la nave con i migranti in rada a siracusa

Sea Watch, Salvini: sbarco legato a trasferimento. Conte: disponibili 5 Paesi Ue

di Nicola Barone

(EPA)

4' di lettura

Sbarco dei migranti? «Solo se prenderanno la via dell'Olanda, che ha assegnato la bandiera alla Sea Watch, o della Germania, paese della Ong. In Italia abbiamo già accolto, e speso, anche troppo» Dice così il ministro dell'Interno Matteo Salvini. La vicenda da oggi si sposta anche all'attenzione della Corte europea dei diritti dell'uomo avendo il governo depositato a Strasburgo la sua memoria difensiva nella quale si sostiene, appunto, che la giurisdizione appartiene all'Olanda.

Secondo la ricostruzione fornita dall’esecutivo ai giudici la Sea Watch, con una «temeraria condotta», in condizioni di mare mosso «anziché trovare riparo sulla costa tunisina distante circa 40 miglia, universalmente considerata porto sicuro, si è avventurata in una traversata di centinaia di miglia mettendo a rischio l'incolumità dei migranti a bordo». Una volta sciolto il nodo della giurisdizione, l'Italia è pronta ad offrire un corridoio umanitario per trasferire i 47 migranti in Olanda.

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Come richiesto da Salvini una delle destinazioni potrebbe essere la Germania: il governo di Berlino, spiega nel pomeriggio un portavoce del ministero dell’Interno tedesco, «si è già dichiarato pronto con la Commissione europa addetta al coordinamento a un contributo solidale insieme ad altri Stati membri», in modo da trovare «una veloce soluzione per le 47 persone salvate» che passa una «distribuzione bilanciata» nel contesto della solidarietà europea. L’Olanda invece si limita si limita a ribadire che «non è obbligata» ad accogliere i migranti salvati. Il ministero delle Migrazioni olandese ricorda di «aver preso atto della richiesta dell'Italia di rilevare i migranti, fornita tramite i canali diplomatici appropriati», ma che spetta al capitano della Sea Watch «trovare un porto sicuro per sbarcare i 47 migranti a bordo».

Qualcosa si muove anche nel resto d’Euroa, in particolare a Parigi. Da Cipro, dove partecipa al vertice ”Med 7”, il presidente francese Emmanuel Macron, dopo averne parlato con il premier Conte, chiede di applicare «tre principi» al “caso Sea Watch”: lo sbarco immediato «nel porto più vicino, cioè l'Italia», la «distribuzione dell'onere» di accoglienza, dal quale la Francia non si è mai sottratta. Infine «il diritto, ovvero dobbiamo fare in modo che le Ong rispettino le regole». In questo momento abbiamo la disponibilità per il ricollocamento dei migranti della Sea Watch da parte di «Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta». annuncia invece il premier Giuseppe Conte, parlando in conferenza stampa a fianco di Macron.

Sea Watch: le foto a bordo

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Nella richiesta di «misure urgenti» inoltrata alla Corte europea dei diritti dell'uomo dal comandante della Sea Watch, dal capo missione e dai migranti imbarcati si chiede di «porre fine alla violazione dei diritti fondamentali prefigurata dal fatto di impedire l'ingresso nel porto della nave e lo sbarco di tutte le persone a bordo». Sea Watch e Mediterranea evidenziano che la Corte Edu ha infatti «il compito di valutare i ricorsi individuali di persone soggette alle violazioni dei diritti tutelati dalla Convenzione europea dei diritti umani». Per le ong «un'operazione di soccorso in mare, secondo il diritto internazionale, si dichiara conclusa solo con lo sbarco in un porto sicuro, che deve essere garantito nel più breve tempo possibile. Ciò non può essere subordinato ad alcuna negoziazione tra Stati in merito a una eventuale redistribuzione delle persone soccorse, o per qualunque altro motivo. Un porto si considera sicuro anche in base al reale trattamento che le persone subirebbero una volta sbarcate: per questa ragione la Libia non è riconosciuta dalle Nazioni unite e dall'Unione
europea come un porto sicuro di sbarco». La risposta della Corte ai ricorrenti arriva nel giro di poche ore, sotto forma di richiesta all’Italia di «prendere il prima possibile tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti cure mediche adeguate, cibo e acqua ». Non accolta invece la richiesta principale, quella di imporre al nostro Paese il via libera allo sbarco dei migranti. Per i minori non accompagnati la Corte di Strasburgo chiede al governo di garantire anche una «tutela legale» adeguata.

Al momento la situazione sulla nave «dal punto di vista sanitario è assolutamente sotto controllo e comunque il nostro Paese ha fornito e fornirà sempre l'assistenza sanitaria», assicura il ministro della Salute Giulia Grillo pur sottolineando che «quando noi mandiamo i nostri medici, è il Paese Italia che paga mentre gli altri stanno a guardare affacciati alla finestra e non mi sembra il caso». Il Pd ha presentato un esposto alla Procura di Siracusa contro il governo per la gestione dei migranti, come annunciato già ieri al termine della visita sulla nave. «#SeaWatch Continua la staffetta democratica, oggi a Siracusa i parlamentari Pd Gennaro Migliore, Giuditta Pini, Lia Quartapelle, Luca Rizzo Nervo. I 47 migranti devono scendere subito!» scrive su twitter il senatore dem e segretario regionale del Pd Sicilia, Davide Faraone. Sulla questione «è tempo di andare allo scontro con i finti partner europei che abbiamo» attacca il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (M5S). «Si dà ovviamente assistenza sanitaria, medica, quello che serve a chi c'è a bordo, dopodiché l'Italia è disponibile a prendere queste persone, a metterle su un volo e a portarle in Olanda». Ma ora è necessario un salto di qualità dal momento che «la lettera che ha mandato l'Olanda al ministro Toninelli per dirgli perché non si prende la responsabilità è ridicola, io la pubblicherò, dice che per loro quello non è un battello di soccorso, ma è un'imbarcazione di piacere quindi la bandiera che batte non è loro responsabilità».

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