Sesa, la corsa al digitale e alla sostenibilità spinge la domanda tech
L’azienda, oltre all’M&A, sfrutta la richiesta di informatizzazione e maggiore efficienza energetica nelle imprese. Il rischio della recessione
di Vittorio Carlini
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Sfruttare la domanda delle imprese per soluzioni e servizi tecnologici a sostegno di strategie quali la digitalizzazione del business e l’efficientamento energetico. Poi: proseguire, come mostra l’ultima acquisizione del 10 gennaio scorso, nella crescita per linee esterne. Sono tra i focus di Sesa, di cui la Lettera al risparmiatore ha sentito i vertici aziendali, a sostegno dell’attività.
Dinamiche contabili
Già, l’attività. Nel primo semestre del 2022-2023 (l’esercizio viene chiuso il 30 aprile) il gruppo è stato caratterizzato da ricavi e redditività in rialzo. Il giro d’affari si è assestato a 1,311 miliardi, in aumento del 26,5% rispetto allo stesso periodo del 2021-2022. Il margine operativo lordo, dal canto suo, è risultato di 93,4 milioni (+27,5%). L’utile netto normalizzato, infine, è salito a 44,2 milioni.
Insomma: il semestre mostra il business in incremento. Sennonché il singolo semi-periodo di bilancio racconta una minima parte della storia. Quale, allora, l’andamento delle voci di conto economico in un arco temporale più ampio? La società, considerando le acquisizioni, tra l’esercizio 2010-11 e quello del 2021-22 ha riportato un incremento ponderato medio annuo dei ricavi (Cagr) dell’11,2%. Il fatturato è passato da 747 milioni (30/4/2011) ai 2,390 miliardi del 30 aprile dello scorso anno.
La dinamica, a ben vedere, è replicata nella redditività con, peraltro, una maggiore velocità media. L’Ebitda, sempre tra il 2010-11 e 2021-22, è partito da 34,4 milioni (30/4/2011) per arrivare a quota 167,7 milioni. Si tratta di un trend che, a livello di Cagr, implica la percentuale del 15,5% (+31,2% negli ultimi 3 esercizi).
A fronte di ciò si comprende come il rapporto tra Mol e ricavi, il quale in qualche modo segnala la capacità di un’impresa di trasformare le vendite dei prodotti in reddito, sia via via salito. Era il 4,6% a fine del 2010-11 (3,4% l’Ebit margin adjusted) ed è arrivato al 7% nel 2021-22 (5,3% per il rapporto normalizzato tra utile operativo e fatturato).
Al di là dei singoli numeri, quali le dinamiche di fondo che hanno permesso di concretizzate l’espansione descritta? Tra le varie, oltre all’M&A, c’è evidentemente la digitalizzazione. La cosiddetta “digital transformation”, da una parte, è condizione indispensabile delle imprese per efficientare, migliorare, rendere più flessibili e sicure le filiera produttive; dall’altra, è un tema trasversale alle aree d’attività di Sesa. Vale a dire: la distribuzione informatica B2B a valore aggiunto (Vad); i servizi di sicurezza, outsourcing e digital transformation essenzialmente per istituti finanziari ed assicurazioni (Business services); l’offerta di sistemi informatici su misura per società, utilizzando i prodotti dei grandi vendor di It (cosiddetto Software system integration o Ssi).
Ciò detto, oltre alla generale digitalizzazione, è anche rilevante (seppure contigua e spesso integrata con la stessa digitization) la tematica dell’efficientamento energetico ed eco-sostenibilità del business. In tal senso si può, ad esempio, pensare all’offerta di Sesa nelle soluzioni per l’uso delle renewables (fotovoltaico) da parte delle imprese; oppure di quelle che permettono l’efficientamento della gestione energetica degli immobili.
Nodo recessione
Tutto facile come bere un bicchiere d’acqua, quindi? La realtà è più complicata. Il risparmiatore ricorda come le politiche monetarie delle banche centrali, al fine di contrastare l’elevata inflazione, contribuiscano a frenare (o mandare in recessione) diverse economie. Un contesto dove, rallentando l’attività delle imprese clienti di SeSa, nasce il rischio della frenata della domanda di prodotti e servizi offerti dal gruppo. Il che può impattare il suo business. La società non condivide il timore. Le aziende, viene sottolineato, non da oggi sono impegnate nella digitalizzazione delle attività. Un processo strutturale verso l’economia della conoscenza che implica l’incremento della domanda di Information Technology (It). Tanto che, ricorda sempre SeSa, nonostante l’eventuale rallentamento delle economie, il mercato dell’It, ad esempio in Italia,è previsto crescere del 4,9% nel 2023 e del 7,5% nel 2024. Di più. L’azienda, rimarcando comunque il carattere anti-ciclico dell’informatica, sottolinea come durante le recenti crisi è riuscita sempre a crescere. In conclusione, quindi, non è visto un particolare problema sul tema in oggetto.
Ciò considerato, però, può proporsi un’ulteriore obiezione. La dinamica recessiva indurrà delle difficoltà alle imprese le quali dovranno, anche in scia al rialzo dei tassi, affrontare problemi finanziari. Una condizione che rischia di incidere sulla qualità del credito di Sesa. Il gruppo, di nuovo, esprime ottimismo. In primis perché, è l’indicazione, la sua clientela è storicamente contraddistinta da una certa forza economico-finanziaria. Poi perché il portafoglio clienti è sempre più diversificato (anche su realtà medio-gradi), il che limita il rischio di credito. Infine perché, conclude SeSa, le procedure e i presidi sull’efficiente gestione dei prestiti sono da tempo un importante focus del gruppo.
Focus sulle acquisizioni
Fin qui alcune considerazioni su dinamica del business e recessione. Quali, tuttavia, le prospettive riguardo all’M&A? L’azienda, rispetto a questo fronte, indica di volere proseguire nello shopping. Nei primi sei mesi del 2022-’23 il contributo delle operazioni straordinarie è stato del 15% a livello di ricavi e del 33% rispetto all’Ebitda. La società, per la seconda metà dell’esercizio, stima che la contribuzione, sia riguardo alla prima riga di conto economico che rispetto al Mol, dovrebbe più o meno mantenersi sui medesimi livelli.
In generale il gruppo, a differenza che nel passato, non guarda con maggiore attenzione un’area di business rispetto all’altra (tra Vad, Ssi e Business Services) al fine dell’M&A. L’analisi dei dossier è legata ad alcuni settori verticali che coinvolgono indifferentemente le aree suddette. In tal senso la caccia ai potenziali target dell’M&A (in media con ricavi tra 2-50 milioni) si realizza soprattutto nell’ambito della sicurezza, del “digital green”, delle piattaforme digitali e della gestione e analisi dei dati. Sono inoltre previste operazioni anche all’estero. Così ad esempio, sfruttando le competenze acquisite nel sostegno tecnologico ai distretti italiani, rispetto al Software system integration si guarda all’area germanofona: dalla Svizzera tedesca alla Germania fino all’Austria.
Rischio tassi
A fronte di una simile strategia, che prevede molteplici operazioni straordinarie, il risparmiatore ribadisce la preoccupazione per il rischio d’esecuzione. Un fattore che può impattare sul business di Sesa. Il gruppo, come già in passato, rigetta il timore. Dapprima, viene sottolineato, il track&record nell’M&A è accrescitivo. Nel 2022, è l’indicazione, le 18 acquisizioni realizzate hanno apportato 160 milioni di ricavi con un Ebitda margin del 15%. Cioè: la marginalità è superiore a quella consolidata e, quindi, non c’è effetto diluitivo della reddività. Inoltre: l’approccio industriale alle operazioni, unitamente al fatto che spesso si tratta di target di limitate dimensioni in settori ben conosciuti dal gruppo, riduce i rischi d’integrazione.
Così come, su di un altro fronte, sono considerati limitati i problemi legati al rialzo dei tassi d’interesse. Qui, ricordando che la società per parte dell’esercizio ha il capitale circolante netto (Ccn) negativo, potrebbe esserci un aumento degli oneri per il finanziamento dello stesso Ccn. Un tema, ribadisce Sesa, da considerarsi per l’appunto marginale. Soprattutto perché, da tempo, c’è la costante riduzione ed efficientamento del circolante. Il rapporto tra Net working capital e ricavi, che a fine del 2013-14 era del 7,4%, al 30/4/2022 si è assestato a -1,4%. A metà dell’esercizio 2022-23 valeva lo 0,8% e Sesa indica che, al 30/4/2023, dovrebbe posizionarsi intorno allo zero.
A fronte di ciò quali, allora, le prospettive delle tre aree d’attività, e del business consolidato? Il gruppo, riguardo alla Distribuzione a valore aggiunto, si attende nella seconda metà dell’esercizio 2022-23 di proseguire con la medesima velocità della prima parte dell’esercizio. Riguardo al Ssi l’obiettivo è analogo: proseguire il passo del primo semestre. Con riferimento, invece, al Business services il target al 30/4/2023 è di circa 100 milioni di ricavi con Ebitda margin intorno a 10%. A livello consolidato, invece, Sesa, sempre al 30 aprile prossimo, conferma la guidance nella parte alta della forchetta indicata. Quindi: ricavi oltre 2,8 miliardi, Mol e utile pre tasse normalizzato rispettivamente superiori a 200 e 100 milioni.
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