Scuola, da settembre 33 ore di educazione civica e voto in pagella
Approvato il via definitiva il ddl che reintroduce l’insegnamento dell’educazione civica, ma anche dello sviluppo sostenibile e dell’educazione alla cittadinanza digitale. La legge però non stanzia nuove risorse per la formazione dei docenti
di Francesca Milano
2' di lettura
Dall’anno scolastico 2019/2020 torna l’educazione civica: 33 ore di insegnamento e voto in pagella per gli studenti delle elementari, delle medie e delle superiori. Gli studenti dovranno studiare la Costituzione, le istituzioni dello Stato italiano, dell'Unione europea e degli organismi internazionali; la storia della bandiera e dell’inno nazionale; l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; l’educazione alla cittadinanza digitale; gli elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro; l’educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; l’educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; l’educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; la protezione civile.
L’educazione civica era stata introdotta nelle scuole nel 1958 per volere di Aldo Moro, e venne soppressa a partire dall’anno scolastico 1990/1991. Dopo quasi 30 anni, adesso, si torna a studiare la Costituzione (e non solo): tra gli argomenti ci saranno anche quelli legati al bullismo e al cyberbullismo, all’educazione alla legalità, e all’educazione stradale, considerato che proprio nell’età delle superiori ci si avvicina alla patente di guida con le due e le quattro ruote.
A re-introdurre l’educazione civica nelle scuole è il disegno di legge n. 1264 approvato in via definitiva dal Senato con 193 sì e 38 astenuti. La legge impone anche la formazione dei docenti che dovranno occuparsi dell’insegnamento dell’educazione civica: per la loro formazione non vengono stanziati nuovi fondi ma saranno utilizzati 4 milioni di euro del fondo previsto dal Piano nazionale di formazione e per la realizzazione delle attività formative introdotto nel 2015 con la legge n. 107.
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Mentre presidi e docenti si chiedono come ri-organizzarsi in virtù del fatto che le ore saranno «da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti», i politici di destra e sinistra provano a metterci sopra il cappello: «Finalmente l’educazione civica torna in classe! Con la legge della Lega approvata definitivamente oggi al Senato», scrive il ministro dell’Interno Matteo Salvini su Facebook. Stesso social network, ma notizia diversa quella che si legge sulla bacheca del sindaco di Firenze Dario Nardella (Pd): «Questa proposta partita da Firenze ha conquistato destra e sinistra: è il bello delle cose giuste, delle cose che hanno un senso. Un grazie speciale ai tutti i sindaci che con la raccolta firme l’hanno portata in Parlamento».
La senatrice del Movimento 5 Stelle Barbara Floridia usa toni epici: «Consegniamo al mondo della scuola, ma mi spingo a dire a tutti i cittadini di oggi e di domani, un importante tassello nella ricostruzione di una coscienza civile», mentre la sua collega del Pd Simona Malpezzi è critica: «Il governo racconta l’ennesima fake news, dichiarando di aver introdotto l’ora di educazione civica a scuola. La verità è che il prossimo anno non ci sarà un’ora in più, non ci sarà un docente dedicato all’insegnamento della materia, non cambierà il quadro orario. Hanno apportato solo alcune modifiche all’impianto che già esisteva senza migliorarlo e soprattutto aumentando carichi di lavoro ai docenti senza mettere risorse».
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