Borse: la corsa continua, è l'ora di banche e materie prime. Milano chiude a +0,5%
Un altro rialzo per i listini azionari. L'annuncio di Pfizer sul vaccino anti-Covid porta gli investitori a scommettere sullo scenario post pandemia
di Andrea Fontana
4' di lettura
La corsa dei listini azionari non conosce sosta: se le elezioni americane e l'annuncio del vaccino di Pfizer avevano già fatto salire del 15% sia l'Eurostoxx50 sia Piazza Affari, il riposizionamento dei portafogli da parte degli investitori che scommettono sulla fine della pandemia - nonostante i contagi proseguano a ritmi elevati - porta un'altra seduta di acquisti sulle Borse europee. Vendite dunque su tecnologici, farmaceutici e beni di prima necessità, che avevano beneficiato nello scenario da lockdown, acquisti su banche, materie prime, industria e beni discrezionali. Madrid è stata la migliore della giornata e ha guadagnato oltre il 3% - spinta da Repsol e dalle banche - Parigi e Londra sono salite di oltre un punto percentuale, mentre Piazza Affari è salita di un altro 0,49% avvicinando con il Ftse Mib quota 21mila punti, soglia mai toccata da marzo.
Gli investitori proseguono con gli acquisti scommettendo sullo scenario post pandemia ma valutano anche le incertezze sui tempi della commercializzazione dell'antidoto. Altro fronte su cui emergono nuovamente i dubbi è quello della politica Usa: con le elezioni ormai alle spalle i mercati si interrogano sulla percorribilità di un accordo tra Democratici e Repubblicani su un nuovo piano di stimoli all'economia nel contesto della transizione del potere al presidente eletto Joe Biden, che si preannuncia molto complicata viste le resistenze del presidente uscente Donald Trump.
Wall Street contrastata, "rotazione" in atto dopo Pfizer
Anche Wall Street si muove a due velocità, con il Dow Jones che sale e chiude a +0.90% e il Nasdaq che arretra (-1,37%), mentre prosegue la rotazione dei titoli iniziata in seguito all'annuncio di Pfizer e BioNTech sul vaccino contro il Covid. Anche la società farmaceutica statunitense Eli Lilly ha ottenuto l'approvazione d'emergenza per una cura sperimentale a base di anticorpi monoclonali contro il coronavirus. Intanto, gli Stati Uniti hanno superato i 10 milioni di casi, con oltre 237.000 morti. La notizia sui risultati del vaccino spinge gli investitori a cambiare i titoli in portafoglio, puntando su quelli più in sofferenza in questi mesi, come quelli di società energetiche, aeree e di navigazione, al posto di quelli tech e, più in generale, dei cosiddetti titoli 'stay-at-home'.
Scatto di Leonardo a Milano, Unicredit e Intesa in ascesa
Protagonista assoluta ancora Leonardo (+7,4%) che in una nota non ha smentito i rumors sul progetto di quotazione delle attività americane. Tra le banche Unicredit e Intesa Sanpaolo sono salite in modo significativo (rispettivamente +5,2% e +4,4%), mentre i petroliferi guidati da Eni (+4%) hanno sfruttato l'ulteriore allungo dei prezzi del petrolio. Bene anche Atlantia, che entra nel mercato Usa attraverso la controllata spagnola Abertis.
Editoria e media in evidenza
Editoria e media sotto i riflettori: balzo per Rcs Mediagroup grazie al recupero dei margini nei conti del terzo trimestre, mentre anche Mondadori sale sulla scia degli utili per 43 milioni di euro registrati nello stesso periodo. L'a.d. Ernesto Mauri lascerà l'incarico alla fine del mandato che scade nella primavera 2021: al suo posto il responsabile di Mondadori Libri, Antonio Porro. In casa Fininvest, sale anche Mediaset nel giorno del consiglio di amministrazione: le voci parlano di un avvicinamento tra la famiglia Berlusconi e Vivendi per trovare una soluzione al lungo braccio di ferro tra i due gruppi, ma il mercato aspetta anche i conti del terzo trimestre.
BTp Futura: 1,4mld ordini nel secondo giorno
Dopo l'exploit del primo giorno di collocamento gli ordini del nuovo BTp Futura, lanciato il 9 novembre sul mercato dal Tesoro, hanno rallentato il passo. Dopo gli oltre 2,5 miliardi di euro acquistati nel primo giorno, gli ordini per il BTp Futura (oggi 31.972) si sono attestati poco sopra la soglia degli 1,4 miliardi, a 1,407 miliardi di euro: un risultato che porta il totale dei primi due giorni a 3,913 miliardi. Il titolo, che ha una scadenza fissata a novembre 2028, sarà in offerta fino a venerdì 13 novembre salvo chiusura anticipata.
Spread stabile a 120 punti, rendimento 10 anni a 0,72%
Seduta senza scossoni per i titoli di Stato italiani dopo il brusco rialzo dei rendimenti seguito alla diffusione della notizia sul vaccino anti-Covid sviluppato dall'azienda farmaceutica americana Pfizer. In chiusura di seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark italiano (Isin IT0005413171) e il pari durata tedesco è indicato a 120 punti base dai 121 punti della vigilia. Invariato il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione allo 0,72%, stabile rispetto alla chiusura precedente.
La seconda ondata fa crollare lo Zew
La sicurezza dei mercati è stata scalfita nel corso della mattinata dalla pubblicazione di un indicatore tedesco che ha risentito della nuova impennata di contagi. L'indice Zew relativo alla aspettative economiche in Germania è crollato a novembre a 39 punti dai 56,1 di ottobre. Il risultato è poco sotto le attese che lo stimavano a 40 punti. Secondo il presidente di Zew Achim Wambach l'andamento si deve alle "preoccupazioni per l'impatto economico della seconda ondata di COVID-19".
Torna la calma sul valutario, l'euro oscilla in area 1,18
Torna una certa normalità sul mercato valutario dopo l'euforia della vigilia. L'euro/dollaro resta su quota 1,18. "Gli investitori erano già sotto l'incantesimo della propensione al rischio dopo l'esito delle elezioni americane - scrivono gli analisti di ActivTrades - l'annuncio della svolta sul vaccino ha fornito un ulteriore impulso e ha spinto i prezzi dei beni percepiti come più rischiosi sino a livelli inaspettati". Tuttavia, gli analisti mettono in evidenza che " il dollaro statunitense, che ultimamente ha svolto il ruolo di bene rifugio, ha registrato rialzi rispetto alle altre valute, che è l'opposto di quello che fa normalmente quando ci sono buone notizie. La logica alla base di questa dinamica potrebbe essere che un vaccino prima del previsto ha il potenziale di fermare la pandemia durante la prima metà del 2021 e potrebbe mettere fine alla politica ultra accomodante della Fed".
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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