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Serie A, nuova proroga sui diritti televisivi. Banche e Carlyle in pista

Fra i grandi istituti sul dossier anche Barclays, Goldman Sachs e Citi

di Andrea Biondi e Carlo Festa

Serie A. Il dossier sui diritti televisivi

2' di lettura

Avanti ancora nella trattativa fra broadcaster e Lega Serie A sui diritti audiovisivi. Non tanto di più: il limite di validità delle offerte è stato spostato dal 15 al 23 ottobre. Ma è pur sempre tempo in più, in cui si cercherà di trovare una quadratura del cerchio per evitare che, per la prima volta, si passi dai diritti assegnati ai broadcaster al canale della Lega.

Scenario fluido

Scenario molto fluido. La giornata di trattative private ieri a Milano fra Lega Serie A da una parte e Dazn, Sky e Mediaset dall’altra non ha sortito l’effetto sperato. I ritocchi al rialzo non ci sono stati o comunque non nell’entità sperata.

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Ecco perché si tenta il tutto per tutto spostando in avanti la deadline, con redde rationem che dall’assemblea di lunedì (che a questo punto si terrà solo online) fra i presidenti del club passa a quella del 16 ottobre.

Il piano B

L’alternativa, da bando, è il canale della Lega. Che contempla già un piano B sul quale banche e fondi hanno già scaldato i motori. Le offerte presentate sono state sei nell’ambito di un bando che prevede la corresponsione ai club di un minimo garantito per i diritti audiovisivi della Serie A. Secondo indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore in lizza ci sarebbero alcuni grandi fondi di debito come Carlyle Private Credit, lo stesso player che ha investito sull’Atalanta, finanziando l’acquisizione da parte della cordata statunitense. Ma le proposte sarebbero arrivate anche da grandi banche, come Goldman Sachs, Barclays e Citi.

L’offerta di Oaktree

Le offerte sono arrivate all’advisor Lazard all’interno del bando, procedura lanciata dalla Lega Serie A. Una proposta non vincolante, nei giorni scorsi, è arrivata anche dal fondo statunitense Oaktree. Nessun commento ufficiale dalla Lega Serie A da cui però sarebbe trapelata la considerazione della proposta di Oaktree come un atto unilaterale, al di fuori del bando stesso e per questo motivo da non esaminare.

Oaktree, al riguardo, ritiene il suo progetto diverso da quelli attualmente allo studio. Il piano prevede la trasformazione della Lega Serie A in una «data-driven company» grazie alla creazione di un database capace di profilare i tifosi italiani, analizzandone abitudini di consumo, e personalizzandone l’esperienza per generare un valore crescente nel tempo. Quanto alle cifre, è previsto un minimo garantito di 950 milioni all’anno per quindici anni con un modello di lenta decrescita del garantito a fronte di una crescita dei ricavi, stimati per 1,2 miliardi all’anno già dopo il quinto anno. Inoltre non è prevista alcuna cessione di equity da parte dei club e la raccolta pubblicitaria, stimata sui 70 milioni all’anno, rimarrebbe a disposizione totale della Lega Serie A.

La proposta del fondo Usa resta però al momento fuori dal bando, mentre verranno considerate quelle all’interno della procedura. I nomi e le offerte degli istituti finanziari verranno resi noti solo se nell’assemblea finale, a questo punto spostata dal 9 al 16 ottobre, non venissero accettate le offerte dei broadcaster.

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