Saudi Aramco, offerte dal 17 novembre. Dubbi sulla quota messa sul mercato
Nemmeno il prospetto informativo ha fatto chiarezza sui dettagli del collocamento in borsa di Saudi Aramco, l'Ipo annunciata tre anni fa da Riad come la più grande del secolo
di Sissi Bellomo
2' di lettura
Nemmeno il prospetto informativo ha fatto chiarezza sui dettagli del collocamento in borsa di Saudi Aramco, l'Ipo annunciata tre anni fa da Riad come l'Ipo del secolo. In 658 pagine non si fa cenno alla quota della compagnia saudita che verrà messa a disposizione degli investitori (per ora solo sul listino saudita), né ci sono indicazioni sul prezzo: un mistero su cui le più recenti valutazioni degli analisti - che spaziano da 1,2 a 2 miliardi di dollari - non aiutano a fare luce.
Il principe ereditario Mohammed Bin Salman fin dall'inizio ha affermato di puntare a una valutazione di 2mila miliardi di dollari per la società, ma il traguardo sembra poco verosimile. E gli investitori stranieri non sembrano entusiasti di appoggiare l'operazione.
Dal prospetto si scopre che lo 0,5% delle azioni di Aramco saranno riservate al pubblico retail in Arabia Saudita, dov'è cominciata un'intensa campagna pubblicitaria per promuovere l'Ipo e le banche offrono prestiti ai risparmiatori per consentire l'adesione.
Secondo indiscrezioni di stampa, la casa reale saudita sarebbe intenzionata a collocare tra l'1 e il 3% della società sul listino locale, il Tadawul, ricavando (secondo gli auspici) tra 20 e 60 miliardi di dollari, mentre la quotazione su una grande piazza internazionale appare rinviata a data da definirsi.
Il prospetto definisce quanto meno il calendario dei prossimi appuntamenti. Il book building (che secondo i sauditi servirà anche a mettere a fuoco la forchetta di prezzo) sarà tra il 17 novembre e il 4 dicembre. Anche il periodo di sottoscrizione per il pubblico si aprirà il 17 novembre, per concludersi il 28 dello stesso mese.
L'indicazione del prezzo di collocamento è prevista per il 5 dicembre, lo stesso giorno in cui è programmato il vertice dell'Opec a Vienna. Un appuntamento che a questo punto diventa doppiamente importante.
Scorrendo il prospetto dell'Ipo colpiscono anche altre omissioni. Della compagnia non si dice nulla che non fosse già stato reso noto all'epoca dell'emissione del primo bond internazionale, da 11 miliardi di dollari, lo scorso aprile. In particolare non ci sono indicazioni più precise sulle riserve petrolifere.
Nella parte relativa ai rischi in compenso fa capolino quello del climate change. «Le preoccupazioni e l'impatto del cambiamento climatico potrebbero ridurre la domanda globale di idrocarburi e di prodotti basati sugli idrocarburi e potrebbero indurre la compagnia a incorrere in costi o investimenti addizionali».
Per approfondire:
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