Se il mondo dei sogni precipita in un incubo
The sandman. Morfeo deve scongiurare una crisi universale pur essendo rinchiuso in una prigione e privato degli oggetti con cui governa il suo potere. Tratto dall’omonimo fumetto di Neil Gaiman, la serie perde il tono lirico delle tavole
di Andrea Fornasiero
2' di lettura
Strappato al proprio reame da uno stregone inglese, Morfeo, il re dei Sogni (Tom Sturridge), viene denudato e derubato dei suoi oggetti con cui governa il suo potere, per poi essere rinchiuso in una prigione di vetro. Mentre è intrappolato nelle segrete di una villa, il mondo dei sogni va in rovina, le persone subiscono numerosi disturbi del sonno - tanto che alcuni non si risvegliano più - e gli incubi scorrazzano tra i mortali.
Quando dopo un secolo riuscirà finalmente a liberarsi, Morfeo dovrà recuperare i suoi oggetti, caduti rispettivamente in mano a una esorcista, a un demone e a uno psicopatico. Quindi dovrà scongiurare una crisi che potrebbe annichilire l’universo: un vortice onirico si è manifestato sulla Terra, nella persona della giovane Rose Walker.
Adattamento dell’omonimo capolavoro a fumetti di Neil Gaiman, disegnato nei primissimi numeri dall’ottimo Sam Kieth, The sandman è una delle più ambiziose serie prodotte da Netflix (con Warner Bros. Television). Vi partecipano infatti in piccole parti diversi quotati attori inglesi, da Charles Dance a Jenna Coleman e Stephen Fry. La trasposizione è firmata dallo stesso scrittore di Portchester, insieme al veterano di opere dai fumetti DC David Goyer e ad Allan Heinberg, che pure ha diviso la sua carriera tra Tv e comics americani (da Sex and the city alle serie di Shonda Rhimes ma pure dagli Young Avengers a Wonder woman). The sandman è infatti molto fedele all’originale, con dialoghi e scene ricalcate dal fumetto, aggiornate a una maggiore rappresentazione del mondo queer, delle minoranze etniche e del femminile. Accade così che nei primi episodi troviamo quasi una coppia omosessuale per puntata, la pallida morte è diventata una donna nera e John Constantine e Lucien sono ora Joanna e Lucienne.
Espunti i riferimenti al mondo dei supereroi DC comics, che del resto sparivano piuttosto presto anche dalla serie a fumetti, The sandman è un fantasy metafisico e molto ambizioso, ma poco ispirato. Ci si affida troppo alla CGI (Computer-Generated imagery) e, nello sforzo di non allontanare nessuno spettatore, si riduce il tasso di horror. Fa eccezione il quinto episodio, quello più malsano, non a caso sorretto dall’interpretazione del geniale David Thewlis.
È invece assai poco spaventoso l’incubo/serial killer Corinzio (Boyd Holbrook), il cui ruolo è stato ampliato fino alla sovraesposizione e il cui trucco in CGI (parliamo di un personaggio che ha due bocche dentate al posto degli occhi) è assai meno disturbante di quanto dovrebbe essere. Allo stesso modo l’inferno è più banale, con demoni per lo più antropomorfi e quasi levigati dalla resa in computer graphic. Lo stesso Morfeo interpretato da Tom Sturridge è in fondo una figura del tutto rassicurante, anche perché l’episodio in cui i suoi comportamenti erano più crudeli è l’unico a essere stato saltato nella trasposizione di questa prima stagione.
Le immagini patinate e l’assenza di soluzioni interessanti di regia (contro la ricchezza di idee delle tavole a fumetti) rendono l’adattamento prosaico, come se il tono lirico si fosse perso per strada. Il risultato è così una trasposizione tirata a lucido ed esangue, che non riesce a ricatturare l’atmosfera sporca e dark dell’originale.
The sandman
Neil Gaiman
David S. Goyer
Allan Heinberg
Netflix
loading...