Sassi: «Per Valentino un altro anno di corsa a due cifre»
di Giulia Crivelli
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«Se siamo riusciti a crescere ininterrottamente superando l’importante traguardo del miliardo di ricavi, non è solo per le risorse finanziarie che i tre diversi proprietari degli ultimi dieci anni hanno investito in Valentino, ma anche per l’autonomia gestionale che ci hanno lasciato – ha spiegato l’amministratore delegato Stefano Sassi, incalzato sulle notizie che arrivano dal Medio Oriente –. Non sono quindi preoccupato delle ripercussioni sull’azienda di quello che sta succedendo tra Qatar e altri Paesi arabi. O meglio, lo sono come tutte le aziende del lusso, non perché Valentino è di proprietà di Mayhoola, il fondo della famiglia reale del Qatar che dal 2012 controlla Valentino».
Prima degli interventi del presidente Claudio Marenzi e di Matteo Renzi, Sassi ha ripercorso ieri in occasione dell’assemblea Smi il turn around della storica maison, intervistato da Paola Bottelli.
«L’ebitda del 2016 ha raggiunto i 200 milioni, più o meno la stessa cifra del fatturato del 2006, quando sono arrivato in Valentino e il marchio era di proprietà del gruppo Marzotto. Poi ci sono stati il fondo Permira e, dal 2012, Mayhoola – ha ricordato Sassi –. Il segreto di un percorso tanto virtuoso? Una strategia molto chiara di medio-lungo periodo unita alla consapevolezza che ogni giorno dobbiamo metterci in discussione e non avere paura di reinventarci».
Per il 2017 l’amministratore delegato è ottimista e prevede un’ulteriore crescita a due cifre dei ricavi. «In dieci anni è diventato tutto più veloce : i trend nascono e muoiono nel giro di pochi mesi, anche grazie a internet. Noi dobbiamo anticiparli. Anzi, dobbiamo crearli e poi superarli. Senza sosta».
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