AnalisiL'analisi si basa sulla cronaca e sfrutta l'esperienza e la competenza dell'autore per spiegare i fatti, a volte interpretando e traendo conclusioni. Scopri di piùModa

Scivolone per Ferragamo, paga la frenata dei ricavi nel primo trimestre

Titolo pesante in Borsa. I numeri scontano la consistente presenza negli aeroporti. L'a.d. Gobetti soddisfatto dei primi riscontri delle nuove collezioni

di Eleonora Micheli

(REUTERS)

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Salvatore Ferragamo scivola a Piazza Affari dopo aver accusato una frenata delle vendite nel primo trimestre del 2023. Giovedì a mercati chiusi la casa di moda fiorentina ha reso noto che le vendite dei primi tre mesi dell'anno in corso sono calate del 4% (o del 6,5% a cambi costanti) a 278 milioni di euro. Gli analisti, ad ogni modo, si aspettavano un dato deludente, dal momento che il gruppo è in una fase di transizione: le collezioni del nuovo stilista, Maximilian Davis, arrivato in azienda circa un anno fa, hanno iniziato a essere commercializzate con pochi capi solamente a partire da febbraio e rappresentano una parte minima della collezione. In più il gruppo sta rivedendo la propria struttura di wholesale, cosa che ha impattato il fatturato soprattutto Oltreoceano. In Asia, invece, la società ha registrato segnali di ripresa e anche in Europa è andata bene. Paga dazio, però, alla sua ricca presenza negli aeroporti, con i viaggi internazionali che non sono tornati ancora a pieno ritmo.

Il numero uno di Ferragamo, Marco Gobbetti, ha dato segnali di ottimismo, nel corso della conference call, pur con un tono improntato al realismo, ammettendo che la maison ha ancora tanta strada da compiere in termini di investimenti in marketing e di razionalizzazione delle vendite, prima di poter raccogliere i frutti. Ha comunque indicato di essere soddisfatto dei primi riscontri delle collezioni di Davis, sebbene il vero impatto si vedrà solamente a fine anno. Più in dettaglio il canale distributivo Retail di Ferragamo, nei mesi gennaio-febbraio-marzo, ha registrato vendite nette in calo del 2,3% (-2,4% a tassi di cambio costanti) a 190,9 milioni, rispetto allo stesso periodo del 2022, principalmente penalizzato dal rallentamento del mercato Usa. Il canale Wholesale ha riportato vendite nette in calo del 13,9% (-16,1% a tassi di cambio costanti) a 80,9 milioni, anche a causa della pianificata razionalizzazione della rete distributiva soprattutto negli Stati Uniti e della ritardata ripresa del Travel Retail in Asia Pacifico.

Loading...

La Borsa sta reagendo male ai numeri della maison fiorentina, anche tenendo conto che i gruppi della moda e del lusso che fino a oggi hanno pubblicato la performance di ricavi del primo trimestre hanno tutti vantato numeri in crescita, con una forte ripresa della Cina. «Il trimestre conferma la sottoperformance di Ferragamo rispetto al settore», hanno infatti commentato gli esperti di Equita, ricordando però che il periodo gennaio-marzo 2023 «è poco rappresentativo in quanto di transizione, con un contributo ancora trascurabile delle nuove collezioni (circa 10% dell'offerta, e solo da fine febbraio)». La sim ha comunque evidenziato che il management, nel corso della conference call, è apparso fiducioso grazie all’apprezzamento per le nuove collezioni da parte di clienti, rivenditori e stampa, nonché per l’impatto del crescente sforzo di marketing. «La società prevede un’accelerazione del business nell’ultima parte dell'anno, quando con le collezioni Autunno/Inverno il peso dei nuovi prodotti sarà maggiore». Equita ritiene che negli ultimi mesi del 2023 il peso dei capi ideati da Davis rappresenterà il 60-70% delle collezioni. In più il management si è mostrato fiducioso anche sulla marginalità. Il ceo, Marco Gobbetti ha infatti detto: «non vediamo non vediamo ragioni di avere differenti visioni sui margini rispetto al consensus». E secondo il consensus l’ebit di fine anno sarà di 82 milioni, pari al 6% del fatturato. «Confermiamo le nostre stime di un giro d'affari 2023 in progresso del 7,5% a cambi costanti (retail +8%, wholesale +5%), in linea con il consensus (e un ebit attorno a 89 milioni», hanno indicato gli esperti della sim. Equita, però, ha ammonito che le valutazioni di Ferragamo in Borsa «restano elevate, con un rapporto tra prezzo e utili attesi per 2024 e 2025 di 34 e 23 volte».

D’altra parte va anche considerato che l’azienda vanta una cassa che rappresenta da sola oltre il 10% della capitalizzazione, attorno a 2,7 miliardi. In più, se andrà a buon fine il rilancio della società, gli utili potrebbero allungare il passo a partire dall’anno venturo. «Confermiamo la nostra fiducia nel turnaround che poggia su solidi fondamentali del brand e su un management forte», hanno concluso gli esperti, che dunque hanno reiterato la raccomandazione di ‘Buy’ con target di prezzo a 20,2 euro, tenendo conto anche che le azioni hanno registrato la performance peggiore del comparto della moda e del lusso su base annua. Sono invece più cauti gli analisti di Mediobanca, che raccomandano cautela (‘Neutral’) sulle Ferragamo, indicando per le azioni un target di prezzo a 17,2 euro. Mediobanca, comunque, dà fiducia all'operato del management. «Sebbene alcuni rischi di esecuzione del piano di rilancio non possano essere esclusi, vediamo Ferragamo in una posizione migliore per eseguire il suo turnaround, potenzialmente supportato dalla riapertura della Cina», hanno commentato. Infine anche Intesa Sanpaolo è prudente: ha ribadito un ‘Hold’ sulle azioni della casa fiorentina, con target di prezzo a 16,6 euro. Ad ogni modo secondo gli esperti le vendite del 2023 saliranno dell’8% (a 1,35 miliardi), il che implica un’accelerazione dell’11,5% nei mesi venturi, cosa «possibile, anche se per adesso la visibilità è bassa».

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti