di consentire gli spostamenti). Noi dobbiamo difendere con le unghie e con i denti la zona bianca innanzitutto migliorando i nostri comportamenti perché non possiamo permetterci di mettere a repentaglio la nostra economia che si basa sul turismo in questo difficilissimo biennio 2020-2021».
Le reazioni di politica e sindaci
La questione sugli arrivi nell’isola anima anche il dibattito politico regionale. A sollecitare un blocco negli arrivi da altre regioni ci sono i rappresentanti di Fdi. Guardano al modello Valle d’Aosta anche i rappresentanti dei 5 Stelle mentre chiedono maggiori controlli i progressisti. Per gli indipendentisti il presidente della Regione dovrebbe emanare un’ordinanza per bloccare l’arrivo di viaggiatori da zone rosse. Anche ad Alghero il tema seconde case è un argomento sensibile. E dall’amministrazione comunale, sopratutto per scongiurare un assalto incontrollato da parte di residenti in zone rosse, si confida nei controlli per chi sbarca in nave o aereo nell’isola. «Controlli - chiariscono dal Comune - che devono accertare i motivi dello spostamento e gli aspetti sanitari con certificato di vaccinazione o di tampone, o ancora con tampone effettuato in porto o aeroporto». Da Carloforte, isola nell’isola nella Sardegna sud occidentale con 5mila seconde case, parte un messaggio in cui si dice che il paese «è pronto ad accogliere i turisti per Pasqua e nel rispetto delle prescrizioni».
Le nuove ordinanze
Lunedì 15 marzo dalla Regione è arrivata la proroga sino al 6 aprile delle ordinanze (numero 5 e 6) che riguardano lo spostamento del coprifuoco sino alle 23,30, la chiusura di bar e caffetterie alle 21 e di pizzerie e ristoranti alle 23, la didattica in presenza al 75 per cento, trasporto pubblico con il 50 per cento dei passeggeri. L’apertura di palestre, piscine e scuole di danza sarà decisa con nuove ordinanze emanate dopo una successiva valutazione dell'andamento della pandemia.
I dati e i contagi
Per restare in zona bianca non si devono superare gli 815 contagi a settimana, in media 116 al giorno. Lunedì 15 marzo i contagi sono stati 74 e un tasso di positività pari allo 0,4 per cento e 20.488 tamponi fatti con lo screening di massa “Sardi e Sicuri”. Si sono registrati altri due decessi che complessivamente, dall’inizio della pandemia, sono 1.197. Sono invece 176 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (+5), mentre restano 27 i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 12.632. I guariti sono complessivamente 28.336 (+117), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell'Isola sono attualmente 185.
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