ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl profilo

Sergio Ermotti, Ubs e il richiamo per la maglia della sua banca del cuore

Chi è il banchiere ticinese 62enne, per anni anche al fianco di Profumo in UniCredit

di Redazione Finanza

(REUTERS)

2' di lettura

Da ragazzo, e non solo, avrebbe voluto fare il calciatore. Sergio Ermotti invece ha giocato nel campo dell’alta finanza, ha vestito tante maglie ma - come molti campioni - ha subìto il fascino di una in particolare: quella di Ubs. Forse perché è stato il colosso elvetico che l’ha consacrato nel gotha dei banchieri fuoriclasse, quelli capaci di pensare una strategia, convincere i compagni e con essa cambiare il corso delle cose, con una leadership espressa nel quotidiano e per lungo tempo.

Nella sua prima esperienza in Ubs, dal 2011 al 2020, Ermotti ha risolto e archiviato lo scandalo del trading in cui era sprofondata proprio mentre in giro per l’Europa scoppiava la crisi del debito sovrano. Ma il vero miracolo l’ha compiuto subito dopo, quando ha saputo riposizionare Ubs su scala globale valorizzando la specialità della casa destinata a sopravvivere alle nuove regole della finanza e alla riforma del segreto bancario: il private banking.

Loading...

Prima una lunga serie di esperienze in giro per il mondo, che dalla Banca Cornèr di Lugano - dove lavorava il padre - lo hanno portato prima in Citigroup e poi in Merrill Lynch, tra la Svizzera e Londra. Dal 2005 è in UniCredit, a fianco di Alessandro Profumo, prima come responsabile trading e investment banking e poi della nuova struttura del corporate con i galloni del vice amministratore delegato. Uscirà un mese dopo di lui, nell’autunno 2010, rifiutando la direzione generale al corporate pensata nell’ambito della ristrutturazione varata da Federico Ghizzoni.

Qualche mese a bordo campo e nell’aprile 2011 è in Ubs, a capo di Europa e Medio Oriente. Di qui la chiamata alla carica di ceo, prima ad interim e poi confermata poche settimane dopo, nell’autunno dello stesso anno quando la banca deve trovare un sostituto per Oswald Grübel, dimissionario per lo scandalo sul trading. Ci resta fino al febbraio 2020, quando cede il testimone a Ralph Hamers, da cui si trova ora a raccoglierlo di nuovo.

A 62 anni, presidente di un altro colosso svizzero - Swiss Re, da cui si prepara a uscire dopo aver curato la successione - ritorna in una Ubs di nuovo da ricostruire, in un’operazione che fino a pochi anni fa nessuno avrebbe immaginato: la fusione con gli storici rivali di Credit Suisse. Una sfida niente male, da giocare in un contesto ancora più sfidante: «L’inflazione è stata a lungo sottovalutata», diceva a dicembre in un’intervista al quotidiano elvetico Handelszeitung, richiamando le difficoltà di un quadro macro senza precedenti. Che, in fondo, ha creato anche le premesse per il suo ritorno nella squadra del cuore.

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti