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Se la ragazza muore il caso è intrigante

Shining girls. Sulla scia di «Twin Peaks», la serie racconta l'avventura di Kirby, archivista del «Sun-Times», e del reporter Dan, alleati nella ricerca dell'assassino Solo la prima parte funziona bene, anche negli intrecci con il sovrannaturale

di Gianluigi Rossini

 Dan Velasquez (Wagner Moura) e Kirby Mazrachi (Elisabeth Moss) in «Shining girls»

2' di lettura

In un famoso articolo apparso qualche anno fa sulla «Los Angeles Review of Books» si descriveva il possibile sottogenere della “ragazza morta” (dead girl show), inaugurato da Twin Peaks e proseguito da The killing, Pretty little l iars, True detective, solo per fare qualche titolo. La trama è messa in moto dall’omicidio di una ragazza, il cui cadavere diventa centro dell’attenzione, ma il protagonista è il detective che indaga sull’omicidio, che troverà nella vicenda un’occasione di cambiamento e crescita.

Il successo incontrato da queste serie, si dice, deriva dal fatto che smuovono pulsioni primitive, il contrasto tra gli impulsi di protezione e di predazione dei giovani corpi delle ragazze. I colpevoli, infatti, sono per lo più figure dell’autorità maschile, gli stessi che si arrogavano il diritto di disciplinare e controllare.

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Shining girls (Apple tv+, 29 aprile), tratta dall’omonimo romanzo della scrittrice sudafricana Lauren Beukes, si iscrive sicuramente in questo filone, ma con una variante già sperimentata da Veronica Mars o Top of the lake: il detective è essa stessa una vittima, e indaga anche per risolvere il proprio caso. Siamo nel 1992 e Kirby Mazrachi (Elisabeth Moss), sopravvissuta per miracolo a una brutale aggressione, scopre che un’altra donna è stata aggredita (e uccisa) nello stesso modo. Kirby è archivista per il «Sun-Times» di Chicago e si allea con il reporter Dan Velasquez (Wagner Moura) per trovare l’assassino. Come spesso accade nelle serie sulla ragazza morta, si sconfina presto nel sovrannaturale: la realtà di Kirby muta improvvisamente e di continuo, tanto da costringerla a tenere un diario in cui annotare dove lavora, con chi convive, se il suo animale domestico è un cane o un gatto.

Per almeno la prima metà, la serie cattura decisamente l’attenzione: il mistero narrativo è intricato ma interessante, la chimica tra Moss e Moura è molto forte, l’ambientazione nei primi anni ’90 è curata e attraente. Quando i nodi cominciano a sciogliersi, però, si resta perplessi: non volendo fare spoiler, mi limiterò a dire che la soluzione del mistero sembra una trovata del tutto arbitraria e lascia parecchi interrogativi sulla sua interpretazione, su quali siano davvero i temi che la serie intendeva affrontare.

Shining girls, Silka Luisa, Apple tv+, dal 29 aprile

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