Se in Europa l’energia venisse distribuita meglio, il risparmio sarebbe del 32%
Colli di bottiglia, tecnologie non moderne e una logica di distribuzione antiquata e troppo condizionata dai confini nazionali pesano sui costi dell’elettricità
di Franco Sarcina
I punti chiave
2' di lettura
Uno studio dell’University College Dublin (Ucd) ha calcolato quali sarebbero i risparmi in termini di costo dell’energia se in Europa la rete di distribuzione dell’elettricità venisse modernizzata e, soprattutto, ristrutturata non tenendo conto dei confini nazionali ma agendo in una logica paneuropea. Il risparmio potrebbe arrivare al 32% rispetto a uno scenario in cui si prosegue con le scelte attuali.
Il problema dei costi dell’energia non è infatti legato unicamente ai costi di produzione, ma anche a quelli di stoccaggio e di distribuzione. E questo avverrà ancor di più con il passare degli anni, e con la conversione degli attuali sistemi di produzione a quelli basati sulle rinnovabili, che pressoché tutti - basta pensare ai pannelli solari e alle pale eoliche - non possono garantire un flusso di energia costante nel tempo. Senza contare che il fabbisogno energetico cambia costantemente a seconda delle ore, dei giorni e delle stagioni.
Intervenire non solo nella produzione, ma anche nella distribuzione
Secondo lo studio, il sistema di trasmissione attualmente utilizzato in Europa non è adatto a sostenere il futuro energetico del nostro continente. Senza investimenti accelerati nelle infrastrutture l’Europa oltre ad avere difficoltà di approvvigionamento energetico, non riuscirà a ridurre le emissioni e a rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione che dovrebbero essere raggiunti per la metà del secolo, e questo non solo minerà gli sforzi internazionali in materia di clima, ma influirà negativamente sulle economie e sulla capacità del nostro continente di competere su scala globale.
Un modello di «power grid» paneuropeo
Lo studio propone un modello di distribuzione energetica (in inglese «power grid») moderno, che utilizza le ultime tecnologie disponibili e non è più basato su scala nazionale, ma pan-europeo, basandosi su una proposta concreta: quella di Supernode, società specializzata nella progettazione di reti di distribuzione energetica. Vengono proposti investimenti nello sviluppo di nuove risorse di trasmissione per garantire un utilizzo più efficiente delle risorse rinnovabili del continente, e sono evidenziati alcuni colli di bottiglia che rendono necessari ulteriori investimenti, per raggiungere livelli più elevati della capacità di stoccaggio della rete elettrica continentale.
Il professor Andrew Keane, dell’Ucd School of Electrical & Electronic Engineering e direttore dell’Ucd Energy Institute, che ha guidato lo studio, ha dichiarato:
«Il sistema di trasmissione esistente non è adatto allo scopo per il futuro energetico dell’Europa. Le carenze dell’attuale sistema di trasmissione sono note da anni ma vengono tollerate. L’imperativo di “mantenere le luci accese” e i requisiti della transizione energetica rendono evidente che è necessario un approccio più avanzato alla trasmissione dell’energia».
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