Le cause della denatalità? Stipendi bassi e mancanza di servizi
Sette giovani su 10 vorrebbero almeno due figli, quasi l’80% delle donne teme per il proprio lavoro
di Andrea Carli
I punti chiave
3' di lettura
La voglia di fare figli e creare una famiglia da parte dei giovani c’è. Il problema è che non ci sono le condizioni per realizzare questo progetto. Stando al Report FragilItalia “La crisi demografica italiana: famiglia, denatalità, figli”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos - è un’analisi condotta su un campione rappresentativo della popolazione (800 casi dai 18 anni in su); l’indagine viene pubblicata oggi, lunedì 15 maggio, in occasione della “Giornata internazionale della famiglia” - la denatalità è un problema avvertito come urgente dal 74% degli italiani (41% abbastanza urgente, 33% molto urgente) e si scontra con il desiderio di avere figli, manifestato chiaramente anche dai giovani: 7 su 10 ne vorrebbero almeno due, quasi un terzo tre o più. Il presidente di Legacoop Simone Gamberini pone l’accento sul fatto che per affrontare la questione demografica occorre «comprendere l'intreccio di ragioni economiche, sociali e culturali che muovono la vita e le scelte delle persone e trasformano la società italiana».
Il Governo, ha ricordato la premier Giorgia Meloni intervenuta la scorsa settimana agli Stati generali della Natalità, «vuole affrontare le grandi crisi, fra cui è innegabile quella demografica. Perché i figli sono la prima pietra della costruzione di qualsiasi futuro».
Stipendi bassi e aumento del costo della vita principali cause della denatalità
Il desiderio di fare figli che viene fuori dall’indagine Legacoop Ipsos da però i conti con i numeri, che raccontano una realtà ben diversa. Dagli indicatori demografici dell’Istat relativi al 2022, emerge che la natalità in Italia è al minimo storico: meno di sette neonati e più di 12 decessi per mille abitanti. Secondo il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, già fra 10 anni, se l’andamento demografico non cambierà rotta, ci saranno quasi milione e mezzo di studenti e circa 130mila cattedre in meno.
Le principali cause della crisi della natalità vengono indicate dall’indagine negli stipendi bassi e nell'aumento del costo della vita (70%), nell'instabilità lavorativa e nella precarizzazione del lavoro (63%), nella mancanza di sostegni pubblici per i costi da affrontare per crescere i figli (59%), nella mancanza di servizi per le famiglie diffusi e accessibili a tutti (57%) e dalla paura di perdere il posto di lavoro (56%, il 61% tra le donne). Il problema viene avvertito anche dagli under 30, pur con un livello di urgenza inferiore rispetto alla media del totale (66% rispetto al 74%), ma comunque, come detto, con un desiderio di avere almeno due figli dichiarato da 7 giovani su 10 (e il 25% fino a 4). Quasi l'80% delle donne teme per il proprio lavoro.
La visione della famiglia
Quanto alla percezione della famiglia, la visione più “aperta” viene espressa dal 64% (71% delle donne, 56% degli uomini), mentre la visione più “tradizionale”, che la concepisce solo come l'unione tra un uomo e una donna uniti in matrimonio civile o religioso, è appannaggio del 22% (32% nelle isole, 27% nel ceto popolare). Soltanto il 14% la considera come l'unione tra due persone dello stesso sesso.
Le funzioni
Riguardo alle funzioni più importanti della famiglia, il 49% indica l'educazione dei propri figli (55% per gli uomini); il 47% il sostentamento ed il mutuo aiuto tra i suoi componenti e il 44% il supporto psicologico per far sentire i componenti accettati e protetti (53% per le donne).
I motivi alla base della fragilità dei legami affettivi
Tra le cause di fragilità dei legami affettivi, ai primi posti si collocano (con percentuali tutte superiori all'80%) egoismo, mancanza di comunicazione, difficoltà ad assumersi le proprie responsabilità, scarso spirito di sacrificio e incapacità di affidarsi all'altro. Rispetto a 2 anni fa, cala il peso di difficoltà comunicative, insicurezza, assenza di progettualità, impegni lavorativi e perdita dello status sociale. In crescita il desiderio di nuove esperienze e la maggiore libertà individuale.
La platea under 30
Valori che registrano alcune significative differenziazioni nella percezione degli under 30. In questa platea sale al 73% (dal 64% del campione totale) la percentuale di chi considera la famiglia un'unione tra due persone che decidono di convivere per perseguire un progetto di vita comune, a prescindere che siano di sesso diverso o dello stesso sesso, mentre la visione più “tradizionale” (unione in matrimonio tra uomo e donna) scende dal 22% al 12%. In riferimento alle funzioni della famiglia, gli under 30 collocano al primo posto il supporto psicologico ai componenti del nucleo (58%), al secondo l'educazione dei figli (46%) e al terzo posto il sostentamento e il mutuo aiuto (37%). Difficoltà ad assumersi le proprie responsabilità e insicurezza guidano la classifica delle principali fragilità dei legami affettivi per gli under 30 che, rispetto alla media, hanno più paura del tradimento.
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