Seafuture punta la barra sulle start up
L’esposizione biennale dedicata all’economia marittima, difesae sostenibilità ha destinato un’area alle giovani imprese per favorire gli incontri
di Raoul de Forcade
3' di lettura
Le start up irrompono nell’ottava edizione di Seafuture, la kermesse biennale dedicata a difesa, blue economy e sostenibilità ambientale, che si svolge alla Spezia, presso la base navale della Marina militare. Quest’anno l’evento avrà luogo dal 5 all’8 giugno prossimi. Ma molto prima, il 31 marzo, si chiuderà il bando grazie al quale le start up interessate possono candidarsi a partecipare alla mostra, a condizioni agevolate rispetto agli altri espositori.
Seafuture è organizzata da Italian blue growth (Ibg) - soggetto partecipato da Eiead (European institute for eurasian dialogue), Dltm (Distretto ligure delle tecnologie marine) e Consorzio Tecnomar Liguria (raggruppa circa 90 Pmi che operano nei settori difesa, dual use, tecnologie del mare) – in partnership con la Marina militare che, tra l’altro, fornisce gli spazi e gestisce le delegazioni. Supportano, poi, la manifestazione il segretariato generale della Difesa, Dltm , Camera di commercio Riviere di Liguria, Eiead, Regione Liguria, Ice e Aiad.
«L’innovazione - afferma Cristiana Pagni, ceo di Ibg - è uno dei fattori chiave per la competitività, soprattutto sui mercati internazionali; ed è sul volano dell’innovazione a cui dobbiamo puntare per far crescere i nuovi talenti imprenditoriali e dare valore alle start up ad alto potenziale».
Del resto, ricorda ancora la Pagni, i numeri parlano chiaro: nell’ultimo rapporto redatto dal Mise (oggi Mimit) con Infocamere, Unioncamere e Mediocredito centrale, le start up innovative sono in crescita; a fine 2022 quelle iscritte al registro delle imprese sono arrivate a 14.708, il numero più alto di sempre. I settori più vivaci sono la produzione di software, la consulenza informatica, ricerca e sviluppo e la fabbricazione di macchinari e prodotti elettronici. La Lombardia e il Lazio si attestano in cima alla classifica delle Regioni quanto a numero di start up, mentre la Liguria non va oltre il 15° posto. Milano ha la quantità più elevata di imprese appena avviate innovative (quasi il 19% del totale nazionale), seguita dalla provincia di Roma. Molto staccate, ci sono, poi, le province di Napoli (4,8%), Torino (3,7%) e Bari (2,5%). Proprio da Bari è partito il progetto di coinvolgimento delle start up da parte di Ibg, «ma anche il distretto Dltm, di cui fa parte l’università di Genova - sottolinea la Pagni - sta lavorando su questo. Il bando che abbiamo messo a punto riguarda start up che operano in settori quali difesa e sicurezza, tecnologie marine e marittime, underwater, sostenibilità ambientale, analisi e monitoraggio dati, manutenzione predittiva, comunicazione e connettività e intelligenza artificiale».
Per questa edizione di Seafuture, aggiunge, «abbiamo deciso di dare, alle start up, maggiori possibilità di incontrarsi, confrontarsi e trovare i modi per cooperare, attivando, ad esempio, processi di cross-fertilization interregionale e internazionale. A questo scopo, allestiremo la Seafuture start up area: un grande spazio espositivo dove queste aziende avranno visibilità, anche attraverso il sito e i social dell’evento. Le nuove imprese potranno giovarsi anche di una specifica sessione pitching, in cui presentare la propria attività ad aziende del target di riferimento. Siamo convinti, del resto, che offrire strumenti di supporto per i settori emergenti e le start up possa rafforzare le potenzialità di crescita di tutto il settore industriale del Paese e contribuire a creare nuovi e duraturi posti di lavoro. Riteniamo che, a fine bando, potranno essere una decina le start up presenti alla kermesse».
Oltre a questa nuova iniziativa dedicata alle imprese in esordio, all’interno della kermesse spezzina vengono organizzati, anche stavolta, come nelle altre edizioni, i Seafuture awards. Una premiazione nata per valorizzare tesi sperimentali, triennali, magistrali o di dottorato, sviluppate presso industrie, laboratori di dipartimenti universitari o centri di ricerca italiani e indirizzate verso prodotti o processi nell’ambito delle tecnologie del mare e con basso impatto ambientale. Vi è inoltre la versione dedicata ai giovanissimi, cioè Seafuture awards high school, che si concentra su elaborati divulgativi e tesine realizzate da studenti iscritti agli ultimi due anni delle scuole secondarie della Liguria.
I due bandi di concorso, anche questi con scadenza al 31 marzo, si rivolgono a tematiche estremamente attuali: l’economia blu circolare, i materiali innovativi, l’efficientamento energetico, la transizione ecologica, il cambiamento climatico, la transizione digitale, le tecnologie Iot, la cybersecurity, la robotica, la logistica e i trasporti. Per gli awards, come per le start up, dice la Pagni, «abbiamo fatto accordi con diverse università e altre ci hanno contattato; e ovviamente è parte attiva del progetto anche il Dltm». Per quanto attiene l’organizzazione generale di Seafuture, l’ottava edizione, conclude la Pagni, «si caratterizza per una crescente presenza internazionale: ci saranno Francia, Germania e Turchia ma ci hanno contatto anche dalla Cina. La scorsa edizione, poi, sono arrivate delegazioni da 65 Paesi diversi; quest’anno ci aspettiamo presenze da un’ottantina di nazioni».
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