Scioperi, il Garante: nel 2021 mille astensioni. «Subappalti al ribasso generano dumping»
Oltre 900 le tipologie di contratti collettivi, una proliferazione che «comporta mutamenti dei minimi retributivi»
di Nicola Barone
I punti chiave
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Nel 2021 sono stati effettuati 1.009 scioperi nei settori dei servizi pubblici essenziali, contro gli 849 dell’anno precedente e «con la graduale ripresa delle attività produttive si registra anche un’analoga, graduale, ripresa della conflittualità». È quanto si legge nella relazione annuale dell’Autorità di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali. La Commissione è intervenuta su 272 proclamazioni di sciopero, con indicazioni preventive per segnalare delle irregolarità. Indicazioni che hanno avuto un riscontro pari al 97%, con la revoca o l’adeguamento. Tredici invece gli scioperi che sono stati ritenuti irregolari.
Servizi essenziali, la micro-conflittualità
«Si può dire che quasi tutte le astensioni dal servizio siano state effettuate nel rispetto delle regole», ha spiegato il presidente dell’autorità, Giuseppe Santoro-Passarelli. Tuttavia, ha avvertito, il settore dei servizi pubblici essenziali rimane «ancora interessato da un numero rilevante di scioperi, seppur inferiore a quello degli anni precedenti alla pandemia». Nel 2019 se ne contarono 1.462. Il conflitto collettivo, nel settore dei servizi pubblici essenziali, «si sviluppa prevalentemente attraverso fenomeni di micro-conflittualità: ampia diffusione di piccole astensioni, spesso con scarsa adesione di lavoratori, ma che si rivelano frequentemente meno governabili delle grandi vertenze», si legge nella relazione. Secondo l’autorità «le grandi organizzazioni sindacali scioperano raramente e a conclusione di grandi vertenze, dimostrando così la loro capacità di mantenere il conflitto, principalmente, sul piano del confronto negoziale. Sono, invece, i sindacati meno strutturati e con un insediamento ridotto nelle varie categorie produttive che ricorrono, in modo reiterato, allo sciopero, anche in funzione di autolegittimazione»
Subappalti al ribasso generano dumping
In Italia «si contano oltre 900 tipologie di contratti collettivi», una proliferazione che «comporta mutamenti dei minimi retributivi, a seguito di diversi inquadramenti, anche nell’ambito di una stessa azienda. A questo si aggiunge il frequente ricorso al subappalto “al ribasso”, con un ulteriore significativo impoverimento delle retribuzioni dei lavoratori alle dipendenze di appaltatori e subappaltatori, che applicano i contratti collettivi per loro più convenienti. Tutto ciò genera fenomeni di dumping contrattuale».
Il ritardo nel pagamento delle retribuzioni
Tra le cause di insorgenza del conflitto, rileva l’autorità, c’è «il ritardo nel pagamento delle retribuzioni ai lavoratori, causato spesso dalla mancata erogazione, da parte dell’ente pubblico (principale committente), delle risorse finanziarie necessarie all’appaltatore per poter erogare il servizio». Nel sistema degli appalti dei servizi, spiega il presidente Santoro-Passarelli, ci si trova «di fronte a un rapporto trilaterale che vede, come controparte del lavoratore, non solo il proprio datore di lavoro, ma anche un terzo soggetto committente, il quale può essere un ente pubblico o, nel caso del subappalto, un’impresa».
Le sollecitazioni delll’Authority
Viene sottolineata poi «l’opportunità di un rafforzamento del ruolo dell’Autorità di garanzia, da sviluppare sempre nel rispetto della sua indipendenza e autonomia, nella fase di composizione del conflitto». Potrebbe essere opportuno riconoscere alla Commissione «oltre che il potere di segnalazione dei profili di illegittimità, un potere di differimento o di raggruppamento degli scioperi», si legge nella relazione, che sottolinea anche come sia «necessario un adeguamento degli importi delle sanzioni previsto per le organizzazioni sindacali e per i datori di lavoro, stabilite attualmente da un minimo di 2.500 euro, fino ad un massimo di 50.000 euro, seppur raddoppiabili nei casi di particolare gravità della condotta». Si tratta, secondo l’Authority, di una previsione oramai inadeguata per i grandi sindacati e può rivelarsi del tutto irrilevante per le amministrazioni e le grandi imprese.
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