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Scholz, ministro economia tedesco: «L’Italia stia attenta a cosa fa»

dal nostro inviato Gianluca Di Donfrancesco

Olaf Scholz

2' di lettura

BALI_ Gli appelli alla responsabilità del Governo italiano si susseguono a Bali, dove è in corso il meeting annuale dell'Fmi e il G20 dei ministri dell'Economia e delle Finanze. Oggi è stato il turno del ministro tedesco Olaf Scholz. “Se mi chiedete di dare un consiglio all'Italia - ha detto a margine dei lavori - è quello di stare attenta a quello che fa”. Dopo i moniti dell'Fmi a rispettare le regole europee e le critiche del commissario agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, e del Vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen, il caso Italia resta sotto i riflettori.

Ma il tema centrale resta il commercio. Se il dossier più scottante è quello che vede contrapposti Stati Uniti e Cina, anche tra Stati Uniti e Unione Europea ci sono tensioni. Scholz ha però cercato di smorzare i toni: “Tra Unione Europea e Stati Uniti ci sono positivi negoziati in corso, e questo non punta nella direzione di una escalation”. E il governatore della Banca centrale tedesca, Jens Weidmann, anche lui a Bali, ha affermato che la frenata dell'economia globale è dovuta a un normale rallentamento dopo anni di esuberanza, piuttosto che la conseguenza di una guerra commerciale. Per l'Fmi, però, l'esplosione di una guerra dei dazi rappresenta il principale rischio per l'economia globale e potrebbe ridurre la crescita degli Stati Uniti dello 0,9% e quella della Cina dell'1,6%.

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Per scongiurare questo scenario, serve un “nuovo multilateralismo”, come ha detto il direttore generale dell'Fmi, Christine Lagarde, nel discorso all'assemblea plenaria del meeting di Bali dell'Fmi e della Banca mondiale. Per Lagarde la diseguaglianza è la sfida da vincere per battere i populismi e i nazionalismi che minacciano il sistema multilaterale. “Meno diseguaglianza - ha detto - significa crescita più forte e stabile. Maggiore diseguaglianza significa marginalizzazione delle persone ed erosione della fiducia. Non sorprende allora che in tanti sentano rabbia e frustrazione”.

“Il commercio mondiale – ha ribadito Lagarde - soffre oggi di una battuta d'arresto in parte perché troppe persone sono state lasciate indietro”. Ma “l'escalation delle tensioni commerciali potrebbe ridurre il Pil mondiale dell'1% nei prossimi due anni. Il sistema va aggiustato, non fatto a pezzi”.

Anche gli squilibri mondiali vanno corretti. A Paesi in grande deficit (come gli Usa), corrispondono Paesi con importanti surplus (come la Germania). “Questi Paesi devono cooperare per preservare la stabilità del sistema economico. Serve un nuovo multilateralismo, più inclusivo, che metta i bisogni delle persone al centro”.

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