INFANZIA

Save the children: in Italia asilo nido pubblico solo per 1 bambino su 10

L’appello dell’organizzazione internazionale al nuovo governo: promuovere un’Agenda per la prima infanzia con un piano organico di interventi

Save the children compie 100 anni, dai primi volantini del 1919 a oggi

2' di lettura

In Italia solo un bambino su dieci può accedere a un asilo nido pubblico. Ci sono regioni meridionali, come la Calabria e la Campania, dove la copertura dei servizi per la prima infanzia è praticamente assente (il 2,6% dei bambini calabresi e il 3,6% di quelli campani frequenta un nido pubblico). Ma è proprio nei primissimi anni di vita che si formano le disuguaglianze tra i bambini per quanto riguarda l’acquisizione di capacità e competenze.

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Ecco perché Save the Children che ha diffuso il rapporto “Il miglior inizio - Disuguaglianze e opportunità nei primi anni di vita”, lancia un appello al nuovo Governo: promuova un’agenda per la prima infanzia che preveda un piano organico di interventi di sostegno alla genitorialità, servizi educativi di qualità e accessibili a tutti, misure di welfare familiare, lotta alla povertà economica ed educativa, sostegno all’occupazione femminile e conciliazione tra lavoro e famiglia.

L’asilo nido antidoto contro le disuguaglianze
Dall’indagine di carattere esplorativo (condotta tra marzo e giugno 2019 in città città e province coinvolgendo 653 bambini tra i 3 anni e mezzo e 4 anni e mezzo), emerge che i piccoli che hanno frequentato l’asilo nido rispondono in maniera più appropriata ai quesiti rispetto a chi non ha quindi usufruito di alcun servizio (47% contro 41,6%). Ma, soprattutto, la differenza si fa ancor più marcata per i minori provenienti da famiglie in svantaggio socio-economico: tra questi coloro che sono andati al nido hanno reagito appropriatamente al 44% delle domande contro il 38% dei bambini che non lo hanno frequentato.

Le due Italie
Eppure i dati sulla copertura dei servizi per la prima infanzia dicono che l’Italia è ancora molto lontana dal target stabilito dall'Unione europea di garantire ad almeno il 33% dei bambini tra 0 e 3 anni l’accesso al nido o ai servizi integrativi. Nel nostro Paese, infatti, solo un bambino su quattro (il 24%) ha accesso al nido o a servizi integrativi per l’infanzia e, di questi, solo la metà (12,3%) frequenta un asilo pubblico. Copertura garantita dal servizio pubblico che è quasi assente in regioni meridionali come Calabria (2,6%) e Campania (3,6%) ma scarsa anche in Puglia e Sicilia (5,9%). Il Nord è invece virtuoso: in particolare Valle d’Aosta (28%), Provincia autonoma di Trento (26,7%) ed Emilia Romagna (26,6%).

L’appello al nuovo governo
Per Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children, «ciò conferma quanto sia importante investire nei servizi socio-educativi per la prima infanzia di qualità, accessibili a tutti i bambini, al fine di ridurre le disuguaglianze educative che emergono sin dai primi anni di vita. Un obiettivo che in Italia va perseguito aumentando in particolare la disponibilità di posti e la copertura territoriale per i bambini fino ai 3 anni, riducendo i costi a carico delle famiglie e adottando criteri d’accesso che ne consentano la fruizione anche ai bambini con genitori in condizioni particolarmente svantaggiate». Un appello al governo in carica da giovedì.

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