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Scuola-lavoro, Valditara: «Nuova norma risarcimenti, ma non basta»

Il ministro al Tavolo sulla sicurezza sul lavoro. Potrebbe arrivare una stretta sull'alternanza, per lasciarla circoscritta all'apprendimento. I sindacati chiedono di eliminarne l'obbligatorietà

di Redazione Scuola

(industrieblick - stock.adobe.com)

3' di lettura

ll ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha partecipato il 12 gennaio al Tavolo sulla sicurezza sul lavoro che si è tenuto al ministero del Lavoro. «Ringrazio il ministro Calderone, i rappresentanti istituzionali e quelli delle parti sociali con cui abbiamo condiviso riflessioni decisive per il futuro dei nostri ragazzi. Ho posto il tema centrale della sicurezza di studenti, docenti e personale scolastico anzitutto all'interno delle nostre scuole. Col Piano per l'Edilizia abbiamo investito ingenti risorse per la riqualificazione degli edifici scolastici, aumentando la dotazione prevista dal Pnrr. Con riferimento al tema dell'alternanza scuola-lavoro, è chiaro che la modifica della normativa sui risarcimenti è per noi un elemento imprescindibile, e apprezziamo in questo senso la disponibilità mostrata dall'Inail», ha detto al termine il ministro Valditara. «Questa modifica non è tuttavia sufficiente: occorre anche e soprattutto prevenire - ha proseguito il ministro - da questo punto di vista, bisogna investire di più sulla formazione degli studenti per creare una cultura della sicurezza sul luogo di lavoro, anche coinvolgendo i datori di lavoro e i sindacati, e garantire ai ragazzi che effettuano percorsi di alternanza scuola-lavoro una formazione specifica sulla sicurezza in base alle attività che andranno a svolgere. Dobbiamo poi rafforzare anche attraverso finanziamenti la formazione del tutor scolastico e quella del tutor aziendale, che devono coordinarsi in un confronto costante. L'alternanza scuola-lavoro è una componente strutturale nella formazione dei ragazzi in tutti i modelli scolastici occidentali. Proprio per questo, il ragazzo non può mai essere lasciato solo, il dialogo tra scuola e impresa non si esaurisce al momento della stipula della convezione, ma deve essere continuo».

L’incontro

Nel dettaglio la ministra del Lavoro, Marina Calderone, il 12 gennaio ha avviato il tavolo sulla sicurezza per definire una strategia ampia e dare risposte con l'obiettivo di fermare questa scia di sangue. Ai sindacati e alle imprese indica la via di un “patto” e la necessità di confrontarsi senza partire da posizioni preconcette. Mettendo in campo una “task force” del governo, perché «non è accettabile» che anche una sola persona perda la vita lavorando. Al tavolo sono presenti tutte le sigle sindacali e delle associazioni datoriali, una quarantina, e anche gli altri ministri direttamente interessati dal tema: dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, della Pa, Paolo Zangrillo, della Salute, Orazio Schillaci.

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Scuola-lavoro al centro del prossimo confronto

Ed è proprio sull'alternanza scuola lavoro che si concentrerà il prossimo incontro, già fissato per il 26 gennaio. Seguiranno altri appuntamenti specifici, uno di approfondimento sull'agricoltura e uno sull'edilizia. Settori dove il rischio di infortuni è più alto. Nel 2022, fino a novembre scorso, gli ultimi dati dell'Inail indicano nel complesso oltre mille morti già denunciate sul lavoro.
Prima dell'inizio dell'incontro, la protesta di un gruppo di una ventina di studenti davanti alla sede del ministero per chiedere l'abolizione dell'alternanza scuola-lavoro e per ricordare le giovani vittime, ultimo Giuliano De Seta, morto a 18 anni durante uno stage in una fabbrica a Noventa di Piave (Venezia), alla cui famiglia è stato negato il risarcimento dell'Inail, perché oggi la normativa lo prevede solo quando a subire l'infortunio mortale è il principale percettore del reddito. Una regola su cui la ministra Calderone ha già detto di voler intervenire e che sarà cambiata con un decreto atteso a breve.

Stretta in arrivo

Attesa è anche una stretta sull'alternanza scuola lavoro, in modo da lasciarla circoscritta all'apprendimento. I sindacati chiedono di eliminarne l'obbligatorietà. Quella dell'emergenza infortuni sul lavoro viene comunque considerata da tutti, dal governo e dalle parti sociali, una priorità. Alcune delle risposte possono arrivare dal potenziamento dei controlli e quindi anche degli organici dell'Ispettorato del lavoro, dal rafforzamento della prevenzione e della formazione, già a partire dalla scuola. Ma anche, come dice il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dall'introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Su un possibile intervento sul Testo unico sulla sicurezza, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, invece ha già avvertito di non essere «disponibili a fare alcun accordo che lo peggiori». Resta l'urgenza di agire: «Dobbiamo passare dalle parole ai fatti», dice anche la Cisl. Confcommercio chiede una revisione delle norme sulla sicurezza del lavoro «che coniughi l'effettività delle tutele per i lavoratori e lo snellimento degli adempimenti burocratici per le imprese».

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