Sci (forse), smart working e natura: resiste la casa in montagna
Il 15° Rapporto Savills sulle località di montagna fotografa una crescita mondiale del turismo sulla neve. Il lavoro da remoto, l’aria pulita possono favorire (se ci sono i servizi e internet veloce) compravendite e presenze destagionalizzate
di Laura Cavestri
4' di lettura
Mentre l’Italia - e un po’ tutto il comprensorio alpino - cerca la “quadra” tra contenimento dei contagi da covid e salvaguardia dell’economia della montagna (per il periodo natalizio e le settimane bianche), Savills - con IL suo 15 ° Rapporto annuale sugli Sci - fotografa l’offerta internazionale. E avverte: il Covid-19 crea sì incertezza. Ma nel mondo il turismo dello sci aumenta e anche i nostri volumi di transazioni rispetto al 2019. Significa che i nostri mercati sciistici si stanno dimostrando resilienti. Insomma, andiamo verso un inverno difficile ma i turisti, dopo il covid, torneranno numerosi.
Il quadro internazionale
«Dopo tre anni di calo - ha spiegato Jeremy Rollason, Director Head of Savills Ski - il numero di turisti dello sci in tutto il mondo è aumentato durante la stagione 2018/19 per il terzo anno consecutivo, raggiungendo gli oltre 350 milioni per la prima volta in oltre un decennio. L’aumento più significativo ha riguardato i turisti in Cina (+14,1%), segue la Russia (poco meno del +10%), la Repubblica Ceca (6,6%) e la Svezia (+5%). Le Alpi, che rimangono di gran lunga il comprensorio sciistico più grande, hanno registrato un aumento medio dello 0,6% di visitatori nello stesso periodo e continuano ad essere il mercato più internazionale».
In Giappone, il numero degli sciatori ha continuato a diminuire (oggi è la metà che negli anni ’80), poiché l’industria soffre dei cambiamenti climatici e dell’invecchiamento della popolazione. Sebbene i dati della scorsa stagione 2019/2020 non siano ancora disponibili, la stagione si è, sulle Alpi, bruscamente fermata a marzo, poiché il Covid-19 ha causato la chiusura della maggior parte dei resort. Quest’anno, ci si attende numero fortemente negativi, anche se molto dipenderà dai vari blocchi e dalle restrizioni in vigore durante l’inverno. Tuttavia, i dati storici mostrano che la domanda per gli sport invernali è in aumento, indicando che il futuro a lungo termine per lo sci, sebbene non privo di sfide, sembra positivo.
Il Covid a lungo termine: lavoro da casa e natura
Secondo Rupert Longsdon, ceo di The Oxford Ski company, «al netto di un impatto significativo a breve termine sull’industria del turismo invernale se quest’anno non si potrà sciare o lo si potrà fare con molte limitazioni, l’impatto a lungo termine del Covid-19 cambierà il modo di vivere anche la montagna, che potrebbe anche andare a beneficio delle stazioni sciistiche una volta che la pandemia sarà passata. Una delle tendenze che il virus ha accelerato è lavorare da casa e si prevede che continuerà, in una certa misura, anche una volta che ci sarà un vaccino. Naturalmente, lavorare da casa, purché ci sia una buona connessione a Internet, può essere fatto ovunque, inclusa una casa o un hotel in montagna».
Concordano gli esperti di Savills: le persone possono scegliere di fare meno weekend, meno “mordi e fuggi”, non solo la classica “settimana bianca” ma prevedere un soggiorno più lungo, magari anche oltre la classica pausa natalizia, per coniugare relax e lavoro, il che costituirebbe un’inversione della tendenza.
L’altro aspetto è quello per un ritrovato interesse per l’ambiente, la natura e gli spazi aperti, in chiave di un distanziamento sociale che resterà anche dopo il picco della pandemia. Un aspetto, secondo gli esperti di Savills, che potrebbe attirare un nuovo turismo in montagna. Nonostante la più grande previsione di recessione economica globale, i prezzi degli immobili nelle principali località sciistiche più costose hanno effettivamente visto un aumento dei prezzi richiesti, a dimostrazione della continua domanda.
Prezzi al metro quadro: nel segmento lusso sono cresciuti
Confrontando i prezzi al metro quadrato per una proprietà nelle prime 40 località sciistiche di prima fascia nel mondo, non si rivela un calo dei prezzi medi richiesti rispetto al 2019. Anzi, con un prezzo medio il prezzo richiesto per metro quadrato nelle prime 10 località più costose addirittura in crescita del 7,2% annuo.
Se parliamo, insomma, di immobili di fascia alta nelle località sciistiche più note, quelli di Courchevel 1850 e Val D’Isere hanno prezzi più alti che a Parigi, rispettivamente, di circa il 60% e il 30%. I valori nella località italiana di Cervinia sono paragonabili ai prezzi di un’analoga unità immobiliare a Madrid.
In generale, secondo Savills, per attrarre turismo straniero è necessario dotare la montagna di una recettività di alto livello. Più facile per i resort di lusso legati a brand e catene internazionali. Sonp presenti, nelle Alpi, da Courchevel 1850 a Valmorel, Samoens e Crans Montana, da Andermatt a Davos. Ulteriori progetti in Svizzera sono previsti a Zermatt, Verbier e St Moritz. In Austria a Kitzbuehel. Per l’Italia, l’unico citato è il Lefay Wellness Residences Dolomiti di Madonna di Campiglio.
Non solo lusso: i prezzi italiani
Scendendo dal segmento lusso, e in attesa dei dati di quest’anno, per l’Ufficio Studi di Idealista, nel 2019, quello delle seconde case, ha visto prezzi in crescita soprattutto a Courmayeur (15,7%), Pinzolo (10,9%) e Livigno (9,2%) che hanno segnato gli incrementi maggiori del periodo.Sulle 37 località dell’arco alpino i prezzi massimi si toccano a Cortina (8.897 euro/m2), anche se la località che ospiterà le Olimpiadi invernali del 2026 segna un calo del 9,9% rispetto al 2018; seguita da Ortisei, in Valgardena, con 6.598 euro al metro quadro, e Courmayeur a 6.050 euro.
Con prezzi sopra la media dei 5mila euro al metro quadro troviamo Livigno e Pret Saint Didier rispettivamente con 5.031 euro e 5.018 euro al metro quadro. Restano elitari i prezzi nelle località “classiche” dello sci come Pinzolo (4.501 euro/m2), Canazei (4.343 euro/m2), La Thuile (4.224 euro/m2) e Bormio (4.192 euro/m2).Nalla fascia medio-alta del mercato si collocano anche San Vito di Cadore (3.747 euro/m2), Gressoney la Trinité (3.475 euro/m2), Moena (3.470 euro/m2), Madesimo (3.340 euro/m2), Ponte di Legno (3.135 euro/m2), e Sestriere (3.133 euro/m2).
Al di sotto dei 3mila euro al metro quadro, troviamo Sauze d'Oulx (2.838 euro/m2), Bardonecchia (2.826 euro/m2) e la Valfurva (2.630 euro/m2). Particolarmente interessanti, Aprica (1.935 euro/m2), Folgaria (1.789 euro/m2), Champocher (1.757 euro/m2), Malè–Val di Sole (1.558 euro/m2). Le mete più economiche: Tarvisio (1.380 euro/m2), Foppolo (1.310 euro/m2) e Sampeyre (921 euro/m2).
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