Serve un soggetto pubblico-privato per gli investimenti
In un articolo di Stefano Manzocchi apparso su questo giornale il 17 settembre l’autore delinea chiaramente le priorità della politica economica dell’Italia in tre corollari, partendo da quella posta al centro della Legge di stabilità per riaffermare il ruolo centrale dell’offerta di lavoro nelle prospettive di crescita e di benessere del Paese.
di Gianfranco Leonetti e Umberto Triulzi
3' di lettura
In un articolo di Stefano Manzocchi apparso su questo giornale il 17 settembre l’autore delinea chiaramente le priorità della politica economica dell’Italia in tre corollari, partendo da quella posta al centro della Legge di stabilità per riaffermare il ruolo centrale dell’offerta di lavoro nelle prospettive di crescita e di benessere del Paese. La fattibilità di un percorso di crescita poggia su un quarto corollario da tempo assente nel dibattito politico, la sostenibilità del debito pubblico italiano: dove trovare le risorse finanziarie per riprendere a crescere e modernizzare l’economia senza aumentare il debito pubblico? Senza questo corollario appare difficile assicurare, nel pieno di una crisi europea e globale aggravata negli ultimi quattro anni da shock geopolitici e dalla ripresa dell’inflazione, il miglioramento delle condizioni di vita di chi ha visto ridurre nell’ultimo decennio i propri salari, diminuire il valore dei risparmi o di chi ha perso il lavoro o non ne ha trovati altri, o di chi vive nella marginalità economica e sociale. I dati forniti dalla Ragioneria dello Stato e dalla Banca d’Italia non lasciano molto spazio per manovre fiscali e permane l’azzardo morale che qualcuno utilizzi le risorse, sia quelle pubbliche che private, senza rispondere delle conseguenze come Gordon Gekko nel film Wall Street.
Se Next Generation è lo strumento più rilevante per la crescita economica, emergono forti criticità nei processi attuativi e una fragilità della dimensione finanziaria che portano a sfumare la funzione di addizionalità del mercato dei capitali. Elif Aktug sul «Financial Times» alla domanda «Quale alternativa hanno gli investitori di fronte alla crisi attuale», risponde «Non esiste alternativa ad asset alternativi».
È da questa premessa e da questa domanda che occorre partire per trovare soluzioni in un sentiero sempre più stretto.
Una proposta per la crescita deve prevedere la presenza dello Stato-imprenditore e basarsi su politiche e modelli di business finanziario di condivisione dei fattori di rischio costruiti con la partecipazione del capitale paziente e del risparmio.
Centrale è la costituzione di una società di partecipazione finanziaria e di investimento, finalizzata a favorire lo sviluppo di una finanza per la crescita, acquisire una quota significativa degli asset strategici del Paese, anche tramite la Patrimonio Destinato, effettuare investimenti diretti in imprese strategiche e di rilevante interesse nazionale, fare convergere il risparmio degli investitori istituzionali e degli Italiani nell’economia reale.
L’orizzonte della società, partecipata dal Mef e dalla Cdp con attenta selezione dei potenziali partner tra fondazioni di origine bancaria, istituzioni finanziarie e assicurative, fondi negoziali chiusi, banche, si concretizzerà in una Ipo preceduta dalla costituzione di un veicolo societario di investimento.
Un nuovo player nazionale di capital market, private equity e venture capital con poteri speciali, capace di agire come un fondo sovrano, con un mercato di titoli di debito strutturato, di diverse tipologie, naturale approdo per i player istituzionali italiani, il cui patrimonio complessivo ammonta, come emerge dal report di Itinerari previdenziali per l’anno 2022, a 996 miliardi di euro, pari al 51% del Pil nazionale, creando valore per tutti. L’operazione di ingegneria finanziaria della Newco, inserita in un vasto e complesso piano industriale e finanziario, porterebbe a promuovere un volume importante di iniziative pubblico-private (Ppp), con la copertura di cicli di cartolarizzazioni e la creazione di una banca per il credit enhancement, volte ad ammodernare le infrastrutture, rafforzare la dimensione e la competitività delle Pmi, sviluppare la funzione di finanza mista a supporto ed integrazione del Pnrr, oltre a realizzare una Rete unica nazionale delle tlc e traguardare un polo nazionale delle reti a controllo pubblico.
Se il sistema economico non è in equilibrio nel rapporto tra il mercato delle merci e il mercato della moneta, e all’aumentare dei prezzi la domanda aggregata si riduce, occorre intervenire sui fattori che influenzano la domanda aggregata, in particolare sulla componente consumi, imprese e Stato.
Un bridge tra finanza, capitale paziente e mercato con la presenza dello Stato imprenditore come garante dello sviluppo dell’economia reale, basato su un patto per la crescita e per il lavoro che richiami alla partecipazione progettuale le parti sociali e datoriali del Paese.
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