Sease, la ricerca tessile e l’eleganza della vela diventano stili di vita
I fratelli Franco e Giacomo Loro Piana hanno fondato nel 2018 un marchio di casualwear unisex che punta ai 10 milioni di fatturato entro il 2024: «Saremo sempre più liberi di scegliere come vestirci»
di Giulia Crivelli
3' di lettura
Nessuno dovrebbe essere costretto o sentirsi obbligato a proseguire una tradizione familiare, sia essa imprenditoriale o culturale. Ma se la scelta è allo stesso tempo ragionata e di cuore, il risultato può essere sorprendente, perché know how e valori non soltanto continuano a esistere, vengono calati nella loro contemporaneità dalle nuove generazioni.
Potremmo raccontare (anche) così la storia di Sease, marchio fondato dai fratelli Franco e Giacomo Loro Piana nel 2017, partendo da ingredienti dal sapore antico, arricchiti da un’idea forte, come deve avere un marchio che debutta nell’ultra competitiva arena dell’abbigliamento e accessori di alta gamma. «Siamo cresciuti circondati dalla cultura tessile e di prodotto e nostro padre Pierluigi resta sempre un punto di riferimento – spiega Franco Loro Piana, che segue la parte creativa, mentre Giacomo si dedica a quella commerciale –. L’idea di disperdere questa cultura non ci piaceva, ma allo stesso tempo ci premeva trovare una nostra strada. Con Sease abbiamo unito passioni personali, in particolare per la vela e la vita all’aperto, e conoscenze di settore. Il tempismo non è stato tra i più fortunati, visto che siamo partiti nel 2018 – sorride Franco –. Aver affrontato la pandemia quando l’azienda era ancora un’autentica start up ha messo alla prova la bontà dell’idea che avevamo del marchio e ci ha fatto superare il terribile 2020 e il difficile 2021».
Tutto chiaro fin dal nome, in fondo: la esse sta per sea, mare, mentre ease, oltre al suono che fa pensare all’aggettivo easy, facile, è un verbo che in inglese, in barca, significa lascare, ovvero “mollare” le vele, dare loro più libertà , potremmo dire con un tocco di poesia. «La tendenza verso una maggiore libertà nel vestire, senza confini netti tra abbigliamento da città o da lavoro e look da tempo libero, è iniziata da alcuni anni e credo che continuerà a rafforzarsi – sottolinea Franco Loro Piana –. Ma c’è modo e modo di interpretare questa necessità dei consumatoti e ognuno può trovare il suo posizionamento e filone creativo». Nel caso di Sease c’è la qualità estrema dei materiali naturali, la ricerca e innovazione sulle fibre e sui tessuti man made, l’ispirazione creativa della vela, uno sport dove il gesto agonistico è di per sé elegante. Le collezioni di Sease sono maschili sulla carta, ma in gran parte unisex di fatto e anche questi “confini sfumati” fanno parte dell’oggi.
«La nostra famiglia ci ha trasmesso l’amore per la vela, che è tra gli sport più sostenibili che esistano, tra l’altro. E l’attenzione all’ambiente deve essere per tutti una priorità assoluta, specie per un’azienda che parte da zero – aggiunge Franco Loro Piana –. La vela però insegna molto anche sull’importanza del lavoro di squadra, del rispetto che si deve a ogni singola persona che lavora a un progetto, fermo restando il ruolo del capitano». Come dire, in fondo, che avere la vela come stella polare è un buon modo per mettere in pratica i famosi valori Esg (environment, governance, social) di cui tutti parlano.
Accanto alla progettazione e alla produzione “nativa sostenibile”, i fratelli Loro Piana sostengono molti progetti a favore dell’ambiente, come la recente capsule per Sea Shepherd, una ong di attivisti del mare, per la quale Sease ha creato una divisa e una capsule di dodici pezzi in vendita nelle boutique del marchio e online, il cui ricavato andrà alla ong presieduta da Andrea Morello, che Franco Loro Piana definisce «un pirata buono».
Sease però non è una ong, bensì un’azienda che quest’anno punta a raddoppiare il fatturato 2021, arrivano a dieci milioni entro il 2024. Il retail è importante, ma per ora la distribuzione è soprattutto wholesale (oltre 50 i negozi in cui il marchio è presente) e online, sia con il sito ufficiale, sia con quelli dei multimarca partner. «Per farsi conoscere, nonostante la forza del marketing online e dei social, per creare brand awareness, il reatil fisico in città importanti resta fondamentale – conclude Loro Piana –. La prima boutique Sease era in Brera, ora siamo in Monte Napoleone e in località turistiche come Porto Cervo. Ma il futuro ovviamente è nella multicanalità, sia per la vendita sia per i servizi».
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