Scuola, ciò che gli studenti sanno e sanno fare: i cinesi battono tutti
L’Ocse rilascia il nuovo «Rapporto Pisa» con focus su abilità di lettura, matematica e scienze. In ambito Ocse, solo sette sistemi educativi hanno mostrato avanzamenti. Al di sotto della media i risultati dei quindicenni italiani
di Flavia Foradini
4' di lettura
Sono numerosi i parametri di riferimento del nuovo Rapporto PISA 2018 (Programme for International Students Assessment) ora pubblicato in 3 volumi dall’Ocse e riguardante 600.000 15enni di 79 Paesi, in rappresentanza di una coorte globale di 32 milioni di studenti in fase finale della scuola dell’obbligo.
Il focus principale ha riguardato le abilità di lettura, la matematica e le scienze, ma attenzione è riservata anche all'equità e al benessere degli studenti, mentre i concomitanti risultati della rilevazione relativa alla comprensione finanziaria (cui ha partecipato anche l’Italia) verranno resi noti nel 2020 con un’apposita pubblicazione.
Il primo volume (”Ciò che gli studenti sanno e sanno fare”) si apre con una prefazione firmata da Angel Gurría, segretario generale dell’Ocse, che vale la pena citare: «Tra i molti esiti, il nostro rapporto PISA 2018 mostra come per matematica e scienze i quindicenni di quattro province cinesi - Pechino, Shanghai, Jiangsu and Zhejiang - abbiano superato ampiamente i loro coetanei di ognuno degli altri 78 Paesi partecipanti. Non solo: il 10% degli studenti cinesi più svantaggiati di quelle aree dalla popolazione globale di 180 milioni di abitanti, hanno mostrato migliori abilità di lettura, rispetto alla media Ocse, con prestazioni simili a quelle del 10% più avvantaggiato in alcuni degli altri 78 Paesi».
Ma Gurría va oltre: «Se consideriamo il fatto che quelle quattro province cinesi hanno un reddito medio procapite molto inferiore alla media Ocse, è deludente che la maggior parte dei Paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico non abbia fatto registrare alcun sostanziale miglioramento rispetto alla prima rilevazione PISA del 2000, che anzi solo sette sistemi educativi abbiano mostrato avanzamenti, laddove solo uno di essi, il Portogallo, è membro effettivo dell'Ocse».
Basterebbero queste constatazioni per indurre riflessioni approfondite anche in chi governa il nostro sistema scolastico, visto che a fronte di una sostanziale tenuta nelle abilità matematiche, e di un lieve arretramento di quelle scientifiche, la comprensione di testi scritti da parte dei nostri quindicenni è peggiorata e si attesta sotto la media Ocse.
Certamente, come fa notare anche Gurría, negli ultimi anni le necessità in termini di lettura si sono radicalmente evolute, con internet a dominare, cambiando approcci e modalità: «Alla veridicità dei contenuti dei tradizionali libri di testo uno studente poteva credere. Oggi per una stessa domanda si trovano un grande numero di risposte online. Dunque leggere non significa più solo saper estrarre informazioni, ma anche pensare in modo critico e acquisire conoscenza sulla base di fondati elementi di giudizio, per navigare in un mondo complesso, ambiguo e mutevole».
E invece, nell'attuale studio PISA meno di uno studente Ocse su 10 è stato in grado di distinguere un fatto da un’opinione. Meglio hanno fatto solo i cinesi delle quattro province menzionate, e Canada, Estonia, Finlandia, Singapore e gli USA.
Per l’Italia solo il 5% dei quindicenni raggiunge il livello più elevato di lettura 5 o 6 (media Ocse 9%) e sono in particolare le ragazze ad aver avuto un peggioramento, mentre i ragazzi sono rimasti stabili (al di sotto della media Ocse). In generale, l’Italia ha avuto per la lettura risultati peggiori dei precedenti studi PISA 2000 e 2009.
Permangono anche i divari geografici già registrati in altre rilevazioni: le province di Bolzano e Trento, in lettura sono superiori alla media nazionale, mentre la Sardegna ha esiti simili a Grecia e Turchia.
Per la matematica, in Italia il 10% degli studenti raggiunge Livello 5 o 6 (media OCSE: 11%), ma in Asia è il 21% (Corea) su su fino al 44% (Cina). Se si eccettuano gli studenti asiatici, per l'Italia quelli delle province di Bolzano e Trento sono fra i migliori, assieme a Estonia, Paesi Bassi, Polonia e Svizzera. Nelle scienze, solo il 3% dei quindicenni italiani raggiunge il livello 5 o 6 (media Ocse 7%).
Altri dati chiedono una riflessione urgente: a fronte di un 21% di media Ocse, nelle due settimane precedenti il test PISA il 57% dei quindicenni italiani è mancato ad almeno un giorno di lezioni (a Bolzano meno del 40%, in Sardegna circa il 67%). Oltre il 45% è arrivato in ritardo alle lezioni.
Il censo determina ancora in larga misura la qualità degli esiti scolastici. Per la lettura: 75 punti di differenza fra chi proviene da famiglie agiate e chi da ambiti svantaggiati e 43 punti fra immigrati e autoctoni.
In Italia, come in tutti gli altri sistemi educativi, le ragazze hanno maggiore timore di fallire rispetto ai loro coetanei maschi.
Il bullismo è un fenomeno che riguarda molti Paesi (con almeno alcuni episodi ogni mese): si va dal 9.4% degli studenti della Corea, a uno studente su quattro in Bosnia-Erzegovina. In Italia ne sono vittime il 23,7% (media Ocse: 22,7%).
Per approfondire:
● Scuola, un 15enne su quattro è carente in lettura
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