3' di lettura
Da terreni di proprietà del clan Galasso a Fondo confiscato e oggi dedicato a produzione agricola, cooperativa di lavoro e centro di animazione sociale, gestito dalla Associazione Temporanea di Scopo «Terra Vi.Va.», partecipata da FLAI-CGIL e Alpaa (Associazione delle piccole imprese agricole) che si avvale del sostegno di Libera.
Una conversione che, a distanza di oltre cinque anni, il clan continua a non accettare. Solo nei primi quindici giorni di aprile il Fondo ha subito tre furti e una devastazione che vengono considerati atti intimidatori. Il modo in cui la mafia tenta di impedire la valorizzazione sociale ed economica dei beni che le vengono confiscati e di far fallire il modello di legalità che il bene rappresenta. Azioni che sono state pubblicamente denunciate e messe all’indice con una manifestazione nazionale promossa da Cgil insieme alla Flai e a Libera il 29 aprile a cui hanno partecipato Maurizio Landini e don Luigi Ciotti. La manifestazione si è posta l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione sul contrasto a tutte le mafie e lo ha fatto proprio prendendo a simbolo il Fondo Agricolo Nicola Nappo di Scafati.
Si tratta del bene confiscato a vocazione agricola più grande della provincia di Salerno: composto da terreni di circa 12 ettari e da una villa adiacente al fondo, attualmente sede della Compagnia della Guardia di Finanza di Scafati.
Il Fondo e gli immobili appartenevano a Pasquale Galasso, criminale di calibro, braccio destro di Carmine Alfieri il capo della Nuova famiglia, che nella villa di Scafati risiedeva con la famiglia e aveva avviato una attività di vendita di camion. Il sequestro risale a gennaio del 1994. Seguono la confisca di primo grado (2000), quella secondo grado (2005), quella definitiva (2007). La villa viene assegnata alla Finanza e il Fondo al Comune con decreto di destinazione datato 30 giugno 2016.
Nel 2017, il Consiglio comunale di Scafati viene sciolto per infiltrazioni mafiose e si insedia la Commissione prefettizia. A questa Libera sollecita la pubblicazione di un bando di gara per l’affidamento del bene confiscato a nuovi gestori. Si giunge così alla pubblicazione di due diversi bandi per l’assegnazione di due beni confiscati, il primo dei quali era appunto il bene ex Galasso. L’Avviso pubblico è del 10 luglio 2017. Nel frattempo Libera aveva anche avviato un processo di animazione territoriale che aveva messo attorno allo stesso tavolo diverse realtà associative del territorio. Da questa esperienza nacque l’ATS Terra Vi.Va. (composta da Alpaa, Flai Cgil, Finetica e il Circolo Arci Ferro 3.0) che presentò una propria proposta e riuscì a vincere. Il decreto di assegnazione all’ATS è datato 16 giugno 2018.
Qui parte la storia del Fondo Agricolo Nicola Nappo, intitolato appunto a una giovane vittima innocente della camorra, Nicola Nappo, ucciso a Poggiomarino nel giugno del 2009, a pochi chilometri di distanza da Scafati e a cui è intitolato anche il Presidio di Libera a Scafati.
«Abbiamo 120 famiglie che si occupano di 2 ettari di orti urbani – racconta il presidente della Ats, Peppe Carotenuto, che è anche presidente nazionale di ALPAA – altri 2 ettari sono destinati ad attività sociali, come corsi di musica, attività sportive, assistenza agli anziani, ai disabili. Il Fondo Nappo si sostiene con contributi dei soci per circa 60mila euro e qualche attività di promozione e vendita del pomodoro San Marzano Dop biologico.
Da qualche mese il Comune di Scafati è assegnatario di un finanziamento di 1,5 milioni a valere sul Pnrr finalizzato proprio alla ristrutturazione e alla dotazione di servizi al Fondo Nappo (ristrutturazione degli immobili, recinzione, impianto di irrigazione, bagni, attrezzi agricoli).
E mentre si lavora per avviare i lavori che dovranno essere completati per il 2026 come per tutti gli interventi del Pnrr, partono gli attentati. Dapprima un furto di attrezzi per l’agricoltura custoditi in una casupola in campagna, poi un secondo furto e una vera e propria devastazione.
Scatta la mobilitazione con la manifestazione del 29 aprile. E dopo pochi giorni gli attentatori ci riprovano, ma questa volta, vengono bloccati da un gruppo di vigilantes che li scoprono e riescono a metterli in fuga. L’Associazione a questo punto li denuncia ovviamente ai carabinieri.
«Non pensiamo che si tratti di ladri e di pochi balordi – commenta Peppe Carotenuto – piuttosto di chi non vuole che l’esempio di legalità espresso dal Fondo Nappo possa avere successo e, quindi, fare proseliti».
loading...