Scuola, pressing delle Regioni: niente Dad per vaccinati anche alle elementari
Il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso: a stretto giro il Governo varerà le nuove norme
I punti chiave
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L’obiettivo è quello di semplificare. Ed è l’obiettivo a cui puntano le Regioni per mettere ordine nel ginepraio di regole e normative che disciplinano le attività scolastiche. Un appello, quello dei governatori, che è stato recepito anche dallo stesso governo che “a stretto giro” - per citare le parole del sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso - varerà le nuove norme, con mini isolamenti e didattica a distanza riservata esclusivamente ai non vaccinati. Sul tavolo anche la proposta di eliminare i tamponi per il rientro in classe, mantenendo comunque l’autosorveglianza. Nelle prossime ore tornerà a riunirsi un tavolo tecnico tra ministero della Salute e rappresentanti delle regioni.
Lo «strappo» dell’Alto Adige
Nel frattempo l’Alto Adige si porta avanti e riduce autonomamente la Dad da 10 a 7 giorni «per garantire più scuola in presenza». Ma non solo, gli asili resteranno aperti fino a quattro casi di positività.
Il pressing delle Regioni
Il fronte delle Regioni, che si sono viste martedì 25 gennaio a Roma, appare compatto. La richiesta è quella di garantire le lezioni in presenza agli studenti vaccinati. «Basta caos nelle scuole - sono state le parole del governatore della Toscana, Eugenio Giani -: chi è vaccinato con tre dosi non deve andare in Dad. Restino a casa solo i positivi e chi non è vaccinato». A fargli eco è il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, secondo il quale «le attività scolastiche non vanno sostituite dalla Dad quando bambini e ragazzi sono vaccinati e non ci sono sintomi». «Su questo - ha poi aggiunto Zingaretti - c’è bisogno di un intervento chiaro a tutela delle famiglie e della scuola. Si può combattere il Covid e semplificare vita persone con regole chiare». «Sono sempre più numerose le segnalazioni di famiglie bloccate in casa dal caos di regole complicate, spesso attuate diversamente da dirigenti scolastici che faticano a raccapezzarsi - ha messo in evidenza il presidente della Lombardia, Attilio Fontana - Serve una semplificazione e soprattutto una continuità didattica per i ragazzi, per gli insegnanti e per le famiglie».
Ridurre la quarantena anche nelle scuole dell’infanzia
Tra le proposte emerse durante il vertice romano, ci sarebbero anche quelle di equiparare il periodo di quarantena tra gli studenti e il resto della popolazione e di superare il concetto del “un caso tutti a casa”, riducendo la quarantena anche nelle scuole dell’infanzia. Ciò che sembra contribuire a creare rallentamenti sono i tamponi cui gli studenti devono sottoporsi per poter proseguire le lezioni in presenza o per il rientro in aula. Per questo l’assessore alla sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, lancia la proposta di eliminare i test. Chi ha completato il ciclo vaccinale - ha spiegato - «deve essere libero senza certificazioni e tamponi».
I presidi: valutare di fare a meno dei tamponi
Un’idea rilanciata anche dai presidi. «Bisogna valutare l’ipotesi di fare a meno dei tamponi dove è possibile - ha sottolineato il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli -, ma serve ovviamente una valutazione di tipo sanitario». «L’alternativa - ha aggiunto - sarebbe quella di ampliare la rete territoriale dei soggetti che possono effettuare i tamponi».
Il Governo punta ad adottare protocolli più soft
La richiesta delle Regioni convince anche il governo, già da tempo ormai al lavoro per snellire i protocolli a scuola. «Stiamo lavorando per rivedere le norme, e quindi la quarantena, perché effettivamente molti ragazzi si trovano a stare a lungo in quarantena pur essendo in salute - le parole della sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia -. Dobbiamo assolutamente, almeno per i più piccoli, cominciare a ridurre i giorni della quarantena». Dello stesso parere il collega Rossano Sasso, che contestualmente ha chiesto al ministero dell’Istruzione «maggiore determinazione ed essere più propositivo nei confronti delle autorità sanitarie». «Non è più tollerabile - ha concluso - che nelle nostre scuole manchino ancora le mascherine ffp2 e agli impianti di aerazione e ai sanificatori si preferisca tenere le finestre aperte per 5 ore con 0° fuori».
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