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Sciarra: «Le Corti costituzionali asset per le democrazie, dialogo tra le Alte Corti»

La presidente della Consulta interviene davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo

di Giovanni Negri

(Armando Dadi / AGF)

2' di lettura

Sulla promozione dei diritti umani, sull’individuazione delle forme più adeguate di tutela, le Alte corti dei diversi Paesi europei svolgono un ruolo di primo piano. Il ruolo delle diverse Corti costituzionali le rende naturali portatrici di pluralismo e di valori democratici. Partendo da questa sottolineatura, la presidente della Corte costituzionale è intervenuta all'udienza solenne della Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo al termine del seminario dal titolo «I giudici preservano la democrazia tutelando i diritti umani».

Standard comuni di tutela

Sciarra ha ricordato che «le Corti costituzionali occupano una posizione privilegiata nell'azione di sostegno delle democrazie e di promozione e di integrazione di standard comuni di tutela, ogni volta che i diritti umani sono in gioco. Per questo il confronto costante della Corte costituzionale italiana con la corte di Strasburgo è un valore da preservare». Determinante però per la realizzazione di un sistema giuridico internazionale e sovranazionale è la cooperazione, perché è solo attraverso il confronto con le alte magistrature degli altri Stati che meglio possono essere individuati gli interessi comuni e, di conseguenza, strumenti giuridici di tutela.

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La richiesta di pareri

Tra questi significativo è il protocollo n. 16, che permette alle corti nazionali di richiedere pareri non vincolanti in via preventiva alla Corte di Strasburgo. Certo, ha ricordato Sciarra, l’Italia non lo ha ratificato, ma ricorre più volte nella giurisprudenza della Corte costituzionale e della Cassazione. In questo modo a circolare sono le interpretazioni, favorendo l’assunzione di atteggiamenti comuni e la consapevolezza dei diritti in gioco.

L’autonomia della magistratura

Nel suo intervento poi la presidente della Consulta non ha eluso un tema chiave come il rispetto dei principi cardine dello Stato di diritto nel contesto dei sistemi giudiziari di altri Paesi. In particolare sull'indipendenza e autonomia della magistratura sono intervenute sia la Corte di Strasburgo sia la Corte di giustizia europea. Inoltre, sia il Consiglio d’Europa, sia la Commissione europea redigono rapporti sullo stato di diritto, che conducono all'elaborazione di criteri sempre più obiettivi per valutare l'indipendenza dei sistemi giudiziari. «Non c’è interferenza - ha precisato Sciarra - nei sistemi nazionali; si offre una guida sicura per difendere le democrazie e lo Stato di diritto». Di più, «quando le corti difendono l'indipendenza della magistratura, esse agiscono come custodi responsabili dello stato di diritto e acquisiscono un potere semantico, utile a preservare la democrazia».

Un linguaggio comune

E allora la Convenzione dei diritti dell’uomo e il dibattito tra le massime Corti sul suo ruolo diventano, per la presidente della Corte costituzionale, elementi da una parte di costruttiva contaminazione e, dall'altra, di sostegno reciproco tra le magistrature, «un asset per le democrazie». Fondamentale quindi l’adozione e il consolidamento di un linguaggio comune nella costruzione di una visione unitaria dei diritti umani.

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