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Semi, sviluppo e meraviglia, germogli di impresa alla Reggia di Caserta

L'iniziativa si basa su un'alleanza paritaria tra pubblico e privato per il rilancio delle serre borboniche del Giardino Inglese. Si attendono le linee di indirizzo del MiC sul partenariato speciale pubblico-privato

di Giuseppe Cosenza

La serra della Reggia di Caserta

4' di lettura

Il primo ad applicare la forma speciale di partenariato pubblico-privato, previsto dall''art. 151, comma, 3 del Codice dei Contratti Pubblici, è stato il comune di Bergamo nel lontano 2017, il quale grazie a un accordo con il Teatro tascabile di Bergamo, impresa sociale e ONLUS di diritto, ha co-progettato il restauro e il rilancio culturale del Monastero del Carmine. Successivamente, nel 2021, è stato il turno del patrimonio culturale statale con l'iniziativa del Parco archeologico dei Campi Flegrei che, a seguito di una procedura ad evidenza pubblica, ha stipulato due diversi accordi di partenariato con altrettanti raggruppamenti temporanei di impresa per la gestione del Tempio di Serapide/Macellum di Pozzuoli (ATI Macellum) e della Piscina Mirabile di Bacoli (ATS StraMirabilis). I risultati positivi sono evidenti, il Monastero del Carmine ha catalizzato oltre 500mila euro di fondi privati ed è diventato un punto di riferimento per il centro storico di Bergamo, nonché una buona pratica per il settore culturale italiano. La Piscina Mirabile, inaccessibile al pubblico, in un anno di apertura ha accolto quasi 30.000 visitatori.

Il lancio del progetto della Reggia di Caserta

La Reggia

Sulla scia dei buoni risultati ottenuti dal progetto pilota statale, la Reggia di Caserta ha lanciato “SEMI, Sviluppo e meraviglia”, un portafoglio di progetti che hanno l'obiettivo di creare un legame tra il mondo dell'impresa e quello della ricerca e di restituire alla comunità luoghi chiusi al pubblico. La prima iniziativa riguarda la pubblicazione di un avviso pubblico dedicato alla riqualificazione delle serre borboniche situate all'interno del Giardino Inglese, la cui pubblicazione è prevista tra il 29 e il 31 luglio. A questa iniziativa ne seguiranno almeno tre, quattro dello stesso tenore che avranno ad oggetto altri siti posseduti della Reggia. La manifestazione di interesse insiste su un'area a vocazione produttiva del Giardino Inglese, quella che un tempo era dedicata all'orto botanico e all'orto agrario e dove si producevano per i reali borbonici specie botaniche rare ed esotiche e prodotti orticoli. Ciò che non veniva utilizzato dalla corte era destinato alla vendita nei mercati italiani ed esteri. Si prevede il recupero di un'area di circa 8.000 metri quadri suddivisa in quattro lotti, denominati con le prime lettere dell'alfabeto, e composta, oltre che dalle serre borboniche, anche dall'ex Scuola botanica, da aiuole contenenti grandi alberature e specie arboree di pregio, da espositori fissi in muratura destinati ad accogliere vasi e piante, espositori mobili in ferro ed un roseto di circa 1.500 metri quadrati. Il lotto A, dove si trova la Serra grande risalente al periodo post-unitario, non è oggetto dell'avviso, se non per l'intervento sull'espositore in muratura, mentre l'area B dove è localizzata la prima delle Serre borboniche e l'ex Scuola botanica, l'area C dove è situata la seconda Serra borbonica e la Serra moderna e l'area D dove si trova Serra del XIX secolo e il roseto, saranno oggetto dell'intervento.

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Il logo SEMI

Il partnerariato

La Reggia metterà a disposizione i documenti di archivio della fine del 700 e i cataloghi storici dell'800 dove vengono descritte in maniera dettagliata decine di migliaia di specie e varietà vegetali, grazie ai quali il privato potrà riprodurre le antiche colture come, ad esempio, la collezione storica di camelie. In questa area del Giardino Inglese il privato sarà chiamato a investire fondi propri o di terzi per il restauro conservativo degli edifici e per la manutenzione delle aree verdi e soprattutto dovrà co-progettare con la Reggia di Caserta un piano di rilancio delle attività produttive, progetti di ricerca con l'Università di Napoli Federico II e attività turistico-culturali. L'avviso una volta pubblicato rimarrà aperto fino all'autunno prossimo e consentirà ai privati di effettuare sopralluoghi e di avere un contatto diretto con l'amministrazione museale. I progetti imprenditoriali presentati saranno valutati in base a criteri ben precisi, quali l'innovazione della proposta e l'equilibrio tra gli aspetti economici-produttivi, ambientali, culturali, sociali e scientifici. L'accordo di partenariato speciale avrà una durata pluriennale, sicuramente oltre i nove anni, e consentirà al privato di ammortizzare gli investimenti e di avere una gestione economica sostenibile.

Tiziana Maffei, direttrice della Reggia sottolinea che: ”SEMI è un progetto che nel riconoscere le identità produttive dei siti reali borbonici, vuole sviluppare delle attività con il mondo dell'impresa, in coerenza con il nostro approccio sostenibile e il nostro brand culturale. Vuole promuovere in ruolo attivo e di sperimentazione del privato, coinvolgendo l'Università come istituto di ricerca e innovazione. Il nostro ruolo sarà quello di definire la strategia, dirigere, coordinare e monitorare”.

Camelia japonica nel Giardino Inglese

Il tavolo tecnico sul partenariato pubblico privato

Il progetto della Reggia si pone in linea con la strategia del Ministero della Cultura, il quale ha istituto nel luglio del 2021 un Tavolo tecnico per l'elaborazione di un documento di indirizzo per le forme speciali di partenariato pubblico privato, di cui fanno parte Massimo Osanna, presidente del tavolo e Direttore generale Musei, Maria Sole Cardulli e Valeria Di Giuseppe Di Paolo, funzionari MiC, Fabio Pagano, direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei, Stefano Consiglio e Pierpaolo Forte, docenti universitari e Marco D'Isanto, esperto di imprese creative che ha curato gli avvisi della Reggia e del Parco dei Campi Flegrei. Si attende, a distanza di un anno dall'istituzione del tavolo tecnico, il documento di indirizzo, così come è atteso il prossimo bando per Capo Colonna, per la gestione del sito archeologico, del Museo, del punto ristoro e del teatro, ad opera della Direzione regionale Musei Calabria, che coinvolgerà i soggetti del Terzo Settore. Si profila, quindi, una nuova stagione di bandi e avvisi in cui si prevede un'alleanza paritaria tra pubblico e privato volta a rimettere al centro l'interesse generale e a superare la logica delle concessioni museali.

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