“Scaleup” italiane in cerca di partner giapponesi
di Stefano Carrer
3' di lettura
È giunto alla terza edizione l'Italian Innovation Day, che si tiene ormai a cadenza annuale a Tokyo. L'evento appena svoltosi presso la sede della Jetro (Japan External Trade Organization) – promosso in particolare da Ambasciata d'Italia e NTT Data - conferma l' interesse del mercato giapponese verso una nuova generazione di imprese italiane, che sviluppano tecnologie e soluzioni in ambiti che vanno dalle biotecnologie all'intrattenimento: una conferma che arriva dalle oltre 200 persone in rappresentanza di imprese, istituzioni e mondo della finanza che hanno partecipato ai lavori.
In cerca di partner.
Le aziende partecipanti sono state per lo più “scaleup”, ossia startup non più in una fase iniziale e desiderose di espansione per affermare i loro prodotti e passare a generare utili: pronte a internazionalizzarsi anche verso l'Asia, si sono presentate a potenziali investitori e partner nipponici (anche con incontri ad hoc). Tra di esse: 3Bee (sistemi avanzati di monitoraggio per l'apicultura e biomonitoraggio ambientale), 3Design (piattaforma per architetture di interni), Archon (soluzioni multirobotiche con droni), Chili (piattaforma di diffusione di intrattenimento), D-EYE (“Occhio digitale”: sistemi portatili per oftalmologia diagnostica), Echolight (sistemi di diagnosi dell'osteoporosi, radiation-free), HeartWatch (sistemi diagnostici contactless), La Comanda (settore IoT: soluzioni innovative per fare acquisti da casa o gestire somministrazioni farmacologiche), Niwaen (interattività e multimedialità nel fumetto), Sofia (soluzioni per il controllo intelligente degli accessi).
Business-to-Business.
“Italian Innovation Day ha diverse modalità di impatto: promuove la imprenditoria italiana tecnologica, consente alle imprese italiane innovative di assaggiare il mercato giapponese e creare reali occasioni di business – afferma Emil Abirascid, esperto di innovazione e coordinatore dell'evento - . Le prime due edizioni hanno visto una partecipazione di 20 startup e scaleup italiane in totale e due di esse hanno già avviato attività di business con partner giapponesi: una percentuale di successo del 10% che ci stimola a fare ancora meglio. Ora aspettiamo di vedere se e come anche le dieci startup di quest'anno chiuderanno qualche accordo e i presupposti ci sono tutti perché molte di loro hanno già approfondito i contatti avuti nel corso dell'evento con incontri nei giorni successivi”. “Quest'anno l'organizzazione e' stata più' strutturata, con l'introduzione di specifiche sessioni B2B con societa' giapponesi - sottolinea l'ambasciatore d'Italia Giorgio Starace - Sono convinto che andremo sempre più avanti in questo settore, per mostrare ai giapponesi la nuova economia italiana che va verso il futuro: l'economia della tecnologia”.
Potenziale interessante.
“Realizzare un evento che si concentra sulla creazione di concrete opportunità di business è la chiave del successo dell'Italian Innovation Day, che quest'anno replichiamo anche in Australia a Melbourne e Adelaide”, ha aggiunto Abirascid. Certo è un fatto che investitori e potenziali partner giapponesi, se pure molto attenti alle idee di business, siano anche piuttosto prudenti nell'interfacciarsi con interlocutori stranieri che non sono ancora quotati. Spesso cercano elementi di “rassicurazione”. Una società come Chili, ad esempio, li può fornire, in quanto può presentarsi con un biglietto da visita molto autorevole: già hanno investito su questa innovativa piattaforma per l'entertainment sei majors di Hollywood (oltre che la famiglia Lavazza). “Stiamo accelerando la nostra espansione territoriale - spiega il fondatore e Ceo Giorgio Tacchia - Siamo quindi venuti all'Italian Innovation Day per verificare l'opportunità di coinvolgere investitori o partner che dal punto di vista strategico possano puntare su di noi. Certamente il Giappone e l'Asia sono territori per ora da noi inesplorati, ma molto interessanti e con grande potenziale”.
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