Scuola, Bianchi: «A settembre non ci saranno cattedre vuote. Avanti sull’istruzione tecnica»
Il ministro dell’Istruzione: docenti al loro posto. A oggi assunzioni oltre quota 30mila. Tanti supplenti? Il loro numero va commisurato all’organico totale
di Claudio Tucci
3' di lettura
«Quest’anno avremmo tutti i docenti al loro posto all’avvio delle lezioni». I supplenti sono tanti? «Il loro numero va commisurato all’intero organico docente, che si attesta a 800mila insegnanti, fra posti comuni e di sostegno, e comprende anche una quota fisiologica dovuta ad assenze, distacchi e comandi presso altre amministrazioni. Poi entro il 2024 assumeremo ulteriori 70mila professori. Siamo fieri del lavoro fatto sul Pnrr, scadenze e obiettivi sono tutti raggiunti - sottolinea il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che risponde all’inchiesta del Sole 24 Ore pubblicata il 18 agosto -. Famiglie e ragazzi cominceranno a vedere nuovi acquisti per arredi e laboratori, classi digitali, interventi di manutenzione. Ci sarà più formazione per i docenti, a beneficio della didattica. Completeremo il rilancio della filiera tecnico-professionale, dopo gli Its cambieremo istituti tecnici e professionali».
Ministro, su 94mila cattedre autorizzate si stima che se ne riempiranno anche stavolta il 50/60%. Cosa non funziona?
Innanzitutto stiamo lavorando perché anche quest’anno, come l’anno scorso, ma mai in passato, all’inizio delle scuole tutti i docenti siano al loro posto. Per quanto riguarda le capacità assunzionali, ricordo che il governo ha garantito, fino al 2025, lo stesso numero di insegnanti nonostante la drammatica caduta demografica. Inoltre, dopo anni di concorsi a singhiozzo, la riforma del reclutamento, approvata dal Parlamento, ha finalmente indicato un percorso chiaro per chi voglia fare il docente. Dopo i 60mila dello scorso anno, stiamo assumendo i nuovi docenti previsti per quest’anno (a oggi si è superata quota 30mila e si proseguirà nelle prossime settimane, ndr) e stiamo completando le procedure concorsuali in corso. Con le nuove procedure approvate dal Parlamento, il Pnrr ci chiede di assumere ulteriori 70mila docenti entro il 2024.
Le stime parlano di 150mila supplenti, 50mila prof si sposteranno con la mobilità. Quando avremo docenti stabili e giovani in cattedra?
Con le nuove procedure concorsuali, che richiedono prove annuali, avremo la possibilità di disporre di docenti stabili e giovani. L’età media dei nostri insegnanti è alta e dobbiamo garantire, con queste procedure, la possibilità di accesso ai giovani. Una considerazione, il numero dei supplenti va commisurato all’intero organico docente, che si attesta a 800 mila insegnanti, fra posti comuni e di sostegno, e comprende anche una quota fisiologica dovuta ad assenze, distacchi e comandi presso altre amministrazioni.
Il Pnrr Scuola viaggia spedito, a settembre quali novità per gli studenti?
Siamo fieri del lavoro fatto sul Pnrr, abbiamo rispettato tutti insieme impegni e scadenze. Famiglie e ragazzi cominceranno a vedere nuovi acquisti per arredi e laboratori, classi digitali, interventi di manutenzione. Ci sarà più formazione per i docenti, a beneficio della didattica. Ma, soprattutto, ragazzi e famiglie in questi mesi hanno già visto i risultati dell’azione di governo: abbiamo riportato tutti in classe, gestendo con rigore la pandemia. Abbiamo sostenuto la ripresa della socializzazione dei nostri ragazzi, tra l’altro accogliendo oltre 30mila ragazzi ucraini, e il recupero e potenziamento delle competenze con la scuola d’estate. Se ne è parlato per decenni di aprire le scuole in estate. Noi l’abbiamo fatto.
Quando partirà il piano di formazione dei 650mila prof?
Già questo autunno. È una prima grande risposta alla necessità, emersa in pandemia, di aggiornare le competenze digitali del personale e di innovare la didattica. Sarà una formazione gratuita per i docenti e di qualità richiesta e sostenuta dal Pnrr.
Con la denatalità perdiamo 100mila alunni l’anno. Che fare?
Avendo mantenuto l’organico già presente fino al 2025/26, pur in presenza di tale drammatica denatalità riusciamo a intervenire in modo specifico, a partire dai territori più deboli, sulle numerosità delle classi. Ma il tema della denatalità non è solo un problema della scuola, è un tema-Paese. Per questo nel Pnrr ci sono 3,1 miliardi su asili e scuole infanzia, per aumentare di oltre 260mila i posti disponibili, favorire il lavoro femminile, supportare le famiglie, superare i divari territoriali far riprendere le nascite.
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