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Scostamento di bilancio: le 6 priorità del Governo. Ma il via solo dopo il Quirinale

Pressing sul nuovo deficit per caro energia, ristori, fondi a fragili e genitori, sconti Tari e rigenerazione urbana. Ma no a decisioni subito

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Tutti i numeri della Nadef: debito in calo al 153,5%, rapporto deficit/Pil al 9,4%

2' di lettura

Il dossier Covid con l’obbligo vaccinale per i lavoratori atteso il 5 gennaio in Consiglio dei ministri viaggia in parallelo con quello sul nuovo scostamento di bilancio chiesto anche dal Parlamento a fine anno con l’ordine del giorno presentato dai Cinque Stelle. Per ora cifre ufficiali non ne girano, le ipotesi iniziali continuano ad aggirarsi sui 7-10 miliardi. Ma i conti sull’esigenza di nuovo deficit dipenderanno anche dai costi prodotti dalla nuova decisione sul Super Green Pass, che rischia di moltiplicare le assenze dal lavoro. Ma non si faranno subito.

La decisione può attendere

Il governo, infatti, vuole prendersi almeno qualche settimana prima di rimettere mano ai saldi di finanza pubblica. Anche per capire lo sviluppo della curva epidemica oggi gonfiata dalla variante Omicron.

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LA DISTRIBUZIONE DEL FONDO
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«Con l’ordine del giorno il Parlamento ha dato un segnale chiaro - conferma dal Mef la viceministra Laura Castelli (M5S) -; ora si tratta di valutare le esigenze nelle prossime settimane, anche in base agli effetti dei nuovi provvedimenti in arrivo sul lavoro».
Sul tasto del nuovo indebitamento preme anche la Lega, legando la richiesta di nuovi fondi soprattutto alla necessità di intervenire nuovamente contro il caro-energia.
Il tema accomuna del resto tutta la maggioranza, Pd compreso. Nemmeno Iv si tira indietro anche se, con il presidente della commissione Finanze della Camera Luigi Marattin avverte che «è piuttosto strano cominciare a ragionare di nuovo disavanzo appena approvata la legge di bilancio. Prima o poi questo Paese dovrà uscire dalla dipendenza dal deficit. Ragioniamo, ma sulla base dei bisogni reali che emergeranno».
Simile la posizione di Leu: «Bisognerà vedere lo sviluppo della pandemia - riflette Federico Fornaro -; se servirà davvero saremo favorevoli, tenendo conto che sul caro energia bisognerà guardare non solo alle imprese ma anche alle fasce più deboli della popolazione».

Il nodo del costo delle bollette

Il nodo bollette domina l’elenco delle priorità che alimentano le pressioni sul nuovo deficit. Ma non è da solo. L’ennesima impennata pandemica, anche se non si traduce in nuove restrizioni generalizzate all’attività economica, colpisce duro i settori più esposti, a partire da turismo e discoteche e sale giochi, e rischia di frenare anche altri filoni di consumo con la moltiplicazione delle persone in isolamento. Al punto che già si comincia a ipotizzare apertamente una nuova tornata di ristori.

Le ricadute sul lavoro

Ma ad affacciarsi pesantemente ora è il tema delle ricadute sul lavoro. L’impennata di contagi, intensa soprattutto fra i giovanissimi, ripropone per molti genitori i problemi legati alle assenze da scuola che l’anno scorso avevano determinato la scelta del bonus baby sitter. E l’obbligo vaccinale per il lavoro rischia di determinare almeno all’inizio un numero rilevante di assenze; gonfiando il problema già attuale dell’assenza del fondo creato lo scorso anno per tutelare i lavoratori «fragili» (396 milioni nel 2021).
Nella lista entrano poi anche i Comuni. Che vedono all’orizzonte un conto vicino ai 500 milioni per il caro energia, e chiedono di rifinanziare anche gli sconti Tari per le attività economiche in crisi. Senza dimenticare i 900 milioni che servono per completare i finanziamenti sui progetti di rigenerazione urbana.

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