Servizi immobiliari, in Italia il fatturato cresce oltre i 36 miliardi. Più imprese ma «micro»
Presentato il nono “Rapporto sulla filiera dei servizi immobiliari in Europa e in Italia”. Nel 2022 il volume d’affari nei cinque principali Paesi europei è stimato in quasi 355 miliardi di euro, in aumento del 2,7% rispetto al 2021 (anche se per addetto è in calo quasi ovunque)
di Laura Cavestri
5' di lettura
Mentre il mercato immobiliare europeo resta incerto nelle sue previsioni, i settori delle costruzioni e dei servizi immobiliari, nel corso del 2022, sono rimasti solidi e fondamentali nella formazione della ricchezza nazionale, con l’Italia che ha performato meglio della media continentale. Mentre tra i principali Paesi dell’Ue si è registrata una stabilità del peso delle costruzioni sul Pil nazionale (5,7%) e un lieve calo dei servizi (da 12,3 a 11,5%), nel nostro Paese entrambi i comparti hanno fatto registrare un incremento. Le costruzioni sono, infatti, passate dal 4,9 al 5,2%, i servizi da 13,7 a 13,9 per cento.
È la fotografia emersa, a Milano, nel corso dell’annuale seminario di approfondimento FUTU.RE, nel quale è stato presentato il “Rapporto sulla filiera dei servizi immobiliari in Europa e in Italia” realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con le principali società di servizi italiane (Artelia Group, Colliers Italia, Rina Prime Value Services, Rina Prime Property, Sidief, Cushman & Wakefield, Generali Real estate, Yard Reeas, Abaco team, Agire Gruppo Ipi, Recchi Engineering, Prelios Integra, Theop, Hill International e Revalo).
«Il settore dei servizi collegati al real estate, dalla gestione all’intermediazione, ha avuto una crescita impetuosa in Europa. Nel nostro Paese è praticamente raddoppiato e ha avuto un incremento di quasi il 50% negli ultimi dieci anni – ha affermato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari –. Mentre il settore delle costruzioni diminuiva la presenza nei sistemi economici, il comparto dei servizi legati agli immobili è diventato una componente importante nel pil europeo, con una media del 13,6%, contro il 5,7% delle costruzioni, escluso le opere pubbliche. Ritengo che ci siano ancora enormi spazi di crescita, tenendo presente ad esempio che il comparto residenziale è solo lambito dagli operatori professionali e che anche negli altri servono approcci e culture innovative».
Il fatturato dei servizi immobiliari
Nel 2022 il fatturato dei servizi immobiliari nei cinque principali Paesi europei è stimato in quasi 355 miliardi di euro, in aumento del 2,7% rispetto al 2021. La Germania si conferma, ancora una volta, il mercato più performante, con quasi 130 miliardi di euro e un buon livello di dinamicità rispetto al 2021 (+3,4 per cento). La Francia ha mostrato una marcata stabilizzazione del fatturato che nel 2022 ha chiuso a quota 76,6 miliardi di euro (+0,8 per cento). Anche il nostro Paese ha visto stabilizzarsi il livello di fatturato rispetto al 2021, con una crescita di 1,4 punti percentuali e un volume di 36,5 miliardi di euro. Il Regno Unito, per il secondo anno consecutivo, ha fatto registrato un incremento del fatturato con una espansione del 3% (82 miliardi di euro contro i 79,6 miliardi del 2020) mentre la Spagna è caratterizzata da un fatturato in crescita (+5,6%) dai 28,5 miliardi di euro del 2021 ai 30,1 miliardi del 2022. L’evoluzione dei fatturati nei diversi Paesi, a seguito di andamenti altalenanti o di forte stabilità, ha portato a una crescita di quasi l’8% durante il periodo 2015-2022.
Tuttavia, il fatturato medio pro capite (migliaia di euro / addetto diretto) è in calo in quasi tutti i Paesi (-2,6% in Italia, -4,1% in Francia, -4,2% nel Regno Unito) tranne che in Germania (+14,3%) e in Spagna (+3,1 per cento).
L’incidenza sull’occupazione
Dal punto di vista occupazionale il settore delle costruzioni coinvolge il numero maggiore di occupati rispetto a quello dei servizi, con circa di 13,7 milioni di lavoratori in Europa, pari circa il 5,8% della forza lavoro complessiva. Le imprese attive nel settore sono 3,75 milioni, con una dimensione media di poco superiore ai 3,5 addetti per impresa. La Germania, con 2,63 milioni di occupati distribuiti in oltre 390mila imprese e una dimensione media di circa 6,7 addetti per azienda, è ancora una volta il più grande mercato europeo in termini di occupazione e distanzia il secondo, Regno Unito, di quasi 570mila unità, pari a più di un quarto della forza lavoro occupata in UK. In Francia, gli 1,84 milioni di occupati nel settore delle costruzioni raggiunti nel corso del 2022, sono il risultato di un costante percorso di crescita (+14,5% rispetto al 2015) che restituisce un livello di dinamicità secondo solo a quanto fatto registrare dalla Spagna (+22,4 per cento). In Spagna, tra il 2015 e il 2022, il numero di imprese è aumentato del 4,5%, passando da 380 mila a oltre 395mila in aumento anche il numero di occupati, cresciuto del 22,4%, da 1,07 milioni a 1,3 milioni, portando la dimensione media aziendale dai 2,8 addetti del 2015 ai 3,3 del 2022 (+17 per cento).
L’Italia – con oltre 1,5 milioni di occupati, in crescita dell’8,3% rispetto al 2015, distribuiti in poco più di 545 mila imprese (+9,4% rispetto all’anno precedente e più 1,4 per cento rispetto al 2015) – risulta ancora caratterizzata da dimensioni medie aziendali ridotte, 2,8 occupati per impresa nel 2022, stabilizzatesi nel medio periodo analizzato (2015-2022) intorno ai 2,7 addetti.
I servizi immobiliari hanno un peso minore rispetto al totale della forza lavoro dei diversi Paesi, con una media europea stabile all’1,1%, per 2,61 milioni di addetti. A questi si somma un numero di occupati “indiretti” pari a poco meno di un milione di unità.
In Italia gli addetti diretti superano le 330mila unità (+8,6% rispetto al 2020), cui vanno a sommarsi poco più di 140mila addetti “indiretti”. La percentuale sulla forza lavoro complessiva (1,3%) continua a essere allineata alla media europea, mentre ancora molto bassa risulta essere la dimensione media delle imprese, pari a 1,3 addetti per azienda. Regno Unito e Germania, per numero di addetti e struttura aziendale, rappresentano le principali eccezioni tra i Paesi analizzati, con una dimensione media, rispettivamente, pari a 5,3 e 3,2 addetti diretti per impresa e un numero di occupati pari a quasi 750mila e 500mila.
«Sono diversi i temi che guideranno l’evoluzione al 2030 delle attività dei servizi immobiliari – ha sottolineato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari –. Da un lato, l’applicazione dell’intelligenza artificiale spinta fino alla realtà aumentata e virtuale, dall’altro i servizi alla persona, siano essi conduttori o occupanti e la gestione attenta degli aspetti sociali. Senza dimenticare la necessità di quantificazione del peso nella creazione del valore. Per poter affrontare tali cambiamenti, le società che operano nel mondo dei servizi immobiliari sono obbligate a mettere in atto investimenti rilevanti in tecnologie e sistemi informatici adeguati, in sviluppo di competenze e in costante aggiornamento. Nel nostro Rapporto confermiamo l’importanza del comparto nella formazione della ricchezza nazionale, ribadendo l’ampliamento tipologico dei servizi erogati e la crescita delle qualità manageriali di chi guida le società di servizi e le capacità degli operatori. E vogliamo spostare uno sguardo verso il futuro, rimarcando che ancora molte sono le sfide che la filiera si troverà ad affrontare da oggi al 2030, in un’ottica di continua evoluzione del comparto, come ad esempio la quantificazione numerica dell’impatto che le molteplici tipologie di servizi erogati hanno sul valore di mercato degli immobili e la difficoltà di attrarre giovani talenti, nuova forza lavoro, necessaria per lo sviluppo e la crescita del settore».
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