Serie A, dove potremo vederla fra match in chiaro ed esclusive «modello Amazon»
In arrivo il bando per i diritti audiovisivi della Serie A dalla stagione 2024-25. La Lega ragiona su otto pacchetti. E il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, cita in Assemblea un interessamento dell’ex Sky, Tom Mockridge
di Andrea Biondi
I punti chiave
4' di lettura
Otto pacchetti per l'assegnazione dei diritti audiovisivi della Serie A con l'obiettivo, a quanto risulta al Sole 24 Ore, di arrivare a un incasso fra 1,15 e 1,38 miliardi di euro annui. Fra questi ce ne sono di inediti come quello con l’opzione della partita in chiaro o come quello che rappresenta una sorta di “Gold Plus”, valorizzando i migliori match come fatto dalla Uefa con l’attribuzione delle migliori partite del mercoledì di Champions League ad Amazon.
Bisognerà attendere al 16 maggio. Sarà allora che la Lega Serie A potrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo quando di mezzo c’è il litigiosissimo consesso dei presidenti del club del massimo campionato italiano) dare l’ok al nuovo bando per i diritti audiovisivi che, mai come stavolta, è assai elaborato con i suoi otto pacchetti declinati su 3, 4 o 5 anni, sfruttando le possibilità offerte dalla recente modifica della Legge Melandri (finora ci si fermava a tre).
Il peso dei diritti Tv per la Serie A
Insomma 24 differenti proposte agli eventuali offerenti. Un ampio ventaglio di possibilità, alla ricerca di introiti sempre più preziosi per i club. I diritti audiovisivi incidono per una percentuale che oscilla fra il 55 %e il 60% sul totale dei ricavi delle squadre della massima serie (53% l'ultimo dato del Report Figc riferito al campionato 20-21: l'ultimo del precedente triennio).
Le innovazioni nei pacchetti
Durante l’ultima assemblea di Lega Serie A, lo scorso venerdì 5 maggio 2023, davanti ai presidenti l’amministratore delegato della Lega, Luigi De Siervo, ha esposto le caratteristiche dei vari pacchetti. Fra i quali è compreso quello con l’esclusiva di prodotto (Sky, Dazn /o chi per loro potrebbe “biddare” per tutto il prodotto in esclusiva, ma le caratteristiche del pacchetto renderebbero questa mossa antieconomica), come quello con la totale condivisione del prodotto da più offerenti, oppure quello con la partita in chiaro del sabato sera.
Un pacchetto sarebbe anche costruito seguendo le caratteristiche di quello che Amazon si è aggiudicato per la Champions League sia nell’attuale triennio sia nel prossimo che parte dal 2024-25. Un pacchetto con le migliori partite, insomma. Che in linea teorica potrebbe stuzzicare gli appetiti del colosso di Seattle per dare slancio alla sua Prime Video: esempio in questo caso di una quarta via dei diritti Tv diventata killer application per vendere ora anche “pacchi”, dopo essere stati usati come ciliegina per i palinsesti, per vendere pubblicità e infine abbonamenti di pay tv.
Provare a bruciare i tempi
La Serie A vuole comunque fare presto e lanciare i bandi prima della fine del mese per chiudere la partita delle assegnazioni a inizio estate, quindi con un anno di anticipo rispetto all’attuale scadenza del triennio. E non arrivare con l’acqua alla gola come nelle ultime tornate di assegnazione dei diritti, caratterizzate anche da strascichi legali. Per il bando del 2015-18 l’Antitrust ha per esempio sanzionato, per 67 milioni complessivi, Mediaset, Sky, Lega Serie A e Infront (sia il Tar, sia poi il Consiglio di Stato nel 2020 hanno comunque sconfessato l’Agcm annullando le sanzioni).
Il bando 2018-21 ha sancito l’entrata in scena di Dazn. Quello attuale (2021-24) rappresenta poi il triennio in cui ha prevalso Dazn per 840 milioni all'anno. La vittoria della piattaforma ha rappresentato una prima volta, con Sky che si è accontentata, per 87,5 milioni l’anno, della co-esclusiva su 3 delle 10 partite settimanali. Meno partite, ma anche molti meno esborsi, senza però patire la fuga di abbonati preconizzata alla vigilia.
Le variabili Sky, Dazn (e Mediaset)
Ora si tratta di valutare questioni esogene ed endogene. Quelle esterne alla Lega Serie A riguardano lo stato di salute di Dazn e Sky. In un’intervista al Sole 24 Ore l’ad Dazn Italia Stefano Azzi ha chiarito che la Serie A interessa molto alla piattaforma. Ma la situazione dei conti sia della prima sia della seconda (Sky ha avviato un piano di uscite volontarie o riconversioni per 800 addetti) invita alla cautela sulle possibilità che i due principali player del calcio pay in Italia possano fare follie per i diritti audiovisivi. Dall’altra parte l’ad della Lega Luigi De Siervo non ha mancato di recente di sottolineare l’esito delle competizioni europee che vede cinque club del massimo campionato essere approdati alle semifinali, fra Champions League, Europa League e Conference League (Milan, Inter, Juventus, Roma e Fiorentina). E altra domanda: come si comporterà Mediaset che dal 2024-25 non avrà più la Champions League? La Coppa Italia a Cologno piace tanto. E al giusto prezzo per la partita in chiaro non si tirerebbe indietro.
Il nodo dei diritti d’archivio
Quanto alle tematiche interne alla Lega Serie A, occorrerà vincere le piccole e grandi divisioni che, a quanto risulta al Sole 24 Ore, si sarebbero create in seno all’Assemblea sul tema dei diritti d’archivio. Il progetto è quello di centralizzarli. Si parla dei diritti per l’anno in discussione e per quello immediatamente alle spalle. Non per quelli del passato. La dote richiesta sarebbe sui 50 milioni annui e dovrebbe rimpolpare gli introiti dei bandi. Ma bisogna mettere d’accordo le squadre. Anche chi dalla suddivisione si sentirebbe penalizzato. E cambiare lo statuto (cosa che potrebbe avvenire il 16).
«C'è stata un'ampia discussione, con un accordo tra i club, ma c'è una tematica importante come quella dei diritti di archivio che ha portato le società a scegliere di programmare un'altra assemblea», ha infatti spiegato il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini in conferenza stampa post assemblea di venerdì 5 maggio.
Il canale della Lega e il progetto di Tom Mockridge
Nell’assemblea si sarebbe discusso anche dell'opzione canale Tv della Lega con stima a 10 anni a 1,2 miliardi all'anno: 12 miliardi di minimo garantito. Certo: occorre trovare qualcuno, leggi fondo, che investa. A proporre intanto una mossa del cavallo è stato alla fine il presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis, che ai suoi colleghi avrebbe segnalato di aver ricevuto una proposta per il canale della Lega da Tom Mockridge, ex Sky e attuale ceo di Virgin Fibra, che avrebbe detto di voler mettere a disposizione dell'assemblea. Come al solito occorre però fare attenzione a non mettere troppa carne al fuoco. Altrimenti il menu rischia di rimanere indigesto.
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