Sconti sui pagamenti con la carta: il modello Corea che piace a Bruxelles
Oggi la Corea del Sud è il paese al mondo nel quale l’uso delle carte elettroniche è più frequente in percentuale del Pil. E questo ha giovato alle casse dello Stato
di Beda Romano
2' di lettura
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES - È con prudenza che la Commissione europea ha accolto la nota di aggiornamento di finanza pubblica (Nadef) in vista della Finanziaria per il 2020. Tra le altre cose, il governo Conte intende incassare circa 7 miliardi di euro dalla lotta all’evasione fiscale. Bruxelles è tradizionalmente cauta nel valutare queste stime. Ciò detto, lottare contro l’evasione incentivando l’uso delle carte elettroniche ha avuto risultati notevoli in Corea del Sud.
Commentando la Nadef, la portavoce della Commissione europea Mina Andreeva si è limitata a rinviare al 15 di ottobre quando il ministero dell’Economia dovrà presentare un progetto di bilancio. A quel punto, l’esecutivo comunitario avrà due settimane di tempo per respingerlo, qualora fosse in evidente violazione delle regole di bilancio.
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Il governo Conte punta su un aumento delle entrate per circa sette miliardi di euro (0,4% del Pil), grazie alla lotta contro l’evasione. Non c’è esecutivo che non abbia inserito in bilancio questa misura negli ultimi anni. Si può capire la prudenza della Commissione europea. Questa volta, tuttavia, il metodo potrebbe indurre Bruxelles a un atteggiamento più accomodante. Nei fatti si tratterebbe di incentivare l’uso delle carte elettronche per poter seguire passo passo i pagamenti.
Nel valutare misure di lotta all’evasione, in passato la Commissione ha effettuato una precisa analisi per capire quanto le promesse potessero essere mantenute. Ha accettato in toto le stime di gettito relative a misure quali lo split-payment (con il versamento dell’Iva direttamente all’erario) o la fatturazione obbligatoria. In altri casi, ha preferito ritenerle poco o non credibili. In attesa dei dettagli, Bruxelles potrebbe essere incline ad offrire il beneficio del dubbio alla strategia del ministero dell’Economia.
L’idea è di incentivare l’uso della carta elettronica, offrendo un beneficio fiscale. Il meccanismo è stato utilizzato in Corea del Sud, come hanno spiegato nel 2017 Myung Jae Sung, Rajul Awasthi e Hyung Chul Lee nel Korean Journal of Policies Studies (Can Tax Incentives for Electronic Payments Curtail the Shadow Economy? Korea's Attempt to Reduce Underreporting in Retail Businesses). La decisione di offrire bonus fiscali ai consumatori che usano carte elettroniche risale al 1999.
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Oggi la Corea del Sud è il paese al mondo nel quale l’uso delle carte elettroniche è più frequente in percentuale del Pil. La quota degli imprenditori coreani che paga le imposte è salita dal 30 all’80%. L’aumento totale del gettito è stimato a 3,4 mila miliardi di won, con un aumento delle uscite per lo Stato pari a 1,9 mila miliardi di won. Il guadagno netto è stato valutato a 1,4 mila miliardi di won (1,065 miliardi di euro).
Ciò detto, Bruxelles sarà prudente nel valutare una strategia alla coreana. Seguire i pagamenti richiede organizzazione, personale, costanza. Il governo dovrà poi valutare cosa fare nel caso delle persone meno abbienti, che non hanno un debito fiscale (si tratterebbe di versare loro denaro). Infine, in un recente articolo per lavoce.info, Alessandro Santoro, professore a Milano-Bicocca, ha notato che «usare l’anagrafe dei rapporti per l’analisi del rischio evasione è stata bloccata dal Garante della privacy».
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