Senza le grandi fiere, i prodotti tipici puntano sulla formazione
Più di 700 milioni disponibili nel Piano straordinario per il Made in Italy per la comunicazione ma vanno scelti i canali più adatti
di Giorgio dell'Orefice
3' di lettura
Più formazione che promozione in senso stretto, più azioni dirette sul retail che comunicazione, ricorso massiccio a tutte le opportunità online per integrare se non sostituire gli incontri in presenza, riscoperta del mercato nazionale e poi, a cominciare dai paesi in cui è già oggi possibile, ritorno alle manifestazioni fieristiche e agli incontri B2 B convenzionali.Sono queste le direttrici individuate nella difficile fase di convivenza con il Covid-19 dai principali operatori del food&wine made in Italy (dalle associazioni ai consorzi di produttori agli enti fieristici) per far ripartire la promozione dell'agroalimentare italiano.
C'è bisogno di un forte stimolo alla domanda soprattutto quella internazionale. Le risorse, mai come in questo frangente ci sono. Il Piano Straordinario per il made in Italy messo in campo del Governo con la regìa del ministero degli Esteri e dell'Ice potrà contare su oltre 700 milioni di euro. A questi vanno aggiunte le risorse di settori specifici come ad esempio il vino che può contare su un budget Ue annuo per la promozione sui mercati esteri di oltre 100 milioni di euro. Una dotazione che molti chiedono di portare a 150 milioni per il prossimo triennio.
La formazione a distanza degli operatori
Insomma le risorse ci sono ma il problema è di contenuti: su quali iniziative puntare in una fase di profonde restrizioni agli incontri fisici e in presenza? «Nelle proposte che abbiamo formulato ai tavoli sul piano straordinario per il made in Italy – ha detto il presidente di Origin (l'associazione che riunisce 66 consorzi di tutela di prodotti a denominazione d'origine dal Grana padano al Prosciutto di Parma), Cesare Baldrighi - abbiamo puntato sulla necessità di fare formazione a distanza per gli operatori. Pensiamo in particolare a una formazione verticale su specifici prodotti sull'esempio francese. Oltralpe si realizzano corsi non sui vini in genere ma sullo Champagne e sulla Borgogna, allo stesso modo noi possiamo pensare a masterclass sull'Aceto Balsamico o sulla Mortadella Bologna. Iniziative guidate magari da chef italiani e centrate su prodotti ancora poco noti al mercato internazionale».
Come valorizzare il Made in Italy con webinar ed e-commerce
Ma indicazioni sono state fornite anche riguardo all'universo digitale. «Spesso si immagina di realizzare nuovi siti o portali – ha aggiunto Baldrighi – mentre a nostro avviso è meglio cercare di sfruttare meglio ciò che già c'è. Puntare ad esempio a livello globale sui ristoranti presenti sulle piattaforme come Tripadvisor o The Fork che utilizzano prodotti italiani. Dobbiamo valorizzare le directory di chi veramente vende o cucina cibo italiano. Un approccio che a costi contenuti può dare importanti risultati».
«Nel corso del lockdown siamo stati premiati dai consumi domestici - aggiunge il direttore del Consorzio del Parmigiano reggiano , Riccardo Deserti - e quindi abbiamo pensato poco a promuoverci. Ma il tema si ripropone adesso che dalla crisi sanitaria stiamo passando alla crisi economica. Crediamo che webinar ed e-commerce siano opportunità per mantenere un contatto con i consumatori ma resta decisivo poter tornare alle modalità convenzionali. Insomma, speriamo di poter tornare presto a creare assembramenti nei corner tra gli scaffali della grande distribuzione».
Roadshow in presenza Covid free
Chi invece rivede la luce dopo una lunghissima fase di black out con l'annullamento di gran parte del proprio calendario di eventi è Veronafiere, principale player fieristico del settore agroalimentare grazie a un brand affermato come Vinitaly. «Noi abbiamo imboccato una strategia multicanale – spiega il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -. Negli Usa stiamo lavorando solo con eventi digitali e abbiamo in programma nelle prossime settimane due appuntamenti prima a Chicago e poi a New York. Si tratta di eventi che prevedono degustazioni in presenza a Verona e in collegamento web con gli Usa. Stiamo sperimentando un Green Channel con Tokyo ovvero la possibilità, allo studio con l'ambasciata italiana in Giappone di avere a Verona buyers giapponesi testati come Covid free prima della partenza e che potranno partecipare alla nostra manifestazione Wine to Wine Exhibition a novembre. E poi infine la Cina. Dal 14 settembre avremo un roadshow a Shangai, in Xiamen e Chengdu preparatorio della manifestazione Wine to Asia (dal 9 all'11 novembre a Shenzhen). La risposta di aziende italiane e importatori al roadshow 2020 è stata molto positiva con numeri in crescita rispetto all'edizione 2019. Un bel segnale».
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