Scissioni, espulsioni e addii: M5s dimezzato in 4 anni in Parlamento
La rappresentanza del M5s tra Camera e Senato è passata da 331 a 165 parlamentari. E la crisi di governo potrebbe portare a una nuova diaspora
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In poco più di quattro anni di legislatura si è dimezzata la rappresentanza del M5s in Parlamento fra Camera e Senato: da 331 a 165 parlamentari. Un processo iniziato con le espulsioni dei parlamentari non “allineati”, continuato con la scissione in occasione del primo voto di fiducia al governo Draghi nel febbraio 2021 e terminato un mese fa con lo strappo voluto da Luigi Di Maio, che ha portato con sé una sessantina di grillini (53 alla Camera e 11 al Senato) creando “Insieme per il futuro”.
Possibile nuova diaspora
Ma la crisi di governo potrebbe portare a una nuova diaspora. Secondo alcune previsioni, alla Camera meditano di lasciare circa trenta deputati. In quel caso scenderebbe sotto quota 100 il gruppo M5s, ora con 104 componenti, meno della metà dei 222 eletti alle politiche del 2018. Molto più compatto ora è il gruppo del Senato, passato però da 109 eletti a 61: gli ultimi a lasciare sono stati Francesco Berti e Cinzia Leone, passati in Ipf (Insieme per il futuro) quando la settimana scorsa il Movimento ha deciso di non votare la fiducia sul dl aiuti. Il nuovo gruppo creato da Di Maio è diventato la principale destinazione degli ex grillini, assieme al Misto.
Le prime espulsioni
I primi a finire in quest’ultimo serbatoio sono stati quattro deputati espulsi dal M5s ancor prima di insediarsi, per violazioni alle regole interne sulle restituzioni volontarie. Poi è stato espulso il deputato-velista Andrea Mura, al centro delle polemiche per le sue numerose assenze. Nel 2019 la stessa sorte è toccata a Sara Cunial, diventata poi nota per le sue posizioni no-vax, e nello stesso anno altri tre colleghi hanno lasciato il M5s.
La nascita di Alternativa e Ipf
Il percorso di governo con la Lega ha portato invece alle espulsioni per dissenso dei senatori Elena Fattori, Paola Nugnes e Gregorio De Falco, finiti nel Misto. Il trend è aumentato nel 2020, fra espulsioni e cambi di gruppo, soprattutto verso il Misto ma anche verso Pd, Leu e Lega. In dissenso ha lasciato l’ex ministro Lorenzo Fioramonti a inizio anno, mentre a dicembre sono andati nel Misto quattro deputati, contrari alla riforma del Mes, tema su cui un anno prima avevano rotto tre senatori, passati alla Lega. La successiva grande diaspora è avvenuta in occasione del varo del governo Draghi, con l’espulsione dei 26 deputati che non hanno votato la fiducia: molti di loro hanno creato il gruppo di Alternativa. Per finire con la mega-scissione voluta da Di Maio, in dissenso con la politica estera di Conte.
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